Pubblicato il 19/03/2014, 17:03 | Scritto da La Redazione

MASSIMO LIOFREDI: «AMO DEFINIRMI L’ULTIMO DEI METALMECCANICI DEI DIRETTORI DELLA RAI, MA FACCIO ASCOLTI IMPRESSIONANTI»

In un’intervista a TVZOOM, il direttore di Rai Ragazzi fa un bilancio estremamente positivo dei canali YoYo e Gulp e rivendica la paternità del successo di cartoni come Peppa Pig. Quanto al suo doloroso addio alla direzione di Rai2…meta name=”news_keywords” content=”massimo liofredi, rai ragazzi, rai2, peppa pig, yoyo, gulp

Liofredi, partiamo dai numeri di ascolto?

«Il successo di Gulp e YoYo è impressionante, ci sono orari in cui diamo anche l’8% di share ai canali tematici».

Quali orari?

«La mattina dalle 6 alle 8.30 finché i bambini non vanno a scuola siamo leader in tutti e due canali. C’è una strategia dettata dalla qualità del prodotto e dalle idee delle produzioni, siamo gli unici due canali nel panorama italiano ad avere produzioni ideate da noi. Sabato scorso tra La Posta di YoYo, Le storie di Gipo e Buongiorno con YoYo abbiamo raggiunto una media del 4%».

Il segreto del vostro successo è determinato dalle vostre produzioni originali?

«Non solo, anche dalla qualità di prodotti di acquisto con fiction per ragazzi come Violetta, Grachi, Victorious, dalla qualità dei cartoni come Winx, Peter Pan, Mia and Me. Senza dimenticare Barbapapà che sabato scorso su YoYo ha fatto il 5% di share e Peppa Pig che ha raggiunto il 4%».

Ecco parliamo di Peppa Pig, un fenomeno indiscusso…

«Tutti parlano di Pegga Pig, ma è la strategia del palinsesto che ci ha portato a questo grande successo. Appena arrivato alla direzione di Rai Ragazzi, Peppa era solo un riempitivo, ho deciso di mandarlo in onda anche in inglese, per far conoscere la lingua ai bambini».

Ci dia i numeri di Peppa Pig.

«Dopo due mesi era passato già dallo 0,40% a un punto di share. Ma sono altri i dati da sottolineare: se mettiamo a confronto il marzo 2011 e il marzo 2014, nel totale individui, Rai YoYo ha avuto un più 103% . Nello stesso periodo Rai Gulp nel totale individui ha raggiunto più 141%. Vogliamo parlare di target?».

E parliamone.

« YoYo nel target di riferimento tra i 4-7 anni nello stesso periodo di confronto, marzo 2011 e marzo 2014, ha avuto un più 110%. Rai Gulp nel suo target 8-14 anni ha raggiunto un più 126%. Siamo come la Juve che continua a vincere e stravincere».

Numeri che altre reti Rai sognerebbero…

«Lasciamo stare le polemiche, entriamo in un settore che non voglio toccare».

Allora ci confessi come fa a capire che un prodotto di scarto come Peppa Pig può diventare un successo straordinario?

«Per lo stesso motivo per cui ho portato al successo Domenica in su Raiuno e poi ho fatto grandi ascolti da direttore di Raidue: sono come il calciatore che da bambino sta lì nel campetto, poi arriva l’osservatore e se lo porta via. A Raiuno ho fatto uscire l’adulto che era in me, pensavo al pubblico a cui mi rivolgevo, su Raidue cercavo di ragionare come un ragazzotto di 30 anni per colpire quel target di riferimento: ho avuto 94 settimane di successo su 104. E ora con Rai Ragazzi ho tirato fuori il bambino che è in me, puntando su quei prodotti che reputavo potessero avere attenzione. Peppa trasmette valori importanti come la famiglia, non a caso i due genitori sono sempre presenti e stanno al gioco dei propri figli, quello che tutti i bambini sognano. Sono cresciuto in una famiglia sana, ho avuto questa fortuna, che molti altri non hanno avuto. Ma non è solo Peppa, abbiamo tanti prodotti con forti valori».

Come Violetta?

«Violetta è legata alla musica, parla dei primi amori, tanti si sono scagliati contro, l’Italia è un Paese di ipocriti perché tutti abbiamo avuto i primi amori, pure chi è stato Papa o cardinale. Ho un figlio di 20 anni, due nipoti di otto e un anno e mezzo, in famiglia ho un panel preciso dell’auditel e so quello che vogliono i ragazzi».

Si è divertito di più a Raiuno, Raidue o ora a Rai Ragazzi?

«La mia crescita è stata Raiuno, dove ho avuto la fortuna di lavorare con grandi direttori, non dimentico che sono in Rai grazie a Brando Giordani, grande uomo di comunicazione e intuizione. Poi sono stato chiamato come direttore di Raidue, dove ho portato a compimento ogni virgola che avevo dichiarato in Commissione di vigilanza. Questa esperienza dei ragazzi è straordinaria».

Ha lasciato Rai2 con qualche dissapore però.

«Questo fa parte del gioco, quando sei al vertice ci sono invidie e cattiverie, ma questo non mi interessa ho sempre giocato per la Rai, non guardo in faccia a nessuno. Amo definirmi l’ultimo dei metalmeccanici dei direttori della Rai.

Con quali cartoni è cresciuto?

«Sembro giovane per fortuna, ma in realtà sono grande, sono cresciuto con Braccobaldo Show e con i film di Walt Disney, ho sempre amato il loro romanticismo».

Cosa ruberebbe ai canali per bambini della tv satellitare?

«La libertà di realizzare prodotti che noi in Rai non possiamo realizzare, perché come servizio pubblico saremo nell’occhio del ciclone».

Per esempio?

«Le inchieste un po’ più forti e penetranti. Tengo tutto sotto controllo, siamo molto ligi al servizio pubblico e al dovere che la Rai deve avere nei confronti dei bambini, però con Gulp mi sarebbe piaciuto spingermi oltre. Quello che fa un 14enne oggi noi lo facevamo a 18 anni».

Crede che la Rai sarà mai pronta per questo salto?

«Sarà moto difficile, un ripensamento va fatto. Intanto siamo riusciti a riportare il pubblico giovane ad affezionarsi alla Rai, oggi gli adolescenti amano sentirsi parte di Gulp, grazie a linguaggi come la musica, il cinema, il ballo, lo sport».

Ha in cantiere altri progetti per Rai Ragazzi?

«Intanto abbiamo trasformato Gulp cinema in Gulp cinema e teatro, perché bisogna saper proporre il teatro ai ragazzi, in più abbiamo creato Next tv, un segmento sul web che parla ai giovani attraverso i loro linguaggi».

Largo ai giovani quindi.

«Non si può fare un festival Sanremo giovani coi 40enni, l’Italia è un Paese di vecchi purtroppo».

Ora c’è il giovane Renzi al Governo.

«Sono contento, fosse per me ci avrei messo mio figlio che ha vent’anni».

Gli lascerà l’eredità dell’ingresso in Rai?

«No guardi, quei tempi sono passati».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Massimo Liofredi)