Pubblicato il 29/04/2014, 12:35 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – MEDIASET TENTA LA SCALATA ALLA PAY EUROPEA CON L’AIUTO DI AL JAZEERA

L’ipotesi di un ruolo anche per Vivendi. Gli ostacoli per il riassetto di Digital Plus. I colloqui su una società con Premium e la partecipazione in Spagna.meta name=”news_keywords” content=”corriere della sera, mediaset, al jazeera, premium, digital +

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 29, di Paola Pica.

Mediaset, avanza il piano Al Jazeera

L’ipotesi di un ruolo anche per Vivendi. Gli ostacoli per il riassetto di Digital Plus. I colloqui su una società con Premium e la partecipazione in Spagna.

Potrebbe essere la volta buona e i primi a crederci sono i mercati. L’ingresso dei capitali del Qatar, attraverso Al Jazeera, in una piattaforma europea della tv a pagamento controllata da Mediaset è oggi qualcosa di più di quella ipotesi che circola da mesi. Contatti e incontri al vertice dei gruppi televisivi si sono intensificati nelle ultime settimane, coinvolgendo anche Vivendi, l’editore multimediale francese quotato a Parigi e a Wall Street presente nella pay tv con Canal Plus. Che la trattativa abbia almeno un’accelerazione, con la possibile apertura della «data room», è stato in qualche modo confermato da una nota con la quale, nell’ultimo fine settimana, la stessa Mediaset si è affrettata a chiarire come le valutazioni delle banche d’affari sul valore patrimoniale di Premium siano «ipotesi datate e divergenti effettuate senza avere accesso ai numeri reali».

Tra gli analisti di Jp Morgan che stimano a circa 800 milioni il valore della pay tv del gruppo Berlusconi e quelli di Mediobanca che lo ridimensionano fino a 300, Mediaset ha ricordato «il valore strategico dell’asset, cruciale nel mercato televisivo italiano per base clienti, fatturato e diritti che detiene», senza contare le sinergie internazionali. Oltre a Italia e Francia, la partita europea della tv a pagamento vede coinvolta la Spagna e il suo operatore monopolista, Digital Plus, partecipato da Mediaset al 22%, una quota paritetica a quella in mano a Telefonica e minoritaria rispetto al 56% detenuto dal primo socio, Prisa. Anzi, il buon esito dell’accordo internazionale dipende anche e soprattutto da Madrid e dalla riorganizzazione delle attività spagnole di Mediaset. Il Biscione aveva annunciato già lo scorso 18 dicembre il progetto di integrazione delle attività di Italia e Spagna nella pay tv in una newco aperta a partner industriali e finanziari.

Una delle incognite è oggi rappresentata da Prisa e dalle scelte che farà nella tv. Il gruppo che pubblica il quotidiano «El Pais» è gravato da debiti per circa tre miliardi e ha già dato il via ad alcune cessioni, tra cui una quota di Mediaset Espana. La nascita di un operatore multinazionale, con la leadership di mercato nell’Europa mediterranea sarebbe certo in grado contenere le mire espansive di Rupert Murdoch che, fin qui, non è mai riuscito a mettere piede nè in Francia, nè in Spagna. E tuttavia tra gli addetti ai lavori c’è chi assicura che la NewsCorp del tycoon australiano (con passaporto americano) si sia già fatta avanti per il nuovo veicolo europeo. Sarà solo una questione di prezzo?

In Italia il duello Sky (controllata di NewsCorp) e Mediaset è tra i più impegnativi. Di recente il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e Giuliano Adreani ha segnato un punto a favore con la conquista dei diritti di tutte le dirette delle partite, i gol, le immagini di Champions League 2015-2018. A metà maggio si apre l’asta per i diritti della Serie A, appuntamento al quale Mediaset potrebbe presentarsi già forte dell’accordo con Al Jazeera e Canal Plus, almeno secondo Piazza Affari che ieri ha accordato al titolo un altro rialzo dell’1,43%. Qualche indicazione in più potrebbe arrivare oggi dall’assemblea dei soci convocata a Cologno Monzese per l’approvazione del bilancio che ha visto il ritorno all’utile nel 2003 e la «divisione» Premium crescere del 6,6% a 552 milioni di ricavi.