Pubblicato il 06/03/2014, 16:00 | Scritto da La Redazione

BARBARA FORIA: «RACCONTO L’AMORE LOW COST PRIMA DI TORNARE SUL PALCO DI “COLORADO”»

La monologhista napoletana è pronta a tornare nella nuova edizione dello show di cabaret targato Mediaset, che in occasione del decennale troverà Diego Abatantuono e Chiara Francini alla conduzione. Nel frattempo, scalderà la platea del Teatro dei Satiri, a Roma, con lo spettacolo “Love Cost”.meta name=”barbara foria, colorado, love cost, abatantuono”

Che cosa resta alle coppie di coniugi o di fidanzati, in tempi di spendig review? L’amore, direte voi. Certo, l’amore è importante. Ma non è fondamentale. Non quanto la carta di credito. Se nei decenni placcati oro del periodo ’80 e ’90, il motto delle fanciulle concupiscenti era: «Toglietemi tutto, ma non il mio Breil», oggi la musica è cambiata. Meglio dire: «Toglietemi tutto, ma non il portafoglio». Siamo passati da Sex and the city, a Sex in the crisi. Amore low cost. Dunque, Love Cost, che poi è il titolo dello spettacolo teatrale della monologhista partenopea Barbara Foria (dal 5 marzo al Teatro dei Satiri, a Roma), pronta anche a tornare nel cast di Colorado, a partire dalla fine di Marzo su Italia 1, per festeggiare il decennale del cabaret show sponsorizzato da Diego Abatantuono.
La coppia è ancora al centro dei suoi monologhi, espediente carico di sottintesi che poi tanto sottintesi non sono.
«Non la coppia, ma la crisi economica, soprattutto. Il mio spettacolo, che poi segna il ritorno al mio grande amore per il teatro, sarà anche un banco di prova per sperimentare nuovi monologhi in vista della nuova stagione di Colorado».
La crisi economica che influenza ogni decisione, specie nel rapporto donna-uomo.
«La crisi al centro dell’attenzione come elemento condizionante del nostro tempo. La crisi che colpisce le donne di mezza età, direzionandone il modo di vivere. La crisi, che impedisce di vedere nello shopping compulsivo un rimedio ai deficit psicologici e umorali».
Si sa, in tempi di crisi, bisogna tagliare il superfluo.
«Quello è il punto. Evitare il superfluo. Ma per noi donne, un paio di scarpe e una borsa non sono affatto cose superflue (ride, nda). Da qui il gioco di parole tra low cost e love cost. Una ricerca spasmodica di equilibri stabili. Mi piace osservare la realtà e raccontarla con ironia. Perché, in fondo, è l’ironia, l’unica arma vincente per affrontare la quotidianità. In questo senso, parlare del rapporto uomo-donna diventa la ciliegina sulla torta a compendio di un discorso più ampio».
La crisi porta la donna a doversi accontentare anche nella scelta dell’uomo?
«Accontentare non è la parola giusta. Diciamo non pretendere oltre il dovuto. Diceva mia nona: “Con il riso si fanno i supplì”. Anche nei rapporti interpersonali, si possono trovare dei saldi che si rivelano un affare».
Con qualche limite, però.
«Nei limiti, noi donne siamo penalizzate. Pensiamo all’estetica: una donna, anche di mezza età, non può avere la pancia! Un uomo, sì».
Colpa vostra, si dice che le donne non guardino più di tanto al lato estetico maschile.
«Questo chi l’ha detto? (ride, nda). Vero è che noi donne sappiamo guardare oltre. Oppure sappiamo cercare quell’equilibrio di cui parlavamo prima. Il mio spettacolo pescherà a piene mani dai più frequenti luoghi comuni della quotidianità, e li racconterà, in modo che il pubblico possa riconoscersi. E riderci su».
Un banco di prova prima del ritorno a Colorado.
«Sono soddisfatta della recente esperienza a Colorado. Eravamo senza la presenza-traino di Belen, ma ce la siamo cavata alla grande. Sono felice anche della conduzione di Colorado Lab, laboratorio focalizzato soprattutto sugli emergenti».
Qualche novità che la riguarda per la prossima stagione?
«Sono l’unica monologhista donna di Colorado, dunque posso spaziare. Il monologhista fa satira sociale povera e ne va fiero. Il suo punto di forza sta nel divertire raccontando e rielaborando cose che potrebbero accadere a chiunque. Mi atterrò, come sempre, all’occhio femminile sulla società. Che non significa, per forza, prendere in giro gli uomini. Ma sfruttare le potenzialità comiche di un punto di vista preciso».
In primavera, Colorado festeggerà il decennale.
«Alla conduzione ci sarà Diego Abatantuono, non scordiamo che Colorado è una sua creatura, affiancato da Chiara Francini. Non vedo l’ora».
Dal teatro alla tv. Tempi e modalità molto diversi per far ridere il pubblico.
«A teatro ho a mia disposizione un palco intero per due ore. In tv, mi devo confrontare con tempi contingentati. Sono dinamiche differenti, benché la matrice sia comune. E’ molto importante saper dosare i tempi, le pause, i silenzi. Ho visto comici far ridere una platea anche solo con una lunga pausa di silenzio».
Marzo le riserverà altri appuntamenti?
«Prima di Colorado, ho in ballo una missione all’estero, chiamiamola così. A breve avrete delle notizie».
E per il futuro, che cosa auspica?
«Fermo restando che non posso stare senza il contatto con il pubblico, mi piacerebbe cogliere un’opportunità per un film, una commedia, magari con un regista napoletano come me. Ma solo se riuscissi a renderla complementare al mio lavoro di cabaret. Non è mai positivo voler strafare. E poi, mi piacerebbe cogliere qualche occasione per una conduzione di un format divertente».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Barbara Foria)