Pubblicato il 22/09/2014, 16:33 | Scritto da La Redazione

ROBERTA GIARRUSSO: “AVEVO PENSATO DI MOLLARE TUTTO, OGGI SONO RINATA. A ‘TALE E QUALE SHOW’ VORREI VEDERE MATTEO BECUCCI FARE MINA”

Dopo aver imitato Spagna e Emma Marrone, l’attrice è pronta a calarsi nelle vesti di Kylie Minogue per la prossima puntata dello show di Carlo Conti. TVZOOM l’ha incontrata, facendo con lei un bilancio del programma e di carriera.meta name=”news_keywords” content=”roberta giarrusso, tale e quale show, emma, spagna, kylie minogue

Ivana Spagna. Emma Marrone. Venerdì prossimo, quella tarantolata di Kylie Minogue. Se una delle prerogative degli attori è vivere molte vite attraverso i personaggi interpretati, l’avventura di Roberta Giarrusso a Tale e Quale Show ha i contorni di una lunga, spassosissima fiction. «Sto prendendo lezioni di canto per giocarmela contro cantanti professionisti», dice divertita. La voce squillante tradisce l’auspicio di una nuova fase di carriera che ha nello show Rai la base di partenza.

Roberta, hai ancora addosso il trucco da Emma Marrone wannabe. Come ti senti?
«Ho ancora addosso l’adrenalina dell’ultima puntata. La devo metabolizzare. Sono stanchissima, ma felice, divertita. Sto già pensando a entrare nelle vesti di Kylie Minogue».
Gli autori ti stanno mettendo alla prova con personaggini mica male, eh.
«Gli autori mi vogliono male (ride, nda). Scherzo. Spagna e Emma sono personaggi difficilissimi da interpretare. Vocalmente lontani da me. Per questo la sfida mi ha stuzzicata».
Soddisfatta dei piazzamenti ottenuti fino a oggi?
«Considerato che non sono una cantante e che sto gareggiando contro cantanti professionisti, non avrei potuto chiedere di più. Anche Alessandro Greco sta andando alla grande».
Se potessi scegliere un’imitazione, in chi ti immedesimeresti?
«Mi piacerebbe imitare Giusy Ferreri. Mi piacciono le vocalità graffianti, sensuali, alla Amy Winehouse».
Facciamo due passi indietro e uno in avanti. Spagna, Emma, adesso Kylie Minogue. Come ti sei preparata e come ti preparerai?
«Partiamo da un presupposto: devo tutto ai vocal coach, senza di loro non ce l’avrei mai fatta. Ho tentato di reinterpretare Spagna puntando anche sulla verosimiglianza estetica, uno dei punti di forza dello show. Emma è stata impegnativa per la sua tonalità così rock, così potente. Per fare Emma, ho puntato sulla sua fisicità. Spalle aperte, petto in fuori, gambe divaricate ben piantate sul palco. Un approccio aggressivo che rende credibili i suoi picchi di voce, il suo tratto distintivo. Con Kylie Minogue siamo a uno step in più. Dovrò cantare e ballare. Kylie è una lolita sexy. Sa provocare con lo sguardo, ha una vocina bamboleggiante, un po’ Marylin Monroe, un po’ gattina pop. Ho già iniziato a studiarmi i suoi video su youtube, memorizzando il suo gioco di sguardi, le sue movenze».
Immagino che la hit di riferimento sia Can’t Get You out of My Head.
«La-la-la-lallala-la-la…».
Siamo a buon punto.
«Il trucco di scena aiuta molto. Noi attori siamo abituati a immedesimarci nei personaggi interpretati. Il meccanismo ricalca quello delle fiction: concentrarsi sulle sfumature, le particolarità che contraddistinguono il soggetto interpretato. Come ho sottolineato prima parlando di Emma. Mi guardo di continuo i video su youtube, le interviste dei cantanti imitati. Poi c’è l’approccio vocale. Non sono una cantante, ma sto lavorando sodo per raggiungere un buon livello di vocalità. Ce la sto mettendo tutta. Alla fine di quest’avventura, saprò usare la mia voce molto meglio di prima».
Chi è l’avversario più temibile?
«Matteo Becucci. È lui, quello che temo di più».
Mettiamolo in difficoltà, allora.
«Vediamo…per metterlo in difficoltà, sai che cosa farei? Gli assegnerei, come personaggio, un mostro sacro come Mina!».
A proposito di difficoltà. Ho letto in giro che sei uscita da un periodo professionale non del tutto idilliaco.
«C’è stato un momento di carriera in cui ho pensato di mollare tutto. Mi impegnavo, senza riuscire a ottenere quello che volevo. Le opportunità si erano diradate, o comunque, non mi sentivo in grado di coglierle come mi sarebbe piaciuto fare. La mente, in questo caso, gioca un ruolo essenziale. Devo molto a un mental coach, Roberto Re, e ai suoi corsi motivazionali. Un giorno l’ho incontrato, abbiamo parlato delle mie difficoltà. Lui mi ha proposto di frequentare i suoi corsi. Non mi ha fornito formule magiche, mi ha solo aiutata a identificare gli strumenti in mio possesso per utilizzarli al meglio».
