Pubblicato il 18/11/2014, 15:03 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – EDITORI CON L’AGCOM NELLA CONTESA CONTRO GOOGLE

Il nodo dei dati di bilancio, che il colosso web non vuole divulgare, infrangendo la legge.meta name=”news_keywords” content=”il sole 24 ore, google, agcom, fieg

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 17, di Andrea Biondi e Marco Mele.

Editori con l’Agcom nella contesa contro Google

Il nodo dei dati di bilancio, che il colosso web non vuole divulgare, infrangendo la legge.

Si fa sempre più serrato lo scontro fra gli editori e Google. Ultimo capitolo della saga che vede l’un contro l’altro la Fieg e il colosso di Mountain View è rappresentato dal ricorso “ad opponendum” che gli editori hanno presentato al Tar del Lazio, prendendo le parti di Agcom nella contesa che vede Google schierata contro l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Tutto nasce dal ricorso che Google quest’anno ha presentato al Tar dopo la richiesta dell’Agcom di conoscere il fatturato pubblicitario della multinazionale per l’Informativa economica di sistema (les) che serve alla compilazione del Sic. Google ha impugnato davanti al Tar del Lazio la delibera Agcom 397/2013, con la quale l’Autorità ha allargato la platea dei soggetti tenuti a comunicare i propri bilanci e quindi i propri fatturati all’Informativa economica di sistema. L’Agcom ha così attuato la legge 103 del 2012 che, appunto, ha provveduto ad allargare le attività rilevanti ai fini della valorizzazione del Sic comprendendo anche le concessionarie di pubblicità sul Web e le società che operano sul mercato nazionale ma hanno sede all’estero. Google dal canto suo dopo  aver fornito i dati vincolando l’Autorità alla riservatezza ha  impugnato la delibera che include nei soggetti all’obbligo. «A giudizio degli editori italiani – si  legge in una nota della Fieg – appare assurda la pretesa di Google di non essere inclusa tra i soggetti obbligati a comunicare i propri ricavi pubblicitari all’autorità di settore, sottraendosi così al complesso delle regole poste dal legislatore nazionale e comunitario a tutela della concorrenza e a presidio del pluralismo informativo». Insomma, aggiunge la Federazione degli editori il cui presidente Maurizio Costa, non si è risparmiato negli ultimi giorni sulle critiche a Google «un soggetto che detiene in Europa oltre il 90% del mercato del search e che in Italia raccoglie secondo stime oltre un miliardo di ricavi pubblicitari non può comportarsi come se non esistesse». Dietro lo scontro davanti al Tar Lazio si riapre la partita del Sic, il Sistema Integrato delle Comunicazioni creato dalla legge Gasparri. Nessun soggetto può superare il 20% del suo valore. Telecom Italia non può andare oltre il 10% del Sic. Dieci anni fa il meccanismo funzionava su misura delle aziende nazionali. Nessuna ha mai avvicinato il 20%. Ora i tempi cambiano. Ci vogliono alleanze e fusioni per competere a livello globale con Google e le altre multinazionali del Web. Il totale del Sic si eleva e forse, qualcuno dirà «che ha fatto il suo tempo».