Pubblicato il 21/06/2014, 14:05 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – LA TV È GIÀ PRONTA: LA TRAGEDIA PRESTO SARÀ UNA FARSA A PUNTATE

“Bisogna battere il ferro finché è caldo” ha detto il produttore Pietro Valsecchi nell’annunciare una serie televisiva sull’assassinio di Yara Gambirasio. Così dall’articolo de Il Fatto quotidiano.

 

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 12, di Nanni Delbecchi

 

SANGUE E ASCOLTI

La tv è già pronta: la tragedia
presto sarà una farsa a puntate

“Bisogna battere il ferro finché è caldo” ha detto il produttore Pietro Valsecchi nell’annunciare una serie televisiva sull’assassinio di Yara Gambirasio; non solo bisogna farla, ma bisogna farla subito, prima che si attenui l’onda dell’emozione, mentre Massimo Bossetti, il presunto killer, presidia le prime pagine senza avere confessato alcunché (con tanti saluti alla presunzione di innocenza), e a sua volta la madre Ester Azzuffi nega di averlo avuto dalla relazione clandestina con l’autista Antonio Guerinoni, come sostengono gli inquirenti impugnando la prova del Dna.
INSOMMA, il ferro non è caldo, è rovente: che aspettiamo ancora con le mani in mano? Il soggetto è bello e pronto, il soggetto che gli showrunner di Hollywood hanno sempre sognato ma avevano scartato, perché in loro sopravvive il senso della vergogna. Sbaragliato anche zio Michele, che sull’assassinio della nipote Sarah Scazzi cambiava versione una volta alla settimana, proprio i tempi giusti delle serie tv, ma senza decidersi una volta per tutte su quella definitiva. Per Valsecchi e gli altri produttori, un supplizio di Tantalo. Qui invece abbiamo fatto bingo con un colpo secco; quattro anni di false piste alla ricerca dell’Ignoto 1 e poi le analisi della scienza che smascherano l’omertà degli uomini, proprio come in America. Una Dinasty della Val Brembana potenzialmente infinita. Uno sputtanamento casa per casa, ma in nome della giustizia, su cui si può campare per anni. Dunque, ciak si gira, e non solo, perché c’è da scommettere che le altre reti non resteranno a guardare. Ecco alcune indiscrezioni in anteprima. Sul cast regna ancora l’incertezza, tutto dipende da chi la trasmetterà. Se sarà Mediaset, sceneggiatura grand-guignol affidata a Teodosio Losito con Gabriel Garko e Manuela Arcuri protagonisti, nel ruolo degli amanti del peccato. Per il ruolo del figlio della colpa, sempre Garko, però con la
barba. Se invece dovesse spuntarla la Rai, avremo meno melodramma e più crisi di coscienza. Per il ruolo di Bossetti pressoché certo Beppe Fiorello, in pole position per quello dei genitori Claudio Santamaria e Kasia Smutniak. In ogni caso si pensa di offrire a Marco D’Amore la parte del piastrellista maghrebino ingiustamente sospettato.
IL PLASTICO non basta più. Bruno Vespa medita di trasferirsi nello Studio 5 di Cinecittà, quello in cui Fellini ricostruì Via Veneto. Bruno invece potrebbe ricostruirvi una “Bergamasca in miniatura”, fedele replica in scala di Brembate di Sopra ma anche di Brembate di sotto (in rispetto della par condicio); Vespa, Crepet e gli altri opinionisti e criminologi non resteranno seduti in poltrona, ma potranno aggirarsi materialmente e curiosare nei luoghi chiave del delitto, che peraltro già tutta Italia conosce nel dettaglio; le contrade, la palestra, la discoteca, il solarium, la legnaia…
Allo studio anche un reality “on the road”, sul modello di Pechino Express. I concorrenti partono da Avetrana su una corriera d’epoca ispirata a quella guidata a suo tempo dal Guerinoni. Si arriva a Brembate di sopra, e si risale la penisola facendo tappa nelle principali capitali dei morti ammazzati: Ascoli Piceno, Erba, Motta Visconti… Se Costantino della Gherardesca si rifiutasse di condurlo, si proverà a contattare Gianluigi Nuzzi o Salvo Sottile. Forse nemmeno Sky resterà a guardare. Allo studio ci sarebbe un canale satellitare affidato al ministro dell’Interno Angelino Alfano. Lui stesso provvederebbe a diffondere le ultime notizie relative al processo Bossetti, con aggiornamenti ogni 15 minuti, e avvalendosi della consulenza di altri prestigiosi politici come Claudio Scajola (quest’ultimo, a sua insaputa). Ecco le prime, frammentarie indiscrezioni, a cui di sicuro ne seguiranno altre. C’è poi la remotissima possibilità che il Bossetti venga assolto, ma nemmeno questo sarebbe un problema. A quel punto ci saranno già talmente tanti individui, famiglie e interi paesi rovinati che una bella fiction ci scappa lo stesso.