I corsi motivazionali sanno di approccio americano. Qual è il punto di forza della loro utilità?
«Nel mio caso, mi hanno aiutata a oggettivarmi. A capire chi ero stata e chi volevo diventare. In più, frequentare i corsi assieme a persone provenienti da settori professionali molto distanti dal mio, mi ha fornito le risposte che cercavo. Quando sei in difficoltà, il confronto con gli altri è decisivo: ascoltare i loro racconti, attingere dalle loro storie. Sono confronti propositivi che aiutano a crescere, a ridefinire un’identità».
Tale e Quale show aiuta un artista a trovare nuove motivazioni?
«È un’opportunità che mi permette di rilanciarmi sotto una veste inedita. È un format in cui la componente emozionale incide parecchio. Sei in diretta, canti dal vivo, sei guardata da una fetta enorme di spettatori, specie alla luce degli ottimi risultati di share ottenuti. Voglio dimostrare che so cantare, che so reggere l’impatto forte dello show live. Per acquisire nuova consapevolezza».
Si dice che l’artista sia il narciso per eccellenza. Da questo punto di vista, uno show del genere solletica le corde del narcisismo.
«Professionalmente, un artista ha bisogno di motivazioni. La componente narcisa è inevitabile, in chi fa il mio mestiere. Esiste però anche la fragilità interiore. La frustrazione è dietro l’angolo, se gli obiettivi ottenuti non sono raggiunti. Un attore esprime la propria forza con il proprio lavoro. Se si sente in difficoltà, si destabilizza».
Rivedendo in blocco la tua carriera, c’è qualche scelta che faresti diversamente?
«Forse in passato avrei dovuto curare maggiormente le pubbliche relazioni. In questo mondo, i rapporti professionali sono importanti, non basta svolgere il lavoro al meglio. Ma non ho rimpianti particolari. Ricomincio da qui».
Ricominci coltivando qualche sogno?
«Un bel film al cinema. Una commedia italiana. Sono una grande fan di Carlo Verdone, mi piacerebbe lavorare con lui. Non scordiamo il grande Christian De Sica, giurato a Tale e Quale. Lui è simpaticissimo, un mostro sacro. Partecipare a un suo progetto, sarebbe un traguardo incredibile».
Nelle tue corde c’è la recitazione brillante…
«Ma sì, c’è la commedia. Senza dubbio. Nelle fiction, spesso mi facevano piangere. In Carabinieri, per esempio. O ne Il commissario Manara, dove facevo sempre la parte della donna tradita. Vorrei un ruolo come quello in 7 vite: interpretavo una pazza psicopatica con una doppia personalità. Mi sono divertita un mondo. Io sono un po’ pazzerella. Mi piace tirar fuori quel lato di me. Anche a teatro: penso allo spettacolo Lui e Lei, con Gabriele Cirilli».
Occhio, però. Se mi dici che sei un po’ “pazza”, gli uomini me li spaventi.
«Attualmente sono single. Ma è arrivato il momento per una relazione importante. Mi sento pronta. Non sono cose che si vanno a cercare. Vediamo che succede».
Famiglia e lavoro sono conciliabili, per una donna in carriera?
«Perché no? Io mi vedo, in un futuro, come una madre di famiglia che non rinuncia alla carriera. In linea generale, al giorno d’oggi, le donne devono saper conciliare il loro ruolo nella società con quello di madri e di mogli. Vuoi perché i tempi sono cambiati, uno stipendio in casa spesso non basta, vuoi perché ci si può conservare donne e femmine senza rinunciare alla propria indipendenza e realizzazione».
Facciamo un ritratto di un potenziale Principe Azzurro.
«Una dote è fondamentale: l’autoironia. Mi piace chi sa affrontare la vita con spontaneità e leggerezza. Saper ridere, di se stessi e delle circostanze, è una qualità determinante».
Quindi dell’aspetto esteriore chissenefrega? C’è speranza anche per i bruttissimi come il sottoscritto?
«Beh, anche l’occhio vuole la sua parte. Una persona, deve piacerti anche esteticamente. Ma non c’è un criterio prestabilito. Rimango molto colpita dal taglio del sorriso e dallo sguardo. Ecco, lo sguardo giusto mi conquista. Dallo sguardo, si percepisce la vitalità di un individuo. La sua componente umana, lo scarto tra ciò che ha dentro e ciò che mostra fuori».

 

Non so voi, ma io mi sto esercitando da stamattina davanti allo specchio, un po’ come Robert De Niro in Taxi Driver, per acquisire quel tipo di sguardo. Proprio quello lì.

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Roberta Giarrusso)