Pubblicato il 22/06/2014, 10:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – GILETTI: «CONQUISTO LA PRIMA SERATA DI RAIUNO, TRA POLITICA E INTRATTENIMENTO»

«Promosso» dopo 20 anni di conduzioni. «Vittoria del mio gruppo di lavoro, bisognerà incrociare i modelli Vespa e Fiorello».

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 42, di Paolo Conti

 

«Promosso» dopo 20 anni di conduzioni. «Vittoria del mio gruppo di lavoro, bisognerà incrociare i modelli Vespa e Fiorello»
Giletti: conquisto la prima serata di Raiuno, tra politica e intrattenimento

ROMA – Massimo Giletti, è giunta l’ora della sua prima serata su Raiuno…
«Sì, dopo vent’anni di conduzioni, approdo alla prima serata su Raiuno, il mercoledì, da febbraio 2015 all’inizio di aprile».

Sarà un’«Arena» in versione serale, viene da pensare.
«Esattamente il contrario. Bisognerà dimenticare “l’Arena”, che continuerò comunque a condurre. Si tratta di un esperimento, un incrocio e una sovrapposizione di linguaggi. Stiamo lavorando con Giampiero Solari, che è anche l’autore di Fiorello. Ci sarà la politica, l’attualità, l’intrattenimento. Anzi, più intrattenimento che attualità. Varietà e paillettes non funzionano più. Dovremo studiare molto».
È già pronto un titolo, un marchio da lanciare?
«No, ci stiamo pensando. Una cosa è certa ed è chiara. Per la prima volta da anni, una prima serata di Raiuno viene ideata all’interno dell’azienda con un budget ridottissimo rispetto ad altri prodotti di questo tipo. È una sfida molto stimolante, fortemente voluta dal direttore di Raiuno Giancarlo Leone proprio perché si torna a produrre idee all’interno della vecchia fabbrica della Rai. Sono sempre stato contrario ai format industriali».
Ha modelli di riferimento? Pensa più a Vespa o a Fiorello?
«Bisognerà incrociare quei due grandi modelli. Lo ripeto, non sarà facile. Ma nel momento in cui l’azienda di Stato è chiamata a ripensarsi, a immaginarsi diversa nel futuro, è chiaro che questo ritorno alla produzione interna di format e di moduli innovativi fa parte di un progetto ben più generale. La mia ambizione è regalare un’emozione al telespettatore».
Il premier Renzi continua a ripetere che il cambiamento della tv pubblica è al centro della sua agenda politica. Lei si sente minacciato dall’aria che tira all’interno della Rai?
«Come diceva Flaiano, nella Rai sembrano tutti impegnati a correre in soccorso del vincitore, a salire sul suo carro. Vedo spuntare tanti renziani che prima la pensavano molto diversamente… Io non temo nulla. Non ho mai avuto l’istinto né il bisogno di schierarmi. Mi ritengo un artigiano della tv che ha avuto la fortuna di studiare il mestiere nella bottega di Giovanni Minoli, dalla quale anni fa sono usciti tanti giovani talenti. Con Michele Santoro, Minoli ha rappresentato un modello di lavoro e di capacità di costruzione delle nuove generazioni. La mia prima serata, nel mio piccolo, rappresenta una vittoria del mio gruppo di lavoro e un segnale positivo per la crescita di professionalità destinate ad arricchire la Rai del futuro».
Ottimista o pessimista sul futuro della Rai?
«Penso che contino più gli uomini e le intelligenze di tutto il resto, basta insomma puntare sulla meritocrazia, anche se alla Rai non sempre è accaduto… Comunque sia, osservo che qualsiasi azienda sarebbe crollata dopo anni e anni di polemiche politiche, continui cambi di vertice, attacchi di qualsiasi tipo, con un direttore generale privo dei poteri comuni a quelli previsti in qualsiasi altra azienda. Invece la Rai è ancora lì, che va avanti, tuttora centrale nel sistema culturale del nostro Paese. Qualcosa vorrà pur dire, no?».