Pubblicato il 28/11/2014, 14:31 | Scritto da La Redazione

“LAVORARE IN TV”, GIANCARLO LEONE: “IL MOMENTO PIÙ DIFFICILE DELLA MIA DIREZIONE È STATO IL FESTIVAL DELL’ANNO SCORSO”

Quinta puntata del nostro ciclo di interviste agli addetti ai lavori, coloro che ogni giorno fanno la televisione. Questa settimana scopriamo il mestiere di direttore di rete e abbiamo incontrato il direttore di Rai 1. In questo video tutorial ci spiega anche come si costruisce un Festival di Sanremo.meta name=”news_keywords” content=”giancarlo leone, rai 1, rai, festival di sanremo, fabio fazio, benigni

Quinta puntata del nostro ciclo di interviste agli addetti ai lavori, coloro che ogni giorno fanno la televisione. Questa settimana scopriamo il mestiere di direttore di rete e abbiamo incontrato Giancarlo Leone, a capo di Rai 1. In questo video tutorial ci spiega anche come si costruisce un Festival di Sanremo.

Quali sono stati i momenti più complicati da quando è direttore di Rai 1?

«I momenti complicati ci sono sempre, il mandato di un direttore di rete deve essere sempre sul tavolo del direttore generale. Il direttore di rete è una figura molto particolare: deve interpretare le linee editoriale di un’azienda, ma deve andare anche incontro ai gusti del pubblico. Non è detto che tutto questo avvenga sempre, né tanto meno possiamo essere i depositari di chissà quale potere».

Torniamo alle difficoltà…

«Ogni giorno ha le sue difficoltà: ci sono da interpretare risultati di quello che si è fatto, ci sono progetti che si riescono a realizzare e quelli che purtroppo non si riescono a fare, ci sono le soddisfazioni, come le insoddisfazioni. Se si ha sempre un necessario senso del dovere e della non indispensabilità, sapere che dobbiamo fare il nostro lavoro pronti sempre ad assumerci le nostre responsabilità, è il modo migliore per affrontare i problemi. Detto questo, se mi chiede un momento di difficoltà…»

Sì, glielo chiedo…

«Probabilmente durante il Festival di Sanremo dell’anno scorso, quando dopo un’edizione precedente sempre di Fazio osannata dal pubblico e dalla critica, si è passati esattamente al contrario. I toni si sono esasperati: vedere un impianto di grande qualità, come era quello che avevano pensato, quasi distrutto dalle critiche, è stato un momento di grande tristezza».

La Rai è intrisa di politica, da direttore di Rai 1 ne sente gli effetti?

«Più che in generale posso parlare in particolare. Ero direttore dell’intrattenimento, il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, che conoscevo poco, decide un giorno di incontrarmi. Ci vediamo, mi parla delle sue idee e poi mi chiede se ho interesse a dirigere Rai 1. Gli dico che non ero preparato a questa eventualità, anche perché mi fu chiesto di assumere quell’incarico anni prima da Pierluigi Celli e gli dissi “no”. Risposi a Gubitosi che ero a sua disposizione. Il fatto che un direttore generale adotti questo sistema, come mi risulta abbia fatto con altri direttori di rete, significa che la politica in Rai, che c’è sempre stata ed è stata esercitata, può trovare anche degli interpreti, in questo caso mi riferisco a Gubitosi, che sicuramente non ne sono stati pervasi».

Quando capitano episodi come quello di Tale e Quale Show, in cui Veronica Maya è rimasta a seno nudo, quale è la prima cosa che fa un direttore di rete?

«Se sei in studio il primo istinto è quello di correre dagli autori per risolvere la situazione, se sei a casa ti attacchi al telefono: in un caso o nell’altro qualsiasi reazione sarà sempre lenta rispetto ai fatti, perché nel frattempo sono successi e sono stati anche risolti».

Ma lei come reagisce di fronte a queste situazioni?

«Dipende, nei casi in cui le parole sfuggono, diventano astiose e offensive nei confronti di qualcuno, allora il problema si fa può serio. In questo caso si è trattato di una scollatura che se n’é andata, per quanto si possa essere preoccupati abbiamo tutti quanti molto chiaro il senso della relatività dei problemi, e qui il problema era decisamente relativo»

 È difficile trattare con gli artisti?

«Non è difficile trattare con loro, la cosa importante è essere duttili, non avere la presunzione di parlare da capo di una rete che si sta rivolgendo a qualcuno che deve seguire le tue indicazioni. Ognuno di loro ha forte personalità e la capacità di chi fa il mio mestiere è quella di capire l’interlocutore che ha di fronte e adattarsi al suo linguaggio e alle sue esigenze»

Quale programma avrebbe voluto portare su Rai 1?

«Quello che devo ancora fare».

Mai rimasto deluso da qualche artista?

«No, anche laddove i risultati non coincidevano con le nostre esigenze. Non mi è mai successo di lavorare con artisti che non abbiano dato il massimo di sé, indipendentemente dal risultato. Sono eccellenze, e in questo momento se devo pensare a un’eccellenza penso a Roberto Benigni e al suo prossimo programma sui Dieci Comandamenti, che tra qualche giorno arriverà su Rai 1»

Perché insieme al nome di Benigni si sollevano spesso polemiche su budget, soldi, compensi?

«A volta bisogna chiedersi quali sono i giornali e i mezzi di informazione che su questo insistono: sono pochi e sempre gli stessi. In generale direi che c’è una forma di ipocrisia che ruota intorno allo spettacolo, alla tv e al cinema. Quando si producono grandi show conta farli nella maniera più seria possibile, queste polemiche sono piccole e vanno lasciate a chi le genera».

Ha ricoperto diversi incarichi a Viale Mazzini, quale sarà il prossimo?

«In verità non ho mai pensato al mio futuro in Rai: quando mi fu offerta la direzione di Rai 1 non ci pensavo minimamente, lo stesso in tanti altri casi. Tendo a cercare di fare bene il mio lavoro, non è facile, spero quindi di avere il tempo di proseguire a farlo».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Giancarlo Leone)