Pubblicato il 13/06/2014, 12:04 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – PAOLO RUFFINI: «NIENTE SCUSE ALLA LOREN. I REGISTI? CHE SPOCCHIA»

Continua la polemica sull’attore che ha chiamato «topa» la star alla consegna dei David. Nel frattempo lui si scatena.meta name=”news_keywords” content=”il giornale, paolo ruffini, sofia loren, david di donatello

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 27, di Matteo Sacchi.

Il comico contro tutti «Niente scuse alla Loren. I registi? Che spocchia»

Continua la polemica sull’attore che ha chiamato «topa» la star alla consegna dei David. Nel frattempo lui si scatena.

Una volta esisteva una televisione un po’ imbalsamata. Roba che ti propinavano, chessó, Bianciardi che parlava della Vita Agra. Oppure si poteva discutere per ore di un centimetro di gambe delle gemelle Kessler. Per fortuna è finita con tutta quella cultura&censura? Mah… Quando martedì sul palco dei David di Donatello è salita Sofia Loren (quel tipo di attrice a cui, sempre una volta, si spendeva l’aggettivo “divina”) e Paolo Ruffini l’ha accolta con un bel «Devo dire la verità signora Loren è sempre una topa meravigliosa… Se lo lasci dire». Un bel pezzo di pubblico ha provato un brivido. Non era né la prima né l’ultima gaffe di Ruffini nel corso della serata. Possiamo citare le ripetute «Maremma Maiala» o Bellocchio che a un certo punto di fronte alle domande senza senso di Ruffini sbotta: «Ma che domande mi fai? Non sono stato scoperto mica ora, ma cinquant’anni fa». O Paolo Virzì che tenta disperatamente di far ragionare il presentatore: «Io capisco tutto, però modera un po’ il linguaggio, il lessico… Fai a modino, Paolino».

Però se il resto era semplicemente sopra le righe in molti hanno avuto la sensazione che con la Loren-topa si sia passato un limite invalicabile. A partire dalla Loren stessa. Per capirlo bastava il suo sguardo pietrificato durante la trasmissione: una bellissima signora, che compirà 80 anni a settembre, e che arriva per ricevere il premio speciale per l’interpretazione in Voce umana di Jean Cocteau una cosa così non se l’aspetta. Prima ha messo su un sorriso di circostanza, restando lì con il premio in mano. Poi ha chiosato con un bel toscanismo anche lei. «Proprio una bischerata eh?». Decisamente più feroce il pubblico dei social network che ha aperto il fuoco su Ruffini. Da lì è partita una vera e propria disfida della topa. Culminata nell’attacco di Aldo Grasso, potente critico del Corriere della Sera: «La Rai non è capace di allestire una qualunque cerimonia di premiazione, sia essa il David o il Festival di Venezia… Ma almeno un po’ di professionalità, quella sì. E poi, dopo simili scene, non lamentiamoci se lo Stato taglia i fondi al cinema».

Di fronte a un simile cannoneggiamento ha provato a metterci una toppa (si con due “P” in questo caso) Marco Giusti che della trasmissione è autore. Ha sdrammatizzato sul sito Dagospia: «una battuta, un po’ sguaiata, detta come complimento pesantuccio in una diretta un po’ concitata da un presentatore scelto perché veloce e irriverente». Cercando persino di riportare Ruffini a una dimensione più intellettuale: «Lo scontro Ruffini-Mastandrea rivela lo scontro ormai inevitabile tra cinema comico popolare e cinema diciamo d’autore, ma sarebbe più giusto dire fighetto romano-centrico». Ma lo ha fatto dopo la capatina che Ruffini, ha fatto, mercoledì, alla Zanzara di Radio24 dicendone di ogni… La Loren? «Perché dovrei pentirmi, topa è un complimento eccezionale. Non credo sia una cosa deprecabile. E come dire una bella ragazza». I David e la cerimonia? «Di solito la cerimonia dei David è una rottura di coglioni inenarrabile, si è cercato di tirarla su. Le gaffe sono altre… Davanti avevo un pubblico spocchioso e di rompicoglioni… l’avesse detto la Littizzetto, “la topa”, non avrebbero detto nulla». La gente che si è arrabbiata sui social? «Ho ritwittato tutti gli insulti». I registi indispettiti? «Tra i registi c’è una totale mancanza di autoironia. È gente che scoreggia da sola nella stanza, si auto annusa e si fa i complimenti… non ti puoi sentire ‘sto cazzo perché sei regista. Sorrentino? Un pochino si sente ‘sto cazzo».

E se il direttore di Rai1 Giancarlo Leone si è scusato su Twitter e ieri il consigliere Rai Antonio Verro è intervenuto cospargendosi il capo di cenere «Sofia Loren è un mito, è il cinema e non può essere trattata così da un presentatore di cui tra qualche mese nessuno ricorderà neanche il nome… mi scuso io per lui» sul sito dell’azienda tutte le gaffe di Ruffini sono rimaste inserite nella sezione di video da non perdere. La topa fa clic.