Pubblicato il 18/06/2014, 09:02 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – LUIGI GUBITOSI SE NE VA, CORSA ALLA POLTRONA RAI

Escluso dal giro delle nomine, il dg è pronto ad andare a Merrill Lynch. Per la successione in pole De Siervo e la Mansi.meta name=”news_keywords” content=”luigi gubitosi, rai, dg, libero

Rassegna stampa: Libero, pagina 13, di Enrico Paoli.

Gubitosi se ne va, corsa alla poltrona Rai

Escluso dal giro delle nomine, il dg è pronto ad andare a Merrill Lynch. Per la successione in pole De Siervo e la Mansi.

Prima la quotazione in borsa di Rai Way per recuperare i 150 milioni di euro trattenuti dal governo per far quadrare i propri conti. Poi l’addio alle armi, in modo da lasciare campo libero al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e di riflesso ai renziani, sia quelli dentro che fuori viale Mazzini che ha formalmente aperto «il dossier sulla Rai». E così l’attuale direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, vista la situazione avrebbe pensato bene di aprire l’ombrello prima che piova. Perché la pioggia arriverà eccome. Non foss’altro che per la stesura del bilancio della tv pubblica, di salute tutt’altro che ottima.

Non solo. L’esser rimasto fuori dal giro delle nomine governative il manager puntava alle Poste o Enel, Palazzo Chigi gli aveva offerto Terna o un ruolo di «tagliatore di spese» al ministero dell’Economia ha fatto sì che fra il direttore generale e il presidente del Consiglio sia calato il gelo. In questo modo ogni scelta che farà viale Mazzini, come fanno notare gli uomini di Renzi, non sarà imputabile a Palazzo Chigi e a chi vi risiede. Per quest’ordine di ragioni il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, avrebbe raggiunto un preaccordo con i vertici della Merryl Lynch, la banca internazionale d’investimento con sede a New York, per tornare a lavorare laddove la sua carriera di manager ha spiccato il volo.

Dopo aver guidato Wind ed esser transitato in Fiat, l’attuale numero uno di viale Mazzini ha ricoperto il ruolo di country manager e responsabile del corporate investment banking della Bank of America per l’Italia, cioè Merrill Lynch. Secondo quanto risulta a Libero, Gubitosi avrebbe avuto contatti anche con altre banche d’affari internazionali, ma le trattative si sarebbero fermate sulla questione dei tempi. L’attuale direttore della Rai, che non ha avuto ancora nessun contatto diretto con il premier, vuole prima portare a termine l’operazione Rai Way e solo dopo rendersi libero. Secondo le stime più attendibili il periodo indicato per «l’addio alle armi» è da collocarsi fra novembre e dicembre. Quanto basta al governo per mettere mano alla legge Gasparri, in modo da modificare la governance della Rai, e chiudere in anticipo la partita della convenzione ventennale con lo Stato per l’affidamento del servizio pubblico, in modo da affrontare il 2015 in tutta tranquillità, avendo come unico fronte aperto il nodo del canone.

Con questi due obiettivi centrati l’esecutivo non dovrà nemmeno prorogare l’attuale consiglio di amministrazione, che scade nella primavera del 2015, provvedendo a nominare un board di stretta osservanza renziana. Sempre che le modifiche alla legge Gasparri non intervengano anche su questo particolare. Ovviamente le voci sul futuro di Gubitosi hanno già scatenato la corsa alla successione, dato che la prossima nomina potrebbe essere per la carica di ad e non più di direttore generale. Fra i papabili c’è il renziano di ferro Luigi De Siervo, appena indicato dal vertice di viale Mazzini per la guida di Rai Com. Una società esterna che avrà tutte le deleghe commerciali e che porterà al suo interno lo sviluppo commerciale (compreso Rai-Eri) e la parte marketing-distribuzione sia di Rai Net sia di Rai World. La nuova società sarà guidata, con il ruolo di amministratore, da De Siervo. Fiorentino doc, amico di Renzi, in Rai dal 1999, da quattro anni alla guida della Sviluppo commerciale. Di recente è stato nominato anche al vertice dell’Adrai, il sindacato dei dirigenti di Viale Mazzini. Un viatico perfetto per arrivare al comando dell’azienda.

Dall’esterno potrebbe arrivare Antonio Campo Dall’Orto, temporaneamente «parcheggiato» da Renzi nel consiglio di amministrazione delle Poste, dopo aver lavorato a Mediaset e a La7. Ma il vero outsider potrebbe essere Antonella Mansi, in uscita dalla Fondazione Monte dei Paschi. Sulla scelta del nome molto dipenderà da come la Rai arriverà alle scadenze di fine anno e quali indicazioni daranno al premier i gran consiglieri in materia di televisione, Giovanni Minoli e Enrico Mentana. Nel frattempo qualcosa si muove anche in Parlamento. Un ordine del giorno presentato alla Camera dal Pd e fatto proprio dal governo, mette in fila le priorità relative al «dossier Rai», già sul tavolo dell’esecutivo. «Aprire da subito una grande consultazione, anticipare il rinnovo della concessione Stato-Rai alla primavera del 2015, presentare, entro l’anno, una proposta di riforma organica del canone». Spiega Vinicio Peluffo, deputato del Pd, nel presentare l’iniziativa. Il futuro, forse, è già iniziato. Anche senza la «consultazione popolare» evocata da Renzi.