Pubblicato il 14/06/2014, 14:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – ANDREA SCROSATI, VICEPRESIDENTE DI SKY: «L’UNIONE ABBASSA I COSTI»


Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky, fa il bilancio degli alti ascolti dell’emittente. «Ci possiamo permettere serie come “Gomorra” grazie a partner internazionali. Per l’intrattenimento invece i budget sono concorrenziali»

 

RASSEGNA STAMPA: Il Messaggero, pagina 23, di Marco Molendini

 

Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky, fa il bilancio degli alti ascolti dell’emittente. «Ci possiamo permettere serie come “Gomorra” grazie a partner internazionali. Per l’intrattenimento invece i budget sono concorrenziali»
«L’unione abbassa i costi»

IL PERSONAGGIO

I successi non vengono per caso. Prendiamo Gomorra, la serie ispirata e suggerita dal romanzo di Roberto Saviano che si è appena conclusa su Sky. Ha fatto il pieno di spettatori (850 mila di media, vale dire tre volte quelli del celebratissimo Romanzo criminale) e di commenti (sulla qualità assoluta del prodotto). Non si è risparmiata neppure qualche polemica (sulla crudezza del linguaggio, effetto di un minuzioso realismo). Una scommessa nata sull’investimento produttivo e sull’idea che si possono realizzare prodotti di alto profilo destinati a non consumarsi nei confini di casa. «Abbiamo venduto Gomorra in 60 Paesi prima di metterlo in onda. Il tycoon americano Harvey Weinstein ha pagato una cifra che è la più alta mai pagata per una serie italiana. Insomma, abbiamo dimostrato che da noi c’è una potenzialità straordinaria produttiva e di scrittura che non è seconda neppure rispetto a Hollywood» dice Andrea Scrosati, vice presidente di Sky Italia con delega all’area cinema e allo spettacolo, in pratica l’anima della programmazione di intrattenimento sulla piattaforma satellitare.
COPRODUZIONI
Il discorso è presto fatto, mentre i network generalisti sono costretti dalla crisi a tagliare sul prodotto, abbassando la qualità, il gruppo Murdoch può lanciare una serie come Gomorra, costata il doppio rispetto a Romanzo criminale, ovvero un milione e 300 mila euro l’ora. Ma, in realtà, grazie alla presenza dei partner internazionali, il costo per Sky Italia è diminuito: 500 mila euro l’ora rispetto ai 650 di Romanzo criminale. Con la stessa logica si sta lavorando alla serie su Diabolik: «Noi ci metteremo solo un terzo del costo, perché è una coproduzione con BskyB e Sky Deutschland spiega -. Così possiamo lavorare con i tempi giusti, senza la fretta che hanno gli studios di Hollywood che sfornano 160 serie l’anno e spesso girano tutto in tre mesi. In tal modo la qualità si abbassa e, alla fine, sono solo una decina i prodotti di alto livello. In questo senso per noi c’è lo spazio per un lavoro da sartoria di alto lusso». Una collaborazione stretta con il network di casa che fa pensare a un anticipo del progetto dell’azienda madre, BskyB, di acquisire Sky Italia: «Già oggi collaboriamo strettamente. Ma lo facciamo anche con altri. Per esempio Il giovane Papa, su cui Paolo Sorrentino lavorerà quest’estate, sarà coprodotto con Canal Plus. Ma si aggiungeranno molti altri partner». Meccanismo che permetterà di investire con larghezza di mezzi: «Credo che ci sia un’opportunità straordinaria per l’Italia, la possibilità di creare un’industria creativa che investa anche sui giovani, magari lavorando con società di qualità come Cattleya, seguendo esempi come quelli dei Paesi scandinavi, specializzati sul thriller con serie come The killing o The bridge, o di Israele, altro centro di produzione d’eccellenza, che può vantare i 15 remake di In Treatment o il successo di Homeland». Detto questo, ci sono esempi di operazioni riuscite a basso costo: «Quando c’era Berlinguer di Veltroni è costato 300 mila euro, in sala ne ha già guadagnati 750 mila, la messa in onda ha avuto l’ascolto più alto mai registrato da un documentario su Sky e ci sono almeno 50 richieste di proiettarlo nelle feste pubbliche estive». Il discorso della qualità riguarda anche la linea seguita sull’intrattenimento: «È il lavoro che abbiamo fatto con X Factor che, tra l’altro ha puntato molto sull’interazione con gli abbonati. Tanto che il programma ha raccolto 15 milioni di voti. The Voice ne ha avuti 500 mila, Sanremo 700 mila». Nella prossima stagione Sky avrà nel suo carnet Italia’s got talent, strappato a Canale 5: «Maria De Filippi ha fatto uno straordinario lavoro ma noi faremo una scelta diversa, riportando il programma, che è quello più di successo al mondo, al suo stile originale. Insomma, meno Corrida e più X Factor, meno personaggi che fanno ridere e più talenti veri».