Pubblicato il 17/11/2014, 18:14 | Scritto da La Redazione

TATA ADRIANA: “CON LA DOVUTA ATTENZIONE, L’UNIVERSO MULTIMEDIALE PUÒ AIUTARE I BAMBINI A CRESCERE”

TATA ADRIANA: “CON LA DOVUTA ATTENZIONE, L’UNIVERSO MULTIMEDIALE PUÒ AIUTARE I BAMBINI A CRESCERE”
TVZOOM ha intervistato la tata più popolare della televisione in occasione della partenza di “Adri&Lalla, cosa cos’è”, nuova striscia quotidiana di DeAJunior in cui la Cantisani interagirà con un nuovo personaggio, forgiato interamente dall’animazione 3D.meta name=”news_keywords” content=”adriana cantisani, deajunior, adri&lalla cosa cos’è“ Quelli di DeAJunior ne sanno una più…di Mary Poppins! Stavolta hanno deciso di […]

TVZOOM ha intervistato la tata più popolare della televisione in occasione della partenza di “Adri&Lalla, cosa cos’è”, nuova striscia quotidiana di DeAJunior in cui la Cantisani interagirà con un nuovo personaggio, forgiato interamente dall’animazione 3D.meta name=”news_keywords” content=”adriana cantisani, deajunior, adri&lalla cosa cos’è

Quelli di DeAJunior ne sanno una più…di Mary Poppins! Stavolta hanno deciso di supportare il fascino zuccheroso di Adriana Cantisani con un’amica digitale, animata in 3D. Si tratta di Lalla, che, al pari del pupazzo Tino di Adriana, Tino & me, interagirà con la tata più famosa della tv nella nuova striscia quotidiana Adri&Lalla Cosa Cos’è (dal lunedì al venerdì, alle ore 19 su DeAJunior). Lo scopo del format è presto detto: fare entertainment pedagogico mostrando ai bambini di età prescolare, smaniosi di scoprire le cose del mondo, come si utilizzano piccoli oggetti di uso quotidiano. Da come si apre un ombrello a come ci si infila una magliettina, l’occhio clinico di Adriana e quello digitale di Lalla si attiveranno per rispondere alle fatidiche domande che assillano le menti dei giovani virgulti. Quel genere di domande, per intenderci, che iniziano con le parole: «Perché?» e «Come si fa a…?». La graduale scalata alla conoscenza e alla futura perdita dell’innocenza.

Siamo di fronte a un’evoluzione tecnologica dei suoi partner: dal pupazzo Tino a Lalla, personaggio animato in 3D. Come si è trovata a interagire con lei?
«Da un lato mi sono divertita perché gli sketch erano simpatici e mi trovo sempre molto bene con gli autori/l’équipe DeA. Da un’altra parte però è stata davvero una sfida perché non sono un’attrice e, quando si girava, parlavo effettivamente all’aria (l’immagine di Lalla viene inserita in post produzione). Ti assicuro che non è facile rivolgersi a un interlocutore immaginario. Anche le frasi più semplici devono essere contornate da una mimica facciale: qualcosa di immediato quando davanti a te hai un volto, ma quando parli con l’aria… speriamo di esserci riuscita al meglio».
L’avvento di Lalla è la testimonianza che i bambini di oggi sono davvero nativi digitali e non si accontentano più dei beniamini di stoffa?
«No, non penso. Infatti Adriana, Tino & Me va alla grande, i bambini adorano quel pupazzone verde e peloso. Lalla vive dentro a un tablet; i cartoni di una volta vivevano semplicemente “dentro alla tv”, dunque è quasi come se fosse la tv nella tv».
Pensa che Lalla andrebbe d’accordo con Tino? I due si conoscono?
«Non è mai stato chiaro mentre giravamo se Lalla conosceva Tino, bisognerebbe approfondire con Dea. Credo che un incontro tra Lalla e Tino sarebbe davvero buffo. Tino è sì un bambino, ma non più tanto piccolo, è molto dispettoso e a volte prende un po’ in giro gli altri. Lalla invece è ancora piccolina e tende a sbagliare spesso. Immagino che tra i due potrebbero sorgere divertenti equivoci che tirerebbero fuori il mio lato più da “tata”».
Il tratto distintivo di Adri&Lalla. Presenti il programma ai nostri lettori, fornendoci buoni motivi per preferirlo ad alternative concorrenti.
«Il programma è fatto su misura di bambino, partendo dalla struttura. È stato creato per un pubblico molto piccolo (a partire dai 3 anni). A quest’età i bambini hanno uno span di attenzione assai breve. Una puntata dura circa 5 minuti. Un’altra loro peculiarità è la curiosità. Il format introduce vari oggetti di uso quotidiano e spiega come utilizzarli, stimolando la fantasia dei bambini proprio perché Lalla, sulle prime, usa male quegli oggetti (per esempio prende un ombrello e lo porta aperto e capovolto, pieno di acqua e pesciolini). Lì subentro io: le insegno come servirsi correttamente dell’ombrello, spiegando a che cosa serve, etc. È proprio questo contrasto tra sbagliato e corretto che aiuta i bambini a casa a comprendere al meglio. Senza contare che è un format marchiato DeA Junior, impossibile da perdere (ride, nda)! Scherzi a parte, si tratta di un’azienda sempre attenta alla qualità dei loro prodotti, ideati con valore didattico anche quando si tratta di intrattenimento».
L’era 2.0 offre ai bambini un numero sempre maggiore di suggestioni per immagini. Quale deve essere l’approccio dei genitori per valorizzarne le opportunità didattiche evitando il rischio di un bombardamento da sovraesposizione?
«Credo che, come per tutto, occorra un po’ di buon senso. Internet può essere un valido alleato ma anche un grande nemico. Un po’ come il coltello che, prima o poi, tutti i bambini imparano a usare per tagliare la carne. L’utilizzo di social network e dei siti interattivi deve essere monitorato dai genitori, non proibito, poiché il “proibito” costituisce un’attrattiva. Sono fortemente contraria all’utilizzo di app e giochi al di sotto dei tre anni, perché il bambino, a quell’età, sta ancora imparando a decifrare le immagini statiche. Una volta diventati più grandicelli, invece, con la mediazione adeguata da parte dell’adulto, perché no? Un’oretta al giorno di esercizi multimediali può rivelarsi piuttosto utile».
Lei è universalmente conosciuta come “La tata” della televisione. Coltiva l’idea di progetti televisivi che ne consolidino ulteriormente il ruolo o, perché no, che se ne discostino?
«Non ho mai pensato di fare televisione, men che meno a 40 anni, come mi è successo (ne ho 47). Adoro le novità, le sfide, non ci devo riuscire per forza ma mi piace sapere di averci provato. Del resto, sono fatta così anche quando mi reco al ristorante: preferisco assaggiare un po’ di tutto piuttosto che mangiare un unico piatto. Così è successo con la tv. È giunta l’opportunità, ci ho provato, è andata bene e soprattutto mi sono divertita. Un po’ come accaduto ai tempi di Sos Tata. Dunque mi dichiaro aperta a tutte le novità, nella consapevolezza dei miei limiti».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Adriana Cantisani)