Pubblicato il 21/04/2014, 14:35 | Scritto da La Redazione

RICCARDO CRESCI: «SCOPRO IL BELLO DI UNA TV DI SERVIZIO, A CONTATTO DIRETTO CON LA GENTE»

RICCARDO CRESCI: «SCOPRO IL BELLO DI UNA TV DI SERVIZIO, A CONTATTO DIRETTO CON LA GENTE»
TVZOOM ha incontrato il giovane conduttore che, nel ruolo di “Sir Richard”, cura un’insolita rassegna stampa nel programma “Buongiorno, Alice”, dal lunedì al sabato alle 7.30 su Alice (canale 221 DTT). Tra aneddoti e opinioni, Cresci ha svelato anche il suo sogno nel cassetto: riattualizzare “Il pranzo è servito”.meta name=”news_keywords” content=”riccardo cresci, alice, buongiorno alice, […]

TVZOOM ha incontrato il giovane conduttore che, nel ruolo di “Sir Richard”, cura un’insolita rassegna stampa nel programma “Buongiorno, Alice”, dal lunedì al sabato alle 7.30 su Alice (canale 221 DTT). Tra aneddoti e opinioni, Cresci ha svelato anche il suo sogno nel cassetto: riattualizzare “Il pranzo è servito”.meta name=”news_keywords” content=”riccardo cresci, alice, buongiorno alice, sir richard 

Da lunedì al sabato alle 7.30 su Alice (canale 221 DTT), all’interno del contenitore di attualità, gossip, cronaca, benessere Buongiorno Alice, condotto da Valeria Ciardiello, Riccardo Cresci si trasforma in Sir Richard. Un supereroe dal taglio aristocratico. L’ex volto meteo di SkSkyTg24 e SkyMeteo24 esplora vie e storiche piazze della capitale, per curare un’insolita rassegna stampa contaminata dalla passione popolare. Chiacchiera con edicolanti, baristi, cittadini comuni, commenta le notizie salienti della giornata. Raccoglie auspici e pareri col filtro indispensabile dell’ironia. Vive l’inconsulto proliferare di varia umanità partecipe delle italiche vicissitudini.

