Pubblicato il 07/12/2014, 11:02 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – CARO TEO MAMMUCCARI, CHE FARE? VUOI ANCORA CONDURRE “LE IENE”?

Il conduttore del programma di Italia 1 intercettato al telefono con un uomo di Massimo Carminati, Giovanni De Carlo, per chiedere sostanze anabolizzanti.meta name=”news_keywords” content=”il fatto quotidiano, teo mammuccari, le iene, massimo carminati

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 21, di Nanni Delbecchi.

Caro Teo, che fare? Vuoi ancora condurre “le Iene”?

Teo Mammucari intercettato al telefono con un uomo di Massimo Carminati

Diciamolo subito: Teo Mammucari farebbe bene a dimettersi da conduttore delle lene, all’indomani delle intercettazioni che ce lo mostrano pappa e ciccia con Giovannone De Carlo, così come Ezio Greggio avrebbe fatto bene a dimettersi da Striscia subito dopo essere stato indagato per evasione fiscale. Non si tratta di giudizi sommari, si tratta di semplice buongusto e senso dell’opportunità, qualcosa che sembra essersi smarrito in Italia più ancora della legalità in senso stretto. Anche questo fa sì che la furbizia sia percepita, se non come valore, almeno come peccato veniale, come macchia che si toglie con la bomboletta spray. Le Iene (proprio come Striscia) non è un programma qualsiasi; è una delle cose migliori che la nostra Tv ha prodotto in termini di denuncia senza mai separarle dalla satira e dallo sberleffo. Alle Iene dobbiamo alcuni piccoli capolavori (come le domande di cultura generale bruciapelo agli onorevoli, da cui si deduceva che due deputati su tre non avrebbero superato l’esame di terza media) e il lancio di fuoriclasse come Pif o Enrico Lucci. Si potrebbe osservare che da qualche tempo il programma di Davide Parenti si occupa sempre meno di fare le pulci ai potenti veri e preferisce concentrarsi su piccoli truffatori, rubagalline, i variopinti epigoni di cui Wanna Marchi è sempre incinta. Per poi abbracciare a tarda notte crociate sulla prostituzione e sui ricatti sessuali un po’ troppo insistenti per non essere sospette. Ma il punto non è questo. Il punto è che Mammucari è delle Iene il volto, la copertina, il marchio; l’arcidiavolo fustigatore dei costumi, il Buffalmacco che prende in castagna il furbetto di turno, ironizzando con Ilary Blasy e la Gialappa’s band, ma anche assumendo la faccia di circostanza del rappresentante del popolo che si chiede in che mani, in che mondo siamo finiti.

BRAVO Mammucari, è proprio quello che vorremmo sapere anche noi. In che mondo siamo finiti? A quanto pare, quello in cui si muoveva lui non era così lontano dal “Mondo di mezzo”, visto che gli capitava di frequentare Giovanni De Carlo, il nullatenente con la Ferrari indicato come delfino di Massimo Carminati, a cui si rivolgeva per avere l’ormone della crescita: «Ahò, Giovannò, me dai una mano per quella cosa che t’ho chiesto?» Possiamo anche comprendere che fosse disposto a tutto pur di ottenere l’ormone, visto che non è mai cresciuto granché sul piano artistico, però poteva trovarsi un fornitore di fiducia diverso. E poi, ci piacerebbe sapere con quale faccia si può fare la morale agli altri se, quando si presenta un servizio di denuncia per esempio, le relazioni tra il “Mondo di mezzo” e il demi-monde dei vip televisivi di quel servizio si potrebbe essere tra i protagonisti. Trai tanti conflitti d’interesse, quello con se stessi è il più difficile da risolvere, e il più necessario; tutti gli altri vengono dopo. Tra tante dimissioni più o meno sacrosante, sarebbe bello se arrivassero quelle di Mammucari dalle lene e, se non arrivano, se gli venissero sollecitate da chi di dovere. Non accadrà, perché nel demi-monde della Tv è più facile che Sabrina Ferilli diventi conduttrice da un giorno all’altro (ma perché?) piuttosto che un conduttore si assuma uno straccio di responsabilità. Eppure ci pensi su, Mammucari. Sarebbe il segno che l’ormone della crescita a qualcosa è servito.