Pubblicato il 02/10/2014, 16:31 | Scritto da La Redazione

DAVIDE OLDANI: “LEGGEREZZA, PASSIONE E TERRITORIO: QUESTO È ‘THE CHEF’. RUBIO? MI PIACEREBBE CONOSCERLO DI PERSONA”

DAVIDE OLDANI: “LEGGEREZZA, PASSIONE E TERRITORIO: QUESTO È ‘THE CHEF’. RUBIO? MI PIACEREBBE CONOSCERLO DI PERSONA”
Lo chef stellato, coadiuvato dal collega Philippe Leveille, è il giudice della seconda edizione del cooking show in onda ogni mercoledì su LA5 in prima serata. La prima puntata sarà mostrata in anteprima su Canale 5 domenica 5 ottobre alle 10.meta name=”news_keywords” content=”davide oldani, the chef, la 5, philippe leveille“ Il futuro? È “glocal”. Il […]

Lo chef stellato, coadiuvato dal collega Philippe Leveille, è il giudice della seconda edizione del cooking show in onda ogni mercoledì su LA5 in prima serata. La prima puntata sarà mostrata in anteprima su Canale 5 domenica 5 ottobre alle 10.meta name=”news_keywords” content=”davide oldani, the chef, la 5, philippe leveille

Il futuro? È “glocal”. Il contrappeso di una società che corre sul filo della Rete e della globalizzazione è la capillare attenzione per i prodotti dei territori. Ce lo dice la cucina, metro di misura pop della società e della televisione. Ce lo fa capire Davide Oldani, ai blocchi di partenza con la seconda edizione di The Chef, cooking show targato Mediaset condotto da Rossella Brescia, ogni mercoledì in prima serata su LA5. La prima puntata del programma sarà in onda domenica 5 ottobre su Canale 5 alle 10, per poi essere ritrasmessa su LA5 mercoledì alle 21. Nel format, Oldani quest’anno sarà affiancato dal collega Philippe Leveille. A loro il compito di giudicare i 14 concorrenti in lizza.
Quest’anno hai un nuovo collega al tuo fianco, rispetto all’edizione scorsa.
«Sono contento che ci sia Philippe. Ci conosciamo da vent’anni, abbiamo condiviso percorsi formativi comuni. Adesso ci siamo ritrovati in tv».
Chi farà la parte dello poliziotto buono e chi quella del poliziotto cattivo?
«Siamo entrambi severi e morbidi a un tempo. Ci approcciamo con cuore nei confronti di concorrenti che vogliono mettersi alla prova. Soprattutto, che vogliono imparare. Questo, per loro, è solo un primo step».
Porteresti qualcuno di questi concorrenti a lavorare con te?
«Ho visto in loro tanta voglia. Desiderio di mettersi alla prova, di imparare. Per diventare professionisti, però, il banco di prova vero è la pratica costante. La realtà è dura, per un aspirante chef».
La peculiarità di questa seconda edizione.
«Tanta attenzione per le materie prime e per la scoperta degli ingredienti del territorio nazionale. Ogni regione è espressione di peculiarità ben precise. The Chef intende mostrare questo aspetto al pubblico. Valorizziamo la cucina regionale italiana con leggerezza. La leggerezza, in tv, è fondamentale».
A proposito di tv e cucina. A cena con Antonella Clerici o Benedetta Parodi?
«Inviterei entrambe. Ad Antonella cucinerei piatti tradizionali. A Benedetta qualcosa di vicino alla cucina futurista».
Quando ho intervistato il tuo collega Cracco, l’ho paragonato a Clint Eastwood, per la sua attitudine da trucido dello schermo. Tu che sei stato invitato ad Harvard per raccontare il modello di business del tuo ristorante, il D’O di Cornaredo, te la senti di fare l’Adam Smith degli chef?
«Perché no? Mi piace, come accostamento. L’esperienza di Harvard mi ha lusingato molto. Ho avuto modo di illustrare il mio approccio alla ristorazione. L’unione tra alta qualità e accessibilità».
Il tuo collega Cracco tornerà con Masterchef
«Grande stima per lui e per il programma».
Che cosa non può mancare nel bagaglio tecnico di un aspirante.
«Il cuore. Senza quello, lasciate perdere».
Che cosa invece ti fa imbestialire.
«La supponenza. Ma non solo in cucina, anche nella vita».
Il tuo piatto della memoria.
«Torta al cacao, pane e uvette, preparata da mia madre».
In questo periodo la tv ha sdoganato lo street food, contraltare dell’alta cucina stellata.
«Un’altra espressione delle tipicità territoriali. L’idea mi piace e la promuovo».

Uno degli alfieri in tv dello street food è Chef Rubio. Che ne pensi di lui?
«Non lo conosco di persona. Ma mi pare un personaggio interessante. Mi piacerebbe conoscerlo».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Davide Oldani)