Qualcuno disse che i sogni muoiono all’alba. Non credetegli. Chi, come Sir Richard, l’alba la incontra tutte le mattine, – l’alba di Roma, poi, ha un sapore tutto speciale – sa bene che i sogni si accompagnano al sole nascente. E lui ha rivelato a TVZOOM un sogno professionale stimolante e molto, molto ambizioso…
Eccoci qui, Riccardo. O devo chiamarti Sir Richard?
«Devi sapere che, quando ero piccolo, ero soprannominato “il conte”. Questo perché mi piaceva indossare, quando ero in casa, una vestaglia da camera sopra al pigiama, che mi faceva sembrare un piccolo Lord (ride, nda). Quando sono andato a colloquio con la Direttrice di Alice per parlare del programma, mi hanno fatto notare che, in fondo, quell’aspetto un po’ aristrocratico lo conservo tuttora. E così è nato il soprannome Sir Richard, personaggio che deve molto alla bravissima Valeria Ciardiello».
Sir Richard svolge un incarico particolare. Ogni mattina, all’interno di Buongiorno Alice, è in collegamento dalle principali piazze di Roma per curare un’insolita rassegna stampa.
«Qualcosa di particolare, di divertente. Puntiamo sull’ironia, sdrammatizzando i fatti del giorno con l’aiuto della gente comune. Commento le notizie con il pittore di strada, con l’edicolante, con il barista, con la signora che va a fare la spesa. Un’esperienza dal taglio poco istituzionale che mi mette a contatto con un’umanità appassionata e eterogenea».
Commenti le notizie, racconti l’almanacco del giorno, parli con la gente.
«Senza trascurare il meteo».
Già, di meteo sei un esperto.
«5 anni di Sky non si dimenticano. Sono stati una palestra formativa indispensabile. Ho imparato a gestire i ritmi di una diretta. La telecamera è diventata la mia compagna di vita».
Sì, ma in quel caso eri chiuso negli studi. Qui incontri la piazza.
«Vivere tutte le mattine l’alba di Roma è qualcosa di magico. Non è retorico sottolinearne la bellezza. Detto questo, il taglio che cerchiamo di dare ai collegamenti, si basa sul racconto del quotidiano. Anche sul piano sociale. Assieme alle piazze più belle del centro, presto ci sposteremo anche nelle periferie. Intendiamo girare tutti i quartieri di Roma».
Che umori hai sondato?
«Incontro tanta voglia di normalità. Quando commento le notizie sul mondo della tv e dello spettacolo, mi accorgo che la gente predilige personaggi semplici, non artefatti o costruiti. Non c’è più voglia di divismo. Si cerca l’essenza».
Quando commenti i fatti di politica e attualità, invece…
«A maggior ragione. I tempi di crisi mostrano cittadini a volte in difficoltà, che non si sentono rappresentati. Tuttavia, niente affatto rassegnati. C’è voglia di dialogare. Mi piace l’idea di tv che faccia tornare la partecipazione attiva del pubblico. Ascoltandone la voce. Una tv di servizio, capace di illuminare il sociale. Buongiorno Alice è anche questo. Da studio, Valeria gioca con il pubblico da casa. Dialoga, ne raccoglie commenti e sfoghi. In perfetta linea col target familiare del format».
Le strade di Roma, poi, garantiranno aneddoti spassosi.
«I pittori di strada, i bancarellai. Loro sono formidabili nel raccontarti gli aneddoti e le storie delle piazze cittadine. Poi, ricordo quando me la sono vista brutta con una signora che allestiva il suo banchetto…».
Racconta.
«A Roma, in certe zone del centro, invadere lo spazio di un ambulante è quasi sacrilego. Io mi trovavo a Campo dei Fiori e, durante un collegamento, non mi sono accorto di aver sconfinato, invadendo il territorio di una signora che, da una vita, gestisce la sua bancarella: quella, in pratica è casa sua in tutto e per tutto. Si è incavolata di brutto. Mi ha inseguito con la scopa, insultandomi in romanesco. A nulla sono valse le mie giustificazioni. A pensarci, rido ancora adesso».
Tra le notizie commentate, non mancano quelle di sport. Di calcio, addirittura.
«Ah, certo. Lì si scopre l’indole classica degli italiani. Dei romani, in particolare. Quando si parla di calcio, tutti diventano allenatori. Tutti hanno in tasca la soluzione ai problemi della squadra del cuore. La squalifica di Destro, per esempio, ha aperto una voragine di argomenti».
Quale pensi sia l’ingrediente giusto per approcciare una conduzione diretta, a contatto con la gente?
«La semplicità. Concentrarsi sull’essenziale in modo fluido. Ho due grandi riferimenti, per quanto riguarda la conduzione: Marco Liorni e Fabrizio Frizzi. Apprezzo il loro modo di gestire la diretta, di tenere in mano la situazione senza sovrastrutture e con grande efficacia».
Dunque loro sono i tuoi miti assoluti.
«Beh, di mito assoluto ne ho uno. Il grande Corrado Mantoni. Ricordo con trasporto i tempi in cui alla tivù andava in onda Il pranzo è servito. Era un programma perfetto. Con un meccanismo coinvolgente, semplice, immediato. Ancora attualissimo».
Dalla sigla, alla conduzione, Il pranzo è servito è rimasto nell’immaginario collettivo. Dici che si potrebbe riattualizzarlo?
«Non ti dico niente, perché quello è un mio sogno nel cassetto e, come sai, a parlar troppo dei sogni, finisce che non si avverano (ride, nda)».
Oggi poi, l’argomento cibo in televisione è gettonato.
«Alice, in questo senso, è il canale giusto. Apprezzo in generale i format di cucina attuali. Ho seguito volentieri Masterchef e sono un fan de La prova del cuoco».
Rivedere Il pranzo è servito, comunque, sarebbe bellissimo. Detto questo, per la tua carriera, ti vedi nel ruolo stabile di conduttore.
«Mi ci vedo da quando, a 3 anni, mi regalarono il microfono giocattolo della Fisher Price, a dirla tutta. Ho sempre avvertito l’urgenza di comunicare. Non di apparire, beninteso. Un’esigenza impellente che ha direzionato le mie scelte di vita. In generale, non mi piace guardarmi indietro. L’esperienza di Sky è stata formativa, poi è giunto il momento di fermarmi e di riscoprire me stesso. Oggi sono qui e sono felice».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Riccardo Cresci nei panni di Sir Richard)