Pubblicato il 20/04/2014, 14:03 | Scritto da La Redazione

MATTEO MAFFUCCI: «SIAMO ANDATI ALLA CONQUISTA DELLA FORESTA DI SHERWOOD»

MATTEO MAFFUCCI: «SIAMO ANDATI ALLA CONQUISTA DELLA FORESTA DI SHERWOOD»
Gli Zero Assoluto hanno composto la sigla d’apertura di “Robin Hood – Alla conquista di Sherwood”, cartone animato in 3D on air stasera in anteprima mondiale alle 20.30 su DeAKids e, in simultanea, su Sky3D. Tra ladri gentiluomini, serie televisive e un salto nel passato con “Holly e Benji”, ecco che cosa ci ha raccontato […]

Gli Zero Assoluto hanno composto la sigla d’apertura di “Robin Hood – Alla conquista di Sherwood”, cartone animato in 3D on air stasera in anteprima mondiale alle 20.30 su DeAKids e, in simultanea, su Sky3D. Tra ladri gentiluomini, serie televisive e un salto nel passato con “Holly e Benji”, ecco che cosa ci ha raccontato Matteo Maffucci.meta name=”news_keywords” content=”matteo maffucci, zero assoluto, robin hood, deakids, de agostini

Gli Zero Assoluto si uniscono all’allegra brigata della Foresta di Sherwood. Faranno vedere i sorci verdi allo Sceriffo di Nottingham. Soprattutto, incanteranno i bambini con la leggenda di Robin Hood. Sono Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi ad aver curato la sigla e le clip introduttive di Robin Hood – Alla conquista di Sherwood, serie animata in 3D in onda questa sera alle 20.30 in anteprima mondiale su DeAKids (canale 601) e in 3 dimensioni su Sky3D (canale 150). La serie sarà poi in onda ogni domenica alle 20.30 su DeAKids e, da settembre, su Sky3D.
Maffucci, divoratore di televisione fin dai tempi pionieristici di Bim Bum Bam, alla conquista di Sherwood c’è andato volentieri. D’altra parte, in ogni creazione artistica messa al servizio di una storia, si riflette la personalità del suo creatore.
Matteo, sei reduce da una missione nella Foresta di Sherwood. Ti rendi conto?
«La presentazione della serie è avvenuta proprio a Nottingham. E lì non ci vai per caso. Ci vai o per il calcio, o per Robin Hood».
Dai, diccelo: che atmosfera si prova a varcar la soglia della foresta?
«Aleggia ancora un clima di grandi avventure. Impossibile non esserne suggestionati».
Da appassionato di calcio, andando a Nottingham hai ottenuto il pacchetto completo.
«Il Nottingham Forest è una squadra mitica. L’unica ad aver vinto due Coppe dei Campioni consecutive, senza i mezzi o l’aura dei team più blasonati. Per certi versi, ha compiuto nel calcio le stesse imprese di Robin Hood. Il suo mito di riferimento è l’allenatore Brian Clough. Un personaggio incredibile. Se vi interessa la sua storia, guardatevi il film Il Maledetto United».
Quella con un cartone animato, era una delle poche esperienze che agli Zero Assoluto mancava.
«Per comporre la sigla, ci siamo messi al servizio del cartone. Abbiamo pensato a qualcosa di didascalico, legato alle immagini, capace di raccontare una storia. Il cartone è molto divertente, i protagonisti, Robin Hood e i suoi compari, sono ragazzini di dieci anni: la rivisitazione delle loro avventure non ne ha cambiato lo spirito».
Lo dice un divoratore di televisione. Uno che, mi par di capire, ha vissuto il glorioso periodo dei cartoni anni ’80.
«Quel periodo è rimasto nell’immaginario collettivo. Io non potevo stare senza i cartoni. Un nome su tutti: Holly e Benji».
Sfondi una porta aperta. Anch’io ne ero un grande fan.
«Siamo cresciuti con i tiri della tigre di Mark Lenders, le parate di Ed Warner, le acrobazie dei Gemelli Derrick. E con le musiche di sottofondo che definivano con precisione il momento vissuto dai protagonisti».
La differenza principale tra i cartoni di quel periodo e quelli di oggi?
«Nel periodo anni ’80 e ’90, i cartoni che andavano per la maggiore erano giapponesi. Dunque basati su schemi precisi, che contemplavano anche il dramma, la fatica, una gamma di sentimenti per certi versi più “adulta”. Il mondo disneyano ha i suoi codici, che sono diversi, e non mancano di esaltare i valori dell’amicizia e il gusto per l’avventura».
Sono un lettore dei tuoi articoli sui palinsesti televisivi notturni. Sei ancora un incallito insonne?
«Scherzi? Certo che lo sono! Ora sono fissato con la tv on demand. È il massimo».
Qualche nuova scoperta?
«Mi sto ubriacando con Sky Atlantic. Da bambino cresciuto, oggi divoro le serie tv. Stanno riproponendo Six Feet Under, serie che adoro. E poi, House of Cards. Mi fa morire. La promuovo a pieni voti. Kevin Spacey è un attore monumentale. Il livello di tensione è altissimo. Non scordiamo che il regista dei primi due episodi è David Fincher, un mostro sacro».
Quest’anno, come Zero Assoluto, siete tornati nelle vesti di conquistatori della stagione.
«Il momento è ottimo. Da qualche giorno è on air il video di Adesso Basta (Universal), nostro nuovo singolo. Un pezzo più energico rispetto al ritmo da ballad di All’improvviso. Lo abbiamo prodotto con Alex Neri e Marco Baroni, colonne portanti dei Planet Funk. Siamo soddisfatti».
Dopo anni, le vostre dinamiche compositive sono sempre le stesse?
«Sempre. Ci prendiamo il tempo che ci serve per scrivere un brano, Thomas e io componiamo assieme e siamo in perfetta sintonia. Le dinamiche sono consolidate, riusciamo a rappresentare con precisione l’urgenza che ci spinge a scrivere».
Che cosa vi manca, ora?
«Abbiamo un solo desiderio: continuare a fare ciò che stiamo facendo, per molto, molto tempo».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Matteo Maffucci)