Pubblicato il 16/03/2014, 13:05 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: BARBIERI CON I BIMBI DI “MASTERCHEF”: «LORO SANNO GIOCARE, ALMO SENZA STILE»

Il giudice spiega il successo al debutto per i piccoli aspiranti cuochi: il segreto è che si divertono e fanno divertire. E poi: «Il verdetto su Federico era unanime. I sospetti sono ridicoli».meta name=”news_keywords” content=”masterchef, bruno barbieri, correire della sera, almo, federico

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 37, di Chiara Maffioletti.

Barbieri con i bimbi di “Masterchef”: «Loro sanno giocare, Almo senza stile»

Il giudice spiega il successo al debutto per i piccoli aspiranti cuochi: il segreto è che si divertono e fanno divertire. E poi: «Il verdetto su Federico era unanime. I sospetti sono ridicoli».

«Non sono certo uno che le manda a dire», premette Bruno Barbieri per chi ancora non avesse capito bene il carattere di questo chef da sette stelle Michelin. Lui, che è solito chiudere le sue frasi scandendo un plateale «punto», mai come questa volta ne ha diversi da mettere. Perché dalla finale di «Masterchef» sono successe diverse cose e su tutte Barbieri ha le idee chiare. Partendo dal debutto di «Junior Masterchef»: un esordio che ha fatto gli stessi ascolti della versione per adulti (700 mila spettatori medi). «Un successo ne segue un altro. È stato bello vedere che chi guardava “Masterchef” non ha mollato. La gente si è divertita, in diversi si sono anche commossi. Anche Avvenire lo ha apprezzato. È un programma con cui si poteva rischiare un sacco». Per via dei bambini? «Sì, quando ci sono i piccoli di mezzo tutti sono pronti a polemizzare. Qualcuno ha detto che poteva non essere giusto farli competere, ma allora le partite di calcio la domenica cosa sono? E le gare di sci?». Lì non ci sono le telecamere… «Allora lo “Zecchino d’oro”? Ma sono competizioni sane, come la nostra».

Barbieri crede anche che un programma possa avere un valore educativo: «Nella prima puntata abbiamo parlato di spezie, alcuni bambini hanno scoperto cosa è il curry o la noce moscata. Era quello che faceva mia nonna con me e mia sorella. I bambini poi si divertivano». Cosa ne pensano gli psicologi? Non tutti hanno applaudito al programma. «Non sono uno psicologo. Io ho visto i ragazzi giocare con il cibo. E i genitori non mi sembravano ossessionati: facevano il tifo. Ho trovato tutto molto normale». Normalità: non ce n’è stata molta dopo la finale di «Masterchef». Cosa pensa del «caso scommesse»? «Una vicenda ridicola. Il “caso” riguarda una società di scommesse maltese che ha accettato puntate su un programma registrato, cosa che il Monopolio di Stato aveva vietato. Sembra un trucco di questa società per avere pubblicità». Il pepe sulla finale lo ha aggiunto anche Almo, secondo classificato: ha detto che la vittoria spettava a lui, ha parlato di «farsa». «Il problema è che il giudizio spetta ai tre giudici. A nessuno piace perdere ma Almo poteva metterci un po’ più di stile. Non ha accettato la sconfitta. Federico ha vinto perché ha cucinato meglio. Punto». C’è stata l’unanimità? «Eravamo tutti e tre d’accordo, al 100%».

La moglie di Almo ha detto di averla sentita dire che il polipo di Federico sapeva di detersivo… «Forse non ha sentito quando ho detto che il fegato grasso di Almo sapeva di ciccioli. La finale è come una partita di calcio: vince chi segna. Almo ha cucinato peggio. È come con le guide per noi chef: un tuo collega vince una stella e tu no. A quel punto cosa dici? “Sì però io cucino meglio?” No dai…». Piuttosto, sostiene, conviene impegnarsi per migliorare. Una lezione da applicare anche ai 12 minuti di diretta della finale? «Quella era una festa che volevamo regalare ai nostri fan al termine di un’edizione con numeri enormi: è stato il programma di intrattenimento più visto di sempre di Sky. Dieci minuti di divertimento in cui per la prima volta, con uno show inattaccabile, abbiamo mostrato una gamba. E tutti si sono accaniti. Ma vorrei tranquillizzare: alla fine siamo andati a dormire e ci siamo svegliati come ogni giorno, noi giudici e il pubblico». In ogni caso, con la prossima edizione si potrà fare meglio, no? «Ma non so neanche chi saranno i giudici della prossima edizione». Però questa sembra tanto una bugia.