Pubblicato il 08/11/2014, 15:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: RAI WAY, L’IPO VA IN PORTO. L’OFFERTA GIÀ SOTTOSCRITTA

Listing. L’offerta si chiude il 13: solo allora si capirà se gli ordini avranno fatto salire la valutazione. Il book sarebbe già coperto sul prezzo minimo a 2,95 euro.

 

Rassegna Stampa: Il Sole24Ore, pagina 21 + 22, di Ce. Do.

 

Listing. L’offerta si chiude il 13: solo allora si capirà se gli ordini avranno fatto salire la valutazione

 

Rai Way, l’Ipo va in porto. L’offerta già sottoscritta

 

Il book sarebbe già coperto sul prezzo minimo a 2,95 euro

 

ROMA – A cinque giorni dal lancio dell’offerta pubblica di vendita del 30,5% del suo capitale, Rai Way si avvicina a grandi passi verso il traguardo. Secondo fonti vicine al dossier, infatti, il book della controllata di Viale Mazzini risulterebbe già interamente coperto sul prezzo minimo della forchetta di valorizzazione, che era stata fissata a 2,95 euro (la parte alta è a 3,5 euro). Solo nei prossimi giorni l’Opv si chiude ufficialmente il 13 novembre si capirà se il livello degli ordini sarà in grado di far salire ulteriormente il prezzo, ma, per ora, i vertici della società che gestisce le infrastrutture e gli impianti di trasmissione della tv di Stato, si godono questo primo traguardo, tanto più importante alla luce delle numerose defezioni che si sono registrate in questi mesi a Piazza Affari (le ultime sono state quelle di Intercos, Italia OnLine e Fedrigoni). Bocche rigorosamente cucite sui dettagli delle prenotazioni finora pervenute. Vero è, però, che il road show, avviato lunedì contestualmente all’offerta, ha toccato finora alcune piazze strategiche per il buon esito dell’operazione: prima Milano, due giorni a Londra, per proseguire, giovedì e ieri, negli Usa dove i vertici della società, accompagnati dalla nutrita schiera di istituti al lavoro sull’operazione (i global coordinator sono Banca lini, che è anche sponsor e responsabile del collocamento, Mediobanca e Credit Suisse, mentre Bnp Paribas e Citigroup sono joint book runner), hanno fatto tappa prima a New York e poi a Boston. Cercando di far breccia in un mercato che, diversamente dall’Europa -, dove l’unica compagnia quotata finora è Ei Towers (Mediaset) annovera tre “big” del settore come Crowne Castle, American Tower e Sbac e investitori istituzionali che hanno grande familiarità con il business di Rai Way. L’interesse per la società guidata da Stefano Ciccotti sembrerebbe quindi non mancare e si sarebbe già registrata una buona attenzione sia da parte di long-term investor sia di hedge fimd che hanno acceso da tempo i riflettori su questo settore. «È un’azienda interessante», ha detto ieri Alberto Nagel, l’ad di Mediobanca, tra gli istituti schierati per l’Ipo. «Ci auguriamo che questo sia un caso diverso dai precedenti», ha quindi aggiunto dopo aver ricordato i ritiri delle ultime settimane. L’operazione prevede, come detto, una prima asticella al 30,5% del capitale e, una seconda, in caso di esercizio integrale della green shoe, al 34,9 per cento. Un livello comunque più basso rispetto alla possibilità concessa dal dpcm con cui il governo ha autorizzato l’apertura dell’azionariato di Rai Way a soggetti privati. In quel provvedimento, infatti, ci si limitava solo a ribadire che il 51% del capitale sarebbe dovuto rimanere in capo all’azionista pubblico, lasciando l’ultima parola ai vertici della società. Che, lunedì, davanti alla comunità finanziaria insieme a Ciccotti, c’erano il presidente Camillo Rossotto, il cfo Adalberto Pellegrino e il dg Aldo Mancino hanno ribadito la solidità del business (i ricavi sono assicuratiperl’83% dal contratto di servizio ultraventennale siglato con la controllante Rai) e il ridotto livello di indebitamento, a copertura del quale la società ha di recente siglato un contratto di finanziamento con un pool di banche per un prestito di 120 milioni, rimborsabile in cinque anni, e una linea revolving, con analoga scadenza, da 50 milioni di euro. Quanto alla struttura dell’offerta, il 90% sarà riservato agli investitori istituzionali, mentre il restante 10% è indirizzato al retail (dipendenti inclusi), che potranno beneficiare, va ricordato, di una bonus share. Ai risparmiatori che manterranno le azioni per

almeno un anno dalla data di pagamento, spetterà infatti l’attribuzione di un’azione gratuita ogni venti assegnate, mentre per i dipendenti il rapporto sarà di uno ogni dieci titoli affidati.