Pubblicato il 27/10/2014, 09:32 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – MEDIASET PREMIUM FA GOLA. LE GRANDI AMBIZIONI DI SKY. IL TERZO INCOMODO? TELECOM

II riordino delle attività europee del magnate australiano passa per l’Italia. Il mercato della televisione a pagamento in Italia sta cambiando. E i diritti della Champions sono in grado di convincere Murdoch.meta name=”news_keywords” content=”mediaset, sky, telecom, mediaset premium, murdoch

Rassegna stampa: Corriere Economia, pagina 2, di Stefano Righi.

Mediaset Premium fa gola. Le grandi ambizioni di Sky. Il terzo incomodo? Telecom

II riordino delle attività europee del magnate australiano passa per l’Italia. Il mercato della televisione a pagamento in Italia sta cambiando. E i diritti della Champions sono in grado di convincere Murdoch.

Uno a zero, palla al centro. La partita si è giocata quest’estate, sul campo dei diritti per trasmettere il calcio in televisione, ma le conseguenze sono destinate a produrre effetti per lungo tempo, sia per gli appassionati, che per i conti economici delle aziende protagoniste. In campo, Sky da una parte, con Fox, Mediaset dall’altra. La pay-tv di Rupert Murdoch contro il polo televisivo creato da Silvio Berlusconi. Il signore della tv a pagamento contro il cavaliere che ha conquistato l’Italia con Canale 5, prima di aprire alla pay per view. Uno scontro milionario, che ha raddoppiato l’impegno economico rispetto agli anni passati per conquistare il boccone più goloso di tutta la torta del calcio europeo, la Champions League. Il torneo, oggi esclusiva Sky, dalla prossima stagione agonistica e per tre anni, sarà trasmesso da Mediaset Premium, che ha perso, in favore di Sky, i diritti sull’Europa League, la seconda manifestazione continentale. Per riuscirci, Mediaset ha messo sul piatto circa 700 milioni di euro per il triennio, sferrando un colpo durissimo a Sky, costretta a riconsiderare la propria vocazione a essere «la» televisione del calcio europeo. Certo, Sky continuerà a trasmettere i campionati di calcio più importanti (Inghilterra, Francia e Spagna, i cui diritti sono di Fox); oltre alla Bundesliga tedesca (diritti propri), ma il vuoto del martedì e mercoledì rischia di ripercuotersi anche sul piano degli abbonamenti. Ed è proprio questo il piano di Mediaset, erodere abbonati a Sky, offrendo il massimo. In un momento di pesante crisi economica e di protratta contrazione della raccolta pubblicitaria, un investimento come quello di Mediaset sembra preludere a un’evoluzione più ampia dei canali pay di Cologno Monzese. «La situazione è in ebollizione», si limitano a dire dal quartier generale di Mediaset, dove si attende il battesimo di Mediaset Premium Spa, che diverrà operativa il prossimo 1 dicembre, con Telefonica all’11 per cento (per ora).

A nove anni dalla nascita, i canali a pagamento di casa Berlusconi faranno così anche formalmente da soli. Prospettive «È una mossa chiara per estrarre valore dall’azienda sottolinea un osservatore e  magari arrivare a una cessione». Nel caso, la richiesta non sarà banale. Se Telefonica, al netto dell’opzione put in suo favore, ha valorizzato 100 milioni una quota dell’11 per cento di Mediaset Premium, il totale non si discosterà molto dal miliardo di euro. Ma chi può essere interessalo? Gli indizi conducono ad Al Jazeera, l’emittente degli Emirati arabi, ma tra i candidati c’è anche Vivendi e la stessa Telefonica. Però il vero colpo di scena sarebbe un accordo con Sky, che si riprenderebbe tutto il calcio e tutta l’offerta pay, lasciando Mediaset solo «in chiaro». Ipotesi affascinante, che si sposa senza controindicazioni con il ridisegno delle attività europee di Sky. La piattaforma italiana di Murdoch è infatti avviata a finire sotto lo stesso tetto di BskyB, ovvero un gruppo che controlla direttamente 23 milioni di abbondati tra Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria e Italia e che fa dell’offerta sportiva il proprio punto di forza. Fantasie? Forse. «Sarebbe come se, prima di vendere casa, il proprietario si impegnasse in una ristrutturazione molto onerosa», sottolineano da Sky. Perché farlo? Forse per alzare il prezzo. Di sicuro, negli affari, anche televisivi, nessuno può mai dire mai. E la volontà di tornare all’antico, magari facendo cassa con Premium per poi dedicarsi a un ripensamento dei canali in chiaro potrebbe essere più concreta di quanto traspaia. Qualcosa di importante cambierà a breve. Anche perché a Cologno hanno ben chiaro che, nonostante il mercato pubblicitario sia in calo e si equilibri diversamente la bilancia tra reach e targeting, ancora il 63 per cento della raccolta televisiva finisce nelle casse del Biscione.

Il mercato della televisione a pagamento è molto stressato dalla crisi, in Italia. Gli abbonati non arrivano a 7 milioni (erano 5, sono 4,7 per Sky; meno di 2 per Mediaset Premium), su 23 milioni di famiglie complessive. I margini di crescita ci sarebbero l’Italia  sconta un gap del 25 per cento rispetto agli altri principali mercati europei ma mancano le precondizioni per crescere. E il rosso è il colore comune dei conti: più inciso quello di Mediaset Premium, che fattura circa 638 milioni e ne perde una dozzina, più diluito (8 milioni), quello di Sky, nonostante un fatturato da 2,86 miliardi di euro. L’uscita di Mediaset dalla pay aprirebbe (forse) ad altri operatori. Il panorama sta cambiando velocemente. Telecom Italia, ad esempio, ha un accordo) proprio con Sky per allargare, con la Ultra broadband la base degli abbonati in tutti quei centri dove il segnale non arriva ancora. Si parla di un milione di nuovi clienti in cinque anni. Quanti ne sposterà iI calcio? A fronte di un investimento pesante e sulla base dei risultati dell’ultima settimana delle italiane in Champions e  di una permanenza sul massimo palcoscenico che rischia di non superare i tre mesi la  domanda è legittima. La risposta sarà decisiva.