Pubblicato il 26/06/2014, 10:05 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – DIRITTI TV SERIE A: PARTITE CONTESE A SUON DI MILIONI DA SKY E MEDIASET PREMIUM

Continua la telenovela per i diritti tv della Serie A: assegnazione sul filo di lana dopo la guerra di diffide fra Mediaset Premium e Sky.meta name=”news_keywords” content=”il sole 24 ore, diritti, serie a, sky, mediaset premium

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 30, di Marco Bellinazzo e Andrea Biondi.

Partite contese a suon di milioni

Assegnazione sul filo di lana dopo la guerra di diffide fra Mediaset Premium e Sky.

Non è passata inosservata la presenza di Ali Bin Thamer al Thani, componente della famiglia reale del Qatar che controlla indirettamente l’emittente araba Al Jazeera, ieri a Milano, per presentare al mercato l’edizione 2014 di “Brand Italy”, la prima esposizione del Made in Italy che si terrà dal 10 al 12 novembre nell’emirato mediorientale. Al Thani ha confermato l’interesse per Mediaset Premium per un’eventuale partnership. «Stiamo valutando la cosa sotto diversi aspetti e ci stiamo pensando. Mediaset è una grossa azienda e per noi rappresenta una grande opportunità», ha detto all’Ansa.

Insomma un endorsement proprio nel giorno in cui si attendeva il the end della telenovela sull’assegnazione dei diritti tv per la Serie A di calcio del triennio 2015/18. Tutto è stato rimandato invece a oggi quando scadranno i termini (21 giorni dall’apertura delle buste) per l’assegnazione. Alle 9,30 è convocata l’assemblea nella quale i presidenti dei 20 club di serie A più le tre neo promosse dovranno votare (il quorum è a 16 per le prime tre votazione e poi basteranno 12 sì). Ci sarebbe una maggioranza favorevole all’assegnazione, mentre alcune società (Roma, Fiorentina, Juventus e Napoli) avrebbero manifestato più di una perplessità su una decisione che comunque esporrebbe la Lega ad azioni civili di uno dei contendenti e preferirebbero una nuova asta.

Il rinvio di ieri sarebbe stato deciso per permettere a Sky e Mediaset di trovare un accordo sulla futura spartizione dei pacchetti. Un intento piuttosto difficile da realizzare vista la “guerra” a colpi di diffide tra le due emittenti: l’accordo sembra un’opzione irraggiungibile, a meno di miracoli dell’ultim’ora. Del resto, proprio l’altroieri Sky con un comunicato ufficiale aveva precisato che «prima dell’assegnazione da parte della Lega Calcio, non ci sono né le ragioni né le condizioni per accordi tra gli operatori». Certo è che i signori del calcio ora dovranno decidere.

L’orientamento che sembra tuttora prevalente è quello di “massimizzare” le entrate tramite un’attribuzione “incrociata” dei pacchetti principali con le otto migliori squadre (incluse Juventus, Milan, Intere Napoli): a Sky andrebbe il pacchetto per il digitale terrestre (denominato “B”) per cui ha presentato un’offerta di 422 milioni; a Mediaset il pacchetto “A” dedicato al satellite per il quale sono stati offerti 350 milioni. Mediaset otterrebbe inoltre il pacchetto “D” con gli scontri diretti tra le restanti 12 squadre (tra cui la Roma), per cui era stata avanzata una proposta d’acquisto di 306 milioni che ha sbaragliato la concorrenza di Fox (180 milioni), Sky (150 milioni) ed Eurosport (40 milioni), ma che era condizionata alla conquista di uno dei due pacchetti principali. L’en plein, con la possibilità di trasmettere tutta la Serie A, costerebbe a Mediaset 656 milioni, circa 100 milioni in più di quanto Sky ha pagato nell’ultima stagione. Ma darebbe all’emittente della famiglia Berlusconi una posizione di supremazia nel calcio “pay”, avendo pochi mesi fa soffiato proprio a Sky i diritti tv della Champions per il triennio 2015/18 con 230 milioni annui.

L’assegnazione incrociata, che sarebbe propedeutica a uno “scambio” tra i due operatori tv, porterebbe nelle casse della Serie A la cifra record di 1.078 milioni. Cifra destinata a salire visto che dovranno essere rimessi in gara i diritti accessori (il pacchetto “D” con interviste, telecamere negli spogliatoi, eccetera) che avevano una base d’asta di 67 milioni e per quali sono giunte offerte non congrue e quelli del pacchetto “E” per le trasmissioni online andato deserto (base d’asta 109 milioni). Senza dimenticare i diritti internazionali oggi venduti a circa 120 milioni a stagione e quelli per Coppa Italia e Supercoppa (circa 25 milioni). Rispetto al miliardo incassato finora i diritti tv potrebbero fruttare oltre 1,3 miliardi, con un incremento del 30% che farebbe felici i club.

Un bottino di tutto rispetto, anche se resta lontano da quello del calcio inglese che dalla stagione 2013/4 porta a casa 1,8 miliardi, grazie alla gara al rialzo dello scorso anno vinta da BSkyB su British Telecom che ha fruttato alle squadre della Premier League un aumento del 70% rispetto al precedente contratto e a diritti internazionali ceduti praticamente in tutto il mondo. Anche la Bundesliga ha raggiunto record di fatturato in virtù dei maggiori ricavi dalle televisioni, grazie agli accordi stipulati con Sky Deutschland (che ha battuto Deutsche Telekom), con le emittenti del servizio pubblico ARD e ZDF. L’accordo quadriennale da 2,5 miliardi di euro, firmato nell’aprile 2012, porterà nelle casse dei club risorse aggiuntive per il 52 per cento. La quota che le tv gireranno ai club sale infatti a 628 milioni dai 412 milioni del precedente accordo. Per il periodo 2016-2020, infine, la Ligue 1 incasserà 726,5 milioni di euro a stagione (nel quadriennio fanno circa 3 miliardi).

Al termine di una gara che ha determinato un incremento di oltre il 20% rispetto al precedente contratto (il quale assicura fino al 2016 poco più di 600 milioni a stagione) si sono aggiudicati i diritti tv francesi Canal+, storico partner della Lega calcio transalpina, e Bein Sport, la rete globale di canali sportivi di Al Jazeera Media Networks appartenente al Qatar Investments Sport (proprietario anche del Psg). Tornando alle questioni italiane il nodo da sciogliere riguarda la “no single buyer rule” e il fatto che Sky risulta aver depositato le buste più elevate per il pacchetto “A” relativo al satellite (357 milioni) e per quello “B” del digitale (422 milioni). La legge Melandri stabilisce che «è fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette». Principio ripreso nell’invito a offrire predisposto da Lega e dall’advisor Infront.

Tuttavia, Sky ritiene che non sia vietata l’assegnazione congiunta dei pacchetti A e B e di non incorrere in questo divieto non avendo presentato offerte per il pacchetto online e avendone presentata una sotto base d’asta per il pacchetto D. Per l’emittente che fa capo al network di Rupert Murdoch spetta all’Antitrust decidere se c’è abuso di posizione dominante dopo l’assegnazione, nel quale caso Sky si è detta pronta ad adottare «la soluzione che dovesse rendersi necessaria, inclusa la distribuzione tramite operatori terzi dei diritti acquisiti».