Pubblicato il 15/06/2014, 14:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – RAI, IL PREMIER ACCELERA: APRIRE SUBITO IL DOSSIER

«Il dossier sulla Rai va aperto sul serio. Siamo a un bivio», dice il premier Matteo Renzi sottolineando che la Rai deve «essere davvero servizio pubblico» e compiere «un’azione culturale».

 

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 3, di B. L.

 

Rai, il premier accelera: aprire subito il dossier

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ROMA «Il dossier sulla Rai va aperto sul serio. Siamo a un bivio», dice il premier Matteo Renzi sottolineando che la Rai deve «essere davvero servizio pubblico» e compiere «un’azione culturale». Renzi, che parla all’assemblea del Pd, è convinto che il suo partito deve portare avanti una «battaglia sul medio periodo che è la vera sfida, perché la crisi economica non la vinci semplicemente sulle battaglie in Europa o contro burocrazia. Come lettura del voto del 25 maggio l’unica carta che il Pd deve giocare nei prossimi mille giorni è una gigantesca sfida educativa, culturale, di rilancio del Paese che parta dalla scuola, dalla cultura, dalla Rai e dall’innovazione».
Per fare questo, secondo Renzi, i partiti devono uscire da Viale Mazzini. «I partiti in questi anni hanno ceduto spesso a un atteggiamento di pensare di poter avere un ruolo, poter giocare un piccolo potere. E un dato di fatto oggettivo». Il Pd, continua Renzi, deve proporsi «come strumento che tiene fuori l’interesse del singolo partito e porta dentro la Rai politica con la ‘P’ maiuscola. Una sfida alta, senza interessi di bottega», fatta «superando il piccolo cabotaggio di quei politici che cercano di avere un servizio in più nel tg regionale delle 22». Ma la Rai, per il premier che in autunno è determinato a cambiare la legge Gasparri e il sistema di nomine («il duopolio con Mediaset è finito, il mondo è cambiato»), non può neanche finire «in pasto al sindacato di turno che vive una realtà parallela». «Con quel numero di dipendenti, quel numero di sedi regionali e quel potere pervasivo della politica non andiamo da nessuna parte». E respinge con stizza l’accusa «mossa ogni settimana», del «patto segreto col Cavaliere», legata a quella di voler smantellare la Rai. Immediata la replica dell’Usigrai, che si dice pronta all’operazione trasparenza. «Anche noi siamo convinti che il dossier Rai vada aperto sul serio. Renzi vuole cacciare i partiti e i governi dal controllo della Rai? Non vediamo l’ora», scrive il sindacato dei giornalisti Rai. «Siamo pronti a un confronto su dati e numeri al tavolo annunciato dal sottosegretario Giacomelli e che ancora attendiamo». Infine una puntualizzazione: «riorganizzare e rilanciare non vuol dire ridimensionare né licenziare. Noi, intanto, una proposta l’abbiamo già avanzata davanti alla Vigilanza Rai: aprire subito una Commissione di indagine e di proposta per una operazione verità sui conti che permetta di intervenire su sprechi e inefficienze. Azionista, Parlamento, azienda e sindacati: in 30 giorni rendiamo la Rai una casa di vetro. Cosa ne pensa il presidente del Consiglio? Intanto gli ricordiamo che l’Usigrai è il sindacato che ha riportato i concorsi pubblici in Rai, che ha sfiduciato un direttore generale e che chiede da sempre carriere trasparenti».
USIGRAI IN TRINCEA
Interviene anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Aspettiamo che il governo precisi i contorni sull’anticipazione della nuova concessione. Questo è il cuore della vicenda Rai. Attendiamo che il governo ci comunichi le sue intenzioni e attendiamo che Gubitosi ci incontri per sapere quale soluzioni interne intende adottare per risparmiare soldi e prepararsi a resettare la Rai». Sempre dal fronte sindacale il segretario della Fnsi Franco Siddi dice «no alla Rai nel mirino da destra e da manca a colpi di spot, battute e slogan. Sì invece a chi la Rai la vuole rivoluzionare davvero, partendo dall’eliminazione dell’invadenza dei partiti». Per Siddi «si può semplificare tutto, ma non ridurre tutto a uno slogan».