Pubblicato il 18/03/2014, 18:08 | Scritto da La Redazione

CHEF RUBIO: «I BAMBINI CHEF NON MI CONVINCONO. IN FUTURO VORREI UN FORMAT CHE UNISCA LA CUCINA E I VIAGGI»

Il re dello street food approda in libreria con il volume “La nuova dieta mediterranea” (Gribaudo), scritto a quattro mani assieme alla nutrizionista Stefania Ruggeri. Noi di TVZOOM lo abbiamo incontrato. Ecco che cosa ci ha raccontato.meta name=”news_keywords” content=”<la nuova dieta mediterranea, chef rubio, stefania ruggeti, dmax>”

Che si attacchi al tram, la dieta Dukan. Gli ingredienti per un’alimentazione che assecondi la regola delle tre “s” (saporita, semplice e salutare), li abbiamo a portata di mano. Sono quelli della dieta mediterranea, i cui segreti vengono svelati nel libro La nuova dieta mediterranea (Gribaudo) scritto dalla ricercatrice esperta di nutrizione Stefania Ruggeri assieme a un consulente d’eccezione: quel romanaccio tatuato e rugbysta di Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini. Uno che il cibo lo conosce a ogni latitudine. Uno che prenderebbe a spallate in mischia gran parte degli chef stellati e che, last but not least, sa provocare sdilinquimento in gran parte delle sue fan.
«Ho conosciuto Rubio a un convegno sulla nutrizione, era il 2011, prima che diventasse un personaggio mediatico», dice Stefania. «Da lì è nato il progetto di scrivere un volume divulgativo sui vantaggi dell’approccio mediterraneo all’alimentazione. Un metodo che privilegia l’equilibrio dei nutrienti, sfruttando l’ottimizzazione dei carboidrati, abbassando la quota proteica derivata dalle carni, puntando alla riduzione del peso attraverso la distribuzione ponderata delle calorie assunte». Il libro sfrutta la consulenza di Jeremiah Stamler, professore di medicina preventiva alla Northwestern University, e mostra come «La scelta di carboidrati non lavorati, come le fonti integrali, e di proteine prevalentemente vegetali, abbassi gli stati infiammatori dell’organismo, la principale spia di pericolo per la salute».
Nel libro, Rubio accetta la sfida, si confronta con la Ruggeri: insieme percorrono un itinerario di ricette che diventa un grimaldello per forzare le maniglie dell’amore. In senso lipidico.
Rubio, visto che siamo amici su Facebook, ogni tanto sbircio il suo profilo. Non mancano le citazioni dello scrittore Chuck Palahniuk. Possiamo considerarla il Palahniuk degli chef?
«Ma magari! Se il paragone con Palahniuk significa essere diretti, senza peli sulla lingua, ben venga. Ne sono onorato».
A lei la letteratura piace. Che cosa sta leggendo, ultimamente?
«Haruki Murakami. Mi piace la letteratura giapponese e la cultura giapponese in generale. C’è affinita tra la parola scritta e le buone ricette. Nel mio blog, traslochifunebri.blogspot.com condenso la mia passione per lo scrivere».
Dallo street food alla dieta mediterranea, il passo è così breve?
«In realtà, il progetto del libro nasce prima del mio approdo in tv. Il panorama culinario è molto vario e a me piace confrontarmi con ogni sua sfaccettatura. La dieta mediterranea non cozza con il mio approccio al cibo, anzi, lo valorizza. Nel mediterraneo c’è tutto: il clima giusto, materie prime eccellenti, una ricchezza di sapori senza eguali rispetto alle altre cucine nel mondo».
Domanda di rito. Sfatiamo qualche luogo comune sulla dieta mediterranea.
«Non è ipercalorica e non fa ingrassare. Se ben bilanciata, è perfetta per assecondare un regime salutare e gustoso. E poi, non scordiamolo, è un elemento di condivisione, suscita il piacere di stare a tavola con amici e parenti. La passione è un ingrediente imprescindibile».
La passione per i fornelli sta avviluppando l’universo televisivo.
«A volte, però, in tv si disperde la passione per il cibo nella sua essenza, privilegiando solo l’approccio estetico. Anzi, diciamolo pure: in tv c’è troppa estetica e troppa poca essenza, quando si parla di mangiare. Il cibo racconta una storia, un vissuto personale. Un percorso. Qualcosa che, tanto per fare un esempio, i bambini chef non possono conoscere, a meno che non siano spinti alla ribalta mediatica dai genitori».
Chiarissimo. Detto questo, lei non inviterebbe a cena un suo collega chef, pescato a caso nel bouquet televisivo?
«Devo per forza essere sociale o socievole?».
Non necessariamente. Però lei ha viaggiato tanto, imbattendosi in vari tipi di socialità. Che mi dice della cucina della Nuova Zelanda, Paese che conosce bene, in cui ha vissuto?
«In Nuova Zelanda puoi trovare di tutto. La cucina Maori privilegia l’approccio al vapore. Carne, patate, pesce, con la peculiarità della cottura a strati, in forni sotto terra. Poi, in Nuova Zelanda si trovano anche le tipicità anglosassoni. Forse meno salutari».
Unti e Bisunti (la cui nuova stagione è in fase di lavorazione, nda), Il Cacciatore di tifosi, entrambi su Dmax. Lei ha convogliato le sue passioni in format televisivi.
«Non sono solo quelle, le mie passioni».
Me ne dica un’altra.
«I viaggi».
Come realizzerebbe un format con i viaggi al centro del racconto?
«Recluterei una mini troupe di amici e andrei a descrivere e a raccontare le culture di altri popoli. Utilizzando la cucina come fil rouge».
Prima tappa possibile?
«Il Kazakistan. Mi affascina molto, come Paese. Possiede una cultura ancestrale, fatta di costumi e ritualità legati alla tradizione, tutti da scoprire».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Chef Rubio)