Pubblicato il 08/12/2014, 13:04 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – NETFLIX LANCIA “MARCO POLO”. UN COLOSSAL IN SALSA ITALIANA

La serie in dieci puntate è costata 90 milioni di dollari. Venerdì verrà proposta a 50 milioni di clienti presenti in 50 Paesi. Storia e attori (Favino e Richelmy) del Bel Paese, ma sbarco rinviato. La tiepida accoglienza in Francia non gioca a favore. Meglio l’Australia.meta name=”news_keywords” content=”CorrierEconomia, netflix, marco polo, pierfrancesco favino

Rassegna stampa: CorrierEconomia, pagina 16, di Stefania Ulivi.

Netflix lancia Marco Polo. Un colossal in salsa italiana

La serie in dieci puntate è costata 90 milioni di dollari. Venerdì verrà proposta a 50 milioni di clienti presenti in 50 Paesi. Storia e attori (Favino e Richelmy) del Bel Paese, ma sbarco rinviato. La tiepida accoglienza in Francia non gioca a favore. Meglio l’Australia.

II conto alla rovescia è cominciato. Venerdì prossimo Netflix, il colosso di Los Gatos, si prepara a invadere dalla Silicon Valley gli schermi di mezzo mondo con il prodotto più ambizioso, Marco Polo, la serie tv in dieci puntate che ha prodotto assieme ai fratelli Weinstein. Un budget da record, 90 milioni di dollari (solo Game of Thrones è costata di più), così come fuori misura sono le 550 persone impegnate nella costruzione dei set (51 dei quali sono stati costruiti nei nuovi Pinewood Studios in Malesia), i cento attori provinati per il ruolo di protagonista prima che la scelta cadesse su un italiano, il 24enne spezzino Lorenzo Richelmy. Da noi visto di recente in Sotto una buona stella di Verdone, sconosciuto nel resto del mondo. Nei panni del padre Niccolò c’è Pierfrancesco Favino. Ma, soprattutto, Marco Polo è la carta che Netflix si gioca per fare il salto di qualità e quantità nella scena televisiva globale. Non solo Usa dove i risultati sono ottimi, confermati dalle abitudini del pubblico che – rivelano i dati Nielsen resi noti nei giorni scorsi – consuma sempre meno tv tradizionale e privilegia sempre più la visione in streaming. Accelerazione In patria Netflix ha raggiunto risultati significativi, insidiando il primato anche di autorevolezza della Hbo e distanziando i concorrenti diretti Amazon e Hutu. I quattro Emmy di House of cards, l’accoglienza trionfale di Orange Is the New Black, l’approdo ai prossimi Oscar del doc Virunga prodotto da Leonardo DiCaprio, la campagna acquisti di grandi nomi, da Adam Sandler a Tina Fey. Ma il campo di battaglia ormai è il mondo intero.

Presente in 50 Paesi con circa 50 milioni di abbonati totali, Netflix è sbarcato in settembre in Francia dopo un accordo con il gruppo di telefonia Bouygues offrendo abbonamenti da 7,99 euro al mese. Fresco di esordio anche in Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo, già da tempo in Irlanda, Paesi Bassi e nel Regno Unito. Dove il colpo grosso, sul fronte dei contenuti, è stato l’accorcio con il creatore di The Queen. Ovvero lo sceneggiatore Peter Morgan che con il regista Stephen Daldry (Billy Elliot) è pronto a realizzare The Crown, che debutterà nel 2016. Un House of cards all’europea lungo il regno di Elisabetta II ricco di intrighi e colpi sull’asse Buckingham Palace e 10 Downing Street, lanciato con lo slogan: «Due case, due corti, una corona». Per l’Italia si era parlato del prossimo settembre, ma, come conferma l’azienda al Corriere, al momento non ci sono piani precisi. Il mercato europeo potenzialmente significa 180 milioni di utenti le previsioni parlano di 100 milioni entro il 2020 ma i dati francesi sono stati un po’ al di sotto delle aspettative. Meglio rimandare, dunque, l’approdo in un mercato televisivamente anomalo come quello italiano, un Paese dove il cronico ritardo sulla banda larga non offre garanzie per un’ottimale distribuzione su larga scala.

Per ora, oltre a Richelmy e Favino, la presenza italiana su Netflix vanta anche le fatine di Iginio Straffi, approdate con lo spinoff Wow: The World of Winx. Le prossime tappe dell’espansione saranno l’Australia e la Nuova Zelanda dove Netflix approderà nel marzo 2015 (appena dopo il lancio della terza stagione del gioiello di casa, House of cards). E, soprattutto, il mercato con il bacino più appetibile. Quello orientale, la Cina innanzitutto. Dove si è già mossa Hbo. Il canale del gruppo Time Warner ha appena annunciato un accordo di streaming con il gigante di Internet Tencent. Insieme a Marco Polo, Netflix lancia anche il sequel del film Crouching Tiger, Hidden Dragon sempre scritto da John Fusco e prodotto a Harvey Weinstein come la serie tv che nel primo episodio mostra Kublai Khan che dice: «Imperatore della Cina? Imperatore della Mongolia? Io voglio essere imperatore del mondo». Parole che sembrano uscite dalla bocca di Ted Sarandos capo dei contenuti di Netflix.