Pubblicato il 17/11/2014, 16:04 | Scritto da La Redazione

ANNA FAVELLA: “ALBA BONESCHI DI ‘CENTOVETRINE’ È CURIOSA E DETERMINATA, PROPRIO COME ME”

Resa popolare dalla fiction “Terra Ribelle”, l’attrice ora fa parte del cast fisso della soap di Canale 5. L’abbiamo incontrata e, in una lunga chiacchierata, ci ha raccontato un po’ di lei e del suo nuovo ruolo.meta name=”news_keywords” content=”anna favella, centovetrine, alba boneschi, terra ribelle

Com’è la favella, nomen omen, di Anna Favella? Eloquente e sicura. Non c’è da stupirsi. L’attrice è entrata a gamba tesa nel cast di Centovetrine, interpretando il ruolo di Alba Boneschi, destinata a riempire l’esistenza di Sebastian Castelli (Michele D’Anca) e a sconvolgere il cuore del cinico Adam Vega (Jacopo Venturiero). Indro Montanelli diceva che “I sogni muoiono all’alba”. Nel caso di Anna, è il contrario. I sogni nascono con Alba. Che ce li racconta in quest’intervista.

Alba Boneschi è il personaggio che cambierà il cuore oscuro di Adam Vega.
«Il passato di Adam è tormentato. L’incontro con Alba lo farà cambiare un pochino. Lo indurrà a delle riflessioni, facendogli vivere una fase, diciamo così, romantica».
Anche il passato di Alba, però, è tutt’altro che sereno. Presentiamolo per approfondire il personaggio.
«È molto duro. Lei ha sviluppato nella sua vita un carattere forte, determinato, si è creata una corazza esteriore grazie alla quale ha sempre lottato con le avversità. Che non sono mai mancate. È cresciuta senza padre, sua madre è finita dapprima in carcere e poi è deceduta. I suoi trascorsi le sono utili per capire l’importanza della sua professione di assistente sociale».
Alba cresce senza padre fino a quando scopre che il suo vero genitore è Sebastian Castelli…
«Sulle prime, è rimasta scioccata dalla notizia del padre segreto. Ha dovuto rivedere tutti i parametri personali costruiti nel tempo…».
…ma alla fine viene accettata dalla famiglia Castelli.
«Lei prende la decisione di entrare a far parte della famiglia e viene accettata. È felice della presenza del padre, Sebastian. Prova con tutte le sue forze a fidarsi di quest’uomo. Inizia anche a comprendere come si vivono le dinamiche familiari di una famiglia particolare come quella dei Castelli, dalla caratura economica elevata e al centro di lotte di potere».
Domanda classica: quali tratti di Alba ha trovato in comune con il suo modo di essere?
«Di sicuro, il tratto che mi accomuna a lei è la determinazione nel perseguire un obiettivo. Per quanto mi riguarda, ho sempre desiderato fortemente fare l’attrice e, come Alba in altri campi, ho cercato di tradurre in volontà una naturale propensione alla testardaggine».
Che cosa invece non le appartiene di lei?
«Non mi appartiene il passato del personaggio. Sono cresciuta in un contesto familiare classico, accanto a molti parenti, non ho avuto difficoltà esistenziali particolari, durante la prima giovinezza».
La sua famiglia l’ha sostenuta nella sua scelta di carriera?
«Sulle prime, in famiglia, erano spaventati dalla mia dichiarazione d’intenti. I miei non hanno un background artistico, vedevano il mestiere di attore come non sicuro. Ho iniziato i classici laboratori teatrali alle scuole superiori. Poi mi sono chiesta: che farò da grande? Mi sono iscritta alla facoltà di Filosofia. Ma ho continuato coi laboratori. E ho deciso che la recitazione sarebbe stata la mia vita. Ho vissuto ogni esperienza iniziale come una sfida a dimostrare che avrei potuto farcela».
Quando ha capito che ce l’aveva fatta?
«Quando ho fondato la mia compagnia del Teatro dell’Orologio, a Roma. Ma gli esami non finiscono mai».
Lei è conosciuta al grande pubblico per il ruolo di Elena Marsili in Terra Ribelle. Centovetrine rappresenta un approccio con un tipo di serialità ancor più serrato.
«Ho compreso che cosa significa la lunga serialità soltanto facendola. Terra Ribelle, fiction in costume, mi ha aiutata molto a calarmi anche in questo nuovo personaggio».
Non teme di essere etichettata come “quella di Centovetrine“?
«No, per ora porto avanti questa esperienza con entusiasmo. Lavorando anche ad altri progetti nonostante il periodo non facile per lo spettacolo in Italia».
A proposito di spettacolo. Inviti a cena un suo collega internazionale.
«Joachim Phoenix. Attore che stimo molto».
Che cosa gli preparerebbe?
«Lo porterei nei ristoranti tipici della cucina italiana. Con piatti a base di pesce».
E lei? Mangerebbe o se ne starebbe a dieta, come molte attrici?
«Non crediate sia fissata con le diete! Mangio sì in maniera sana, ma sono una buona forchetta. Nonostante i ritmi sfasati del mio mestiere…».
Come controbilancia questi ritmi sfasati?
«Quando non lavoro, adoro viaggiare. La curiosità è alla base delle mie scelte. Trovo l’idea del viaggio molto romantica. Una tappa che devo assolutamente fare è il Messico».
Quando non lavora, guarda la tv? Non mi dica che…
«Non ho la tv…».
Ecco. L’ha detto.
«No, un momento. Non ce l’ho perché viaggio spesso e non ho tanto tempo per guardarla. Ma quando la guardo, ne rimango affascinata quasi fosse una scatola magica. Fermo restando che sono una fan delle serie tv americane. Ho amato The Killing per i suoi tempi dilatati e i suoi personaggi uggiosi».
Sa che ora vanno di moda i talent e i docu reality?
«Sì, ma al momento non li trovo utili per la mia professione. Non sento il bisogno di parteciparvi».
Oltre a Centovetrine, dove la vedremo?
«Abbiamo da poco terminato la preparazione di uno spettacolo che si terrà al Teatro dell’Orologio, a Roma. Andrà in scena a marzo. Abbiamo giocato d’anticipo, per focalizzarci bene sulla recitazione. Si intitola Tutti i padri vogliono far morire i loro figli, è ispirato a Affabulazione di Pasolini».
Un’ultima curiosità: come si sente, ogni volta che inizia un nuovo ruolo?
«Come una bambina alla quale hanno appena regalato un nuovo giocattolo».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Anna Favella)