Pubblicato il 14/10/2014, 11:31 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – FININVEST, AVANZA IPOTESI DONAZIONE PER LA QUOTA DI MEDIOLANUM

Slitta il Cda: Berlusconi vuol girare il 20% ai figli. Nodo fiscale e del riparto, in conseguenza alla condanna Mediaset.meta name=”news_keywords” content=”il messaggero, fininvest, mediolanum, silvio berlusconi

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 19, di R.Dim..

Fininvest, avanza ipotesi donazione per la quota di Mediolanum

Slitta il Cda: Berlusconi vuol girare il 20% ai figli. Nodo fiscale e del riparto.

Slitta di qualche giorno il cda della Fininvest che dovrà prendere le decisioni conseguenti al diktat di Bankitalia e Ivass, di vendere il 20,18% di Mediolanum non potendo detenere più del 9,9%. Questo come conseguenza della perdita dei requisiti di onorabilità da parte di Silvio Berlusconi per la condanna relativa ai diritti tv Mediaset. L’ex premier, in trasparenza tramite quattro holding, detiene circa il 61% della finanziaria di via Paleocapa, mentre il 7,6% ciascuno è ripartito tra i cinque figli. Tra le varie soluzioni possibili, nelle ultime ore sta prendendo quota la possibilità che Berlusconi faccia una donazione a favore dei figli secondo una ripartizione sulla quale, però, i beneficiari avrebbero idee diverse rispetto alle singole quote: Marina e PierSilvio, figli di Carla Dall’Oglio, vorrebbero per loro la metà del pacchetto (quindi il 10%) così da lasciare l’altro 10% a Barbara, Eleonora e Luigi, nati da Veronica Lario. Questo riparto, però, non piace ai tre fratelli più giovani. Sul piano tecnico al lavoro c’è lo studio Chiomenti che sta valutando l’operazione sotto vari profili, tra cui quelli fiscali, che avrebbero un impatto tutt’altro che secondario sulla decisione definitiva. Ieri in Borsa le azioni Mediolanum hanno ripreso quota chiudendo al rialzo del 3,3% a 5,17 euro per una capitalizzazione di 3,6 miliardi: il 20% vale circa 742 milioni. L’andamento del titolo è stato in controtendenza perché il mercato fiuta che il rimpasto possa andare a beneficio del titolo: Ennio Doris, proprietario del 29,7% diretto più la quota della moglie pari al 6,6%, ha detto a caldo che oltre eventualmente ai figli del patron di Fininvest, lui è pronto ad acquistare una parte del pacchetto da cedere.

NIENTE CEDOLA AL TRUST Nelle more della ricerca di un compratore, Via Nazionale ha autorizzato la segregazione della partecipazione in un trust, con il congelamento però dei diritti di voto e anche di quelli patrimoniali: il dividendo verrebbe trattenuto dal fiduciario che ovviamente, lo sconterebbe dal prezzo del suo mandato. Il passaggio da Fininvest a un trust sotto forma di cessione farebbe generare una plusvalenza tra il valore di carico e quello di vendita. Sembra che sulla plusvalenza possa essere applicata una particolare tassazione dell’1,35%. Ma ciò che più preoccupa Berlusconi è la rinuncia, oltre che al diritto di voto, al dividendo: una somma non trascurabile se si considera che il gruppo finanziario gestito dall’ad Massimo Doris continua la sua performance positiva dopo che, nel 2013, ha distribuito 25 cent ai soci. Ecco perché nel week end ci sono state consultazioni tra i vari rami della famiglia Berlusconi e, in parallelo, tra legali e tecnici chiamati a fornire un supporto sui pro e i contro. Lo studio Chiomenti sta sviscerando la norma che prevede l’esenzione fiscale sulla donazione di una partecipazione che integra il controllo di una società, a condizione che il donatario mantenga il pacchetto per almeno cinque anni. L’applicazione di questo dispositivo deve fare i conti però con le modalità di ripartizione, dove il fronte degli eredi appare diviso.