Pubblicato il 04/12/2014, 12:00 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – GENERAZIONE FEDEZ: “IL TALENT NON BASTA, PORTO I RAGAZZI NEL MERCATO”

Stasera su Sky Uno la semifinale di “X Factor”, il programma più amato dal pubblico giovane, soprattutto femminile. Parla il giudice che ha rubato la scena a Morgan.meta name=”news_keywords” content=”la repubblica, fedez, x factor, sky uno

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 58, di Carlo Moretti.

Generazione Fedez: “Il talent non basta, porto i ragazzi nel mercato”

Stasera su Sky Uno la semifinale di “X Factor”, il programma più amato dal pubblico giovane, soprattutto femminile. Parla il giudice che ha rubato la scena a Morgan.

Sempre più numerosi alla ricerca del fattore X. Sarà per la qualità dei cantanti in gara, da Lorenzo Fragola a Leiner Riflessi, da Ilaria Rastrelli a Mario Garrucciu. Sarà invece per le scintille tra i giurati, soprattutto quelle degli scontri tra Morgan e Fedez, l’ottava edizione di X Factor in onda su SkyUno ha fatto bingo. Gli abbonati del canale satellitare stasera potranno seguire la semifinale di un’edizione premiata dagli ascolti, con un milione e 100 mila spettatori per puntata (+20% sul 2013). Una platea più giovane delle scorse edizioni: l’età media è di 37 anni, il 32% ha meno di 14 anni, il 40% meno di 19, per il 57% è una platea femminile. E poi c’è il modo in cui la trasmissione rimbalza su Twitter e Facebook: secondo la classifica Nielsen Social Italy, X Factor è il programma più social della tv italiana. Guida la classifica degli hashtag ufficiali lanciati dai programmi su Twitter con 176.800 cinguettii, più del doppio di quelli di Tale e quale show e di Che tempo che fa. Gli altri seguono. È la lui la prima vera scoperta dell’ottava edizione di X Factor. Il venticinquenne Fedez, che bussò a Sky proponendosi come rapper tra i giudici, funziona (e bene) anche in tv. Travolta la classifica dei dischi, dove il suo quarto album Pophoolista, ulteriore esempio di quello che lui stesso definisce «rap sociale più che rap politico», staziona da 8 settimane nelle prime posizioni, ha sbaragliato il talent di Sky Uno dove vanta la squadra migliore, con tre artisti nella semifinale di stasera. La sua lite con Morgan giovedì scorso ha fatto schizzare in alto gli ascolti di Xtra Factor: passata la mezzanotte e con la sesta puntata ormai terminata, lo scontro tra i due giurati è stato seguito da 534mila telespettatori, un record.

Secondo Mara Maionchi, ex giurata del programma, «Fedez è il più bravo di tutti», uno in grado di mandare in Tilt (letteralmente) le strategie di Morgan e, insieme, di fare la felicità dei responsabili di rete e dei gestori del televoto.

Con Morgan non siete mai d’accordo, viene il dubbio che sia una scelta di ruoli.

«Mai seguito strategie, per me contano solo gli artisti che uno ha in squadra e le scelte che fai per loro. Perché li puoi anche affossare se sbagli la scelta di un brano. Con Morgan abbiamo due approcci diversi, lui la vive molto più da artista, io da discografico, ma questo non vuol dire che la sua visione sia sbagliata. Io parlo così perché ho una mia etichetta (la Newtopia, ndr) e perché tento di far prevalere le mie idee nel mondo della discografia e tra i miei ragazzi: il mio vero obiettivo non è farli vincere nel talent, perché il contratto non vuol dire nulla, il mio obiettivo è farli arrivare al successo discografico. Che non è scontato per chi vince, visti tanti desaparecidos delle edizioni precedenti, la scia di sangue dei vari talent è enorme».

Servono i talent?

«Sono solo uno spicchio della realtà musicale, ma io sono favorevole. In passato dovevi andare dai grandi produttori, dai Cecchetto o dalle Maionchi, e il successo arrivava dalla tv. Oggi oltre al talent c’è Internet: io e i miei colleghi rapper abbiamo dimostrato che la tv può essere la conseguenza di un successo, non la causa».

Dal mondo del rap ai meccanismi della tv, il risultato non era affatto scontato.

«È stata una sfida perché mi sono confrontato con un pubblico che non è il mio, il più ostico tra quelli dei talent show. Ma è stata anche un’occasione di enorme crescita a livello umano, l’impegno è stato notevole, da luglio ad oggi ho vissuto in funzione della trasmissione e dei ragazzi».

Poi c’è stata la polemica per il brano E non andar più via di Lucio Dalla, le hanno dato del censore.

«Ho detto una cosa e il pubblico ne ha capita un’altra: far fare un brano di Dalla di anni molto connotati politicamente su quel palco dove c’è lo stilista che ti toglie i peli dal naso era svilente per il brano».

Un criterio per cui si farebbero fuori tanto De André e tanto Guccini.

«De André racconta storie, sono ritratti, niente di così connotato politicamente. La locomotiva di Guccini non la porterei, punterei più sull’Avvelenata, una risposta vintage contro gli haters dei social network, al contrario moderni. Le scelte vanno fatte quando c’è la giusta occasione: nella puntata sul sociale ho fatto cantare Un blasfemo di De André per dedicarlo a un fatto di cronaca come quello di Stefano Cucchi. I miei colleghi giurati si sono fermati su scelte più scontate».

Lei ha firmato l’inno del Movimento 5 stelle.

«Non ho scritto l’inno del movimento, ho scritto l’inno di un evento del movimento. Non mi sto nascondendo, continuo a pensare che oggi, nella impossibilità di scegliere, la migliore scelta rimangono loro. Ma è ben diverso che sventolare la bandiera del movimento. Io che vengo dal ceto medio-basso, sono a favore di chi va incontro alla gente. E a proposito di cittadini normali basta andare a vedere i finanziamenti dei 5 stelle e quelli del Pd di Renzi. Il fatto che un artista si schieri solleva scandalo, come mai Jovanotti non solleva lo stesso scandalo se appoggia Renzi?».