Pubblicato il 27/10/2014, 19:32 | Scritto da La Redazione

IL DIVORZIO, LA CRISI DI COPPIA E LA RICERCA DELLA FELICITÀ: IN “QUESTO NOSTRO AMORE 70” MARCORÈ E LA VALLE SE LA VEDONO CON DIFFICILI CAMBIAMENTI

IL DIVORZIO, LA CRISI DI COPPIA E LA RICERCA DELLA FELICITÀ: IN “QUESTO NOSTRO AMORE 70” MARCORÈ E LA VALLE SE LA VEDONO CON DIFFICILI CAMBIAMENTI
La seconda serie della fiction di Rai 1 torna domani, martedì 28 ottobre, con altre sei puntate: i due protagonisti Anna e Vittorio saranno alle prese con la difficoltà del quotidiano, mentre sullo sfondo fa capolino l’Italia del 1970. La terza serie è già in fase di scrittura.meta name=”news_keywords” content=”questo nostro amore 70, neri marcorè, […]

La seconda serie della fiction di Rai 1 torna domani, martedì 28 ottobre, con altre sei puntate: i due protagonisti Anna e Vittorio saranno alle prese con la difficoltà del quotidiano, mentre sullo sfondo fa capolino l’Italia del 1970. La terza serie è già in fase di scrittura.meta name=”news_keywords” content=”questo nostro amore 70, neri marcorè, anna valle, rai 1

La crisi di coppia è proprio lì, dietro l’angolo. Anche per Vittorio e Anna, i due “concubini” che in Questo nostro amore avevano dato scandalo con la loro unione promiscua e fuori dalle regole, visto che lui era sposato e il divorzio in Italia non era ancora una realtà. La crisi, si diceva. Ritroviamo i due nel 1970, sono trascorsi tre anni dall’ultimo capodanno in cui, felici e contenti, avevano salutato gli spettatori di Raiuno: gli anni ’70, con le loro acconciature, i loro colori e le loro novità passano a ricordare alla coppia che se si vuol tentare la strada del successo, bisogna farlo ora e subito. Al di là dell’unione di coppia. Così quel matrimonio tanto sperato, sempre più a portata di mano, passa in secondo piano. A dare i volti ai due protagonisti di Questo nostro amore 70, da domani su Rai 1, sono ancora Anna Valle e Neri Marcorè. «Anna e Vittorio lasciano un po’ in secondo piano la loro ansia di matrimonio e li ritroviamo alla ricerca della felicità – spiega la Valle – Una felicità un po’ più individuale che di coppia. Anna vorrebbe godersi la vita nella nuova acquisita libertà e invece Vittorio vorrebbe trovare la sua soddisfazione professionale. Questo inevitabilmente li distanzia». È il turno di Marcorè. «Vittorio è sempre stato un gran lavoratore e non lo ha mai nascosto – dice l’attore – Forse in questa seconda stagione accentua un po’ troppo questa sua caratteristica e fa il passo un po’ più lungo della gamba, di cui ovviamente ne paga le conseguenze. Le tensioni con Anna sono inevitabili, entrambi pensano più a loro stessi che alla coppia». Quello che succede alle coppie del duemila, in fondo. «Ma Anna e Vittorio non attraversano una grande crisi di coppia – sottolinea Anna Valle –È come se non sapessero gestire il loro spazio».

La colpa non è solo dei caratteri dei due protagonisti, ma della società che intorno è cambiata. «Il ’68 ha sdoganato tante libertà – insiste Marcorè – Dopo quella data è diventato quasi un obbligo occuparsi di se stessi, infrangendo una certa ortodossia imposta dalla società. L’individuo prende il primo posto rispetto ai valori». E se per Anna Valle la bellezza di quegli anni sta soprattutto nella moda, per Marcorè è la musica a fare la differenza. «Ricordo che avevo un mangiadischi a 45 giri in cui rimettevo centinaia di volte lo stesso disco – ammette l’attore – Quando si hanno poche cose le si sfruttano fino in fondo. E comunque la musica negli anni ’60-’70 ha dato il meglio di sé, pensiamo ai Beatles». Le sei puntate della seconda serie (non sarà l’ultima), ideate da Stefano Bises e dirette da Luca Ribuoli, mostrano anche le altre generazioni di casa, alle prese con maternità inaspettate e primi innamoramenti, mentre sullo sfondo l’Italia fa i conti con l’ombelico di Raffaella Carrà. Rischio effetto nostalgia? «Non c’è niente di male nell’effetto nostalgia – insiste Marcorè – E comunque non è una serie incentrata su quello: chi ha vissuto gli anni ’70 non può fare a meno di tornarci». Quanto all’altro luogo comune, la famiglia di siciliani degli Strano che spinge sul dialetto quasi a voler accentuare le distanze dalla gente di Torino che li “ospita” nel loro Nord, la Valle chiarisce: «Quel modo di parlare è veritiero, io stessa quando torno in Sicilia parlo in dialetto. Dovendolo portare sul piccolo schermo non si potevano fare delle scelte a metà, in quegli anni era così e Salvatore vuole essere siciliano e dimostrarlo a tutti». «Non trovo che sia forzato – aggiunge Marcorè – Le persone non cambiano accento o il proprio modo di essere se si trasferiscono, Salvatore è fiero della propria origine». Per l’attore questa fiction è un ulteriore tassello nella strada della recitazione, preferita ormai a quella della satira con cui aveva iniziato la sua carriere in tv. «Per anni le ho tentate entrambe – conclude Marcorè – Inevitabilmente la parte comica ha preso il sopravvento, ma volevo invertire le cose, così ho investito di più nella fiction e nel cinema. È il mestiere che mi piace di più. E poi lo scenario politico attuale mi sembra meno interessante, di poca sostanza, se poi dovessero cambiare le condizioni e avrò voglia di tornare alla satira lo farò».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Anna Valle e Neri Marcorè)