Pubblicato il 26/03/2014, 17:03 | Scritto da La Redazione

I MANETTI BROS: «ABBIAMO RIFIUTATO FICTION COME “GENTE DI MARE” E “LA NARCOTICI”, MA A “REX” NON ABBIAMO POTUTO DIRE DI NO»

In un’intervista a TVZOOM i registi raccontano perché hanno scelto di dirigere la settima serie di “Rex”, la fiction, ormai italiana, con protagonista Francesco Arca. E non nascondono le altre proposte Rai che hanno rifiutato.meta name=”news_keywords” content=”manetti bros, rai2, rex

«Rex è un mito, è stato questo uno dei fattori che ci ha spinto ad accettare la regia della settima serie del telefilm in onda su Rai2». I Manetti Bros, Marco e Antonio, non sono i classici registi da fiction, prediligono il cinema, preferibilmente quello di nicchia, non certo i cinepanettoni, ma per il cane Rex, nato in Austria e ormai italiano a tutti gli effetti, hanno fatto un’eccezione. «Appena ce l’hanno proposto confessiamo che eravamo un po’ sbarellati».

Perché sbarellati?

«Non ci era mai venuto nemmeno in mente che ci potessero proporre la direzione del cane Rex e quando i produttori ci hanno chiamati siamo rimasti dieci secondi interdetti chiedendoci: “Ma perché non lo facciamo?“».

Quali erano i dubbi?
«Quello delle fiction è un sistema più standardizzato, non vogliamo fare gli snob, ma non siamo i registi a cui si propone la settima serie di Rex e invece per fortuna l’hanno fatto. Abbiamo sempre diretto cose originali, era il concetto della settima serie che ci lasciava interdetti».

E poi?

«Ci siamo resi conto di essere adatti, volevamo farlo come ci sarebbe piaciuto».

Come?

«Abbiamo cercato di mettere nel racconto i Manetti bambini. Oltre a Rex abbiamo pensato a Rin Tin Tin e Furia, cercando di portare lo spirito di un poliziesco dinamico. Sotto certi punti di vista sarà meno violento delle fiction poliziesche italiane, ci saranno più spari, ma morti più leggere».

In che senso scusate?

«Molti telefilm italiani ruotano intorno a un solo morto, solitamente vicino a casi di cronaca nera, noi abbiamo riportato Rex alla fantasia. Il commissario Terzani, interpretato da Francesco Arca, è un poliziotto con un superpotere, Rex».

Quindi avete trasformato il cane in una sorta di Superman?

«Siamo cresciuti con Goldrake che, quando doveva vincere e l’alabarda non bastava, tirava fuori il tuono spaziale. Ecco Rex è il tuono spaziale».

Questo Rex vi rappresenta?

«Quando ci hanno proposto progetti per Raiuno li abbiamo rifiutati, Raidue invece è una rete importante che racconta una generazione di spettatori. Raiuno si rivolge a tutti, ma noi preferiamo una rete con una maggiore identità. Ci sentiamo un po’ i paladini di Raidue».

Quali progetti avete rifiutato di Raiuno?
«Quattro progetti, tra cui Gente di mare 2 e La narcotici. Vi dico solo questi perché se no gli altri si arrabbiano».

Farete anche le prossime serie di Rex?

«Se ne parla, forse saremo coinvolti anche nel soggetto, ma sono solo chiacchiere, prima vediamo come andranno queste dodici puntate».

Voi avete diretto anche la serie L’ispettore Coliandro, tornerà su Raidue?

«Sì, se ne riparla. Il direttore Angelo Teodoli lo vorrebbe molto».

È stato difficile girare con un cane in scena?

«All’inizio sì, noi eravamo più abituati ai piani sequenza e invece abbiamo anche imparato a girare diversi stacchetti. Rex ci ha fatto crescere in questo senso».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto i Manetti Bros)