Pubblicato il 12/03/2014, 13:35 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: CARLO FRECCERO, GRANDE FRATELLO DA RECORD: «È LA VITTORIA DEL TAMARRO CHE AMA CAZZEGGIARE»

In un’intervista a “Il Fatto Quotidiano” l’ex direttore di Rai4 analizza il reality più famoso e longevo d’Italia.meta name=”news_keywords” content=”carlo freccero, grande fratello, il fatto quotidiano

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 19, di Chiara Daina.

Carlo Freccero, Grande Fratello da record: «È la vittoria del tamarro che ama cazzeggiare»

Colpito da un arresto cardiaco durato un anno, il Grande Fratello vive e vegeta tra noi ancora. Per la tredicesima volta come se fosse la prima: sembra incredibile ma lo share della prima puntata del 24,64 per cento (con 5,4 milioni di telespettatori) stacca di pochissimo quello della serata di esordio nel 2000 (24,8 per cento). E di un pelo quello dell’ultima edizione del 2012 (24,9 per cento). Per non parlare della seconda puntata andata in onda lunedì: più 25 per cento rispetto alla stessa di due anni fa. Un abisso però dai tempi d’oro: nel 2008 al primo appuntamento si erano sintonizzati 9.349.000 spettatori, con uno share del 38,63 per cento.

Carlo Freccero, perché il Grande Fratello non è morto?

È una questione di “audience fisiologica”.

Spieghi.

Il lunedì sera non ci sono molte alternative in tv. Come si fa a guardare una puntata del commissario Rex su Rai Due che io già mettevo nel palinsesto nel 1997 alle 19.30? Oppure la fiction con la Littizzetto su Rai Uno?

Cioè un volto che ci perseguita…

Esatto. E poi Rai Tre, Rete Quattro e La7 con tre programmi di informazione che si annullano a vicenda con uno share del 16 per cento. C’è un pubblico refrattario a ogni novità giornalistica. In Italia ci sono tanti tamarri.

Tamarri?

Sì, sì! Il pubblico tamarro è lo zoccolo duro del Grande Fratello e pesa per il 20 per cento più o meno. Come il pubblico terminale per Rai Uno. I tamarri sono provinciali, a loro piace il successo ma anche la famiglia, valori tra l’altro contraddittori. Sono quelli che leggono le riviste di gossip e si tengono alla larga da Borsa e politica. Il tamarro è il grado zero della persona, altro che “animale politico” di Aristotele, è un animale e basta. E poi la Arcuri che fa l’opinionista è l’emblema della fiction made in Tarallo, quella della sceneggiata napoletana. Ma ci sono anche i tamarri cinici, quelli che guardano il programma solo per sfottere i concorrenti.

Dica la verità, perché la gente lo guarda?

Perché c’è bisogno di cazzeggiare, di non pensare a niente ogni tanto. È una necessità primordiale.

Qual è il momento più magnetico?

La conquista tra l’uomo e la donna. Le posso rivelare un segreto?

Certo, dica pure.

Berlusconi voleva che ogni programma di varietà avesse sempre un balletto in modo che ogni uomo potesse innamorarsi di una ballerina. Così al Grande Fratello c’è sempre il ragazzo che perde la testa per una ragazza e lo spettatore più fragile, che vuole uscire dalla sua vita o non ne ha una, si identifica in quella storia.

Alessia Marcuzzi resiste da otto stagioni. Troppo stagionata?

Al contrario: è un miracolo della natura, riesce ancora a entusiasmarsi, grida, gioca con i concorrenti, si sente una di loro.

Il format non è cambiato di una virgola. A parte la durata: dai tre mesi, ai sei, e di nuovo ai tre. Secondo lei cosa non funziona?

Il saluto alla mamma a casa, la nonna in studio. Non se ne può più. Io quando vedo queste scene cambio subito canale.

Insomma, il Grande Fratello vivo per miracolo. E il successo del 2008 irripetibile.

Direi proprio di sì. All’epoca era un programma guida, che faceva tendenza e concorrenza, contro la tv dell’impegno, della verità, a favore del narcisismo. Il suo successo è coinciso con l’ascesa di Berlusconi e dello spirito neoliberista. Dirò di più: quando un programma supera il 30 per cento di ascolti diventa lo specchio del Paese, anzi il suo inconscio. La gente era stanca di vedere i politici, ormai usurati dalle telecamere, cercava l’infotainment, cioè l’informazione in chiave reality. Poi è arrivata la crisi…

E il Grande Fratello cos’è diventato?

Un controprogramma. Non è più un format guida. Oggi vince il talent, perché con la crisi economica bisogna avere delle capacità per stare coi piedi per terra.

Quanti anni di vita gli restano?

Avrà lunga vita, magari passerà su Italia Uno, in secondo piano, giusto per dare un contentino ai tamarri. Vede, il tamarro è eterno e il desiderio di una second life è innato. A dirla tutta già adesso il vero occhio del Grande Fratello è su Matteo Renzi, sempre sotto i riflettori: domenica da Fazio ha registrato gli stessi ascolti della seconda puntata del Grande Fratello.