Pubblicato il 18/06/2014, 11:31 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – LUIGI GUBITOSI: «SONO TROPPE LE DODICI TESTATE RAI»

Il Direttore Generale di Viale Mazzini, presente a un convegno sul servizio pubblico, ha espresso le sue idee di rinnovamento della tv di Stato.meta name=”news_keywords” content=”luigi gubitosi, rai, tesatte, il sole 24 ore

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 25, di Marco Mele.

Gubitosi: sono troppe le dodici testate Rai

Il numero delle testate della Rai, dodici, è eccessivo: occorrono accorpamenti, più che tagli alle risorse. È una delle indicazioni lanciate da Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, al convegno «Televisione e Internet: operazione 2016. Serve ancora un servizio pubblico?». I tempi stringono: in un ordine del giorno presentato alla Camera da Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Vigilanza, fatto proprio dal Governo, si vuole anticipare il rinnovo della concessione Stato-Rai di un anno e di presentare, entro fine 2014, una riforma del canone oltre ad aprire da subito una consultazione su funzione e missione del servizio pubblico. Un altro ordine del giorno, della Lega Nord, impegna il Governo a destinare alle tv locali i 150 milioni che il decreto Irpef prevede di non far riversare dal Tesoro alla Rai sul canone di quest’anno. Dovevano contribuire al finanziamento degli 80 euro in più nel netto in busta paga. Ora dovrebbero finanziare i concorrenti della Rai nell’informazione regionale.

Al convegno degli ex parlamentari, Carlo Rognoni, ex consigliere Rai, lancia alcune proposte: «Vista la rapidità dei cambiamenti in atto, non sarebbe preferibile un rinnovo a dieci anni e non a venti della concessione?». Ancora: «È possibile immaginare un rapporto diverso tra un certo mondo delle tv locali e la Rai, visto che va ripensato lo sviluppo di servizi e informazione di prossimità?». Piero De Chiara propone un rovesciamento del rapporto tra Rai e produttori indipendenti, «oggi considerati come appaltatori e che invece devono essere il fine, quello per cui spendiamo». Per Stefano Balassone il numero eccessivo di canali televisivi ha reso i programmi italiani «a basso costo, dilatati nel tempo e ha incentivato gli acquisti dall’estero». Michele Mezza sottolinea come nel nuovo sistema informativo l’utente sia «un co-produttore» mentre i giornali, come scrive il direttore del Financial Times, devono «disancorarsi dalle news, per contestualizzare e decifrare le notizie degli altri».