Pubblicato il 05/03/2014, 11:03 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: FEDERICO RUSSO «ORA CONDUCO “THE VOICE”, MA SONO DIVENTATO UN PRESENTATORE PERCHÉ HO FALLITO COME CANTANTE»

Il nuovo padrone di casa del talent show per aspiranti stelle: «Nel 2002 ho partecipato a “Operazione trionfo”, un programma in cui gareggiavano giovani interpreti, ma è andata male e perciò ho cambiato mestiere».meta name=”news_keywords” content=”di più tv, federico russo, the voice, rai2

Rassegna stampa: Di Più Tv, pagina 22, di Francesca De Pasquale

Ora conduco “The Voice”, ma sono diventato un presentatore pere ho fallito come cantante

Federico Russo, il nuovo padrone di casa del talent show per aspiranti stelle: «Nel 2002 ho partecipato a “Operazione trionfo”, un programma in cui gareggiavano giovani interpreti, ma è andata male e perciò ho cambiato mestiere».

Grazie a The Voice of Italy ho la possibilità di fare “il grande salto” e farmi conoscere come conduttore dopo più di dieci anni di gavetta. E poi questo programma, un talent show in cui si sfidano aspiranti cantanti, sembra fatto apposta per me: anche io, infatti, ho debuttato in TV come concorrente di una trasmissione simile, Operazione trionfo, perché sognavo di diventare una stella della musica. Però, mi è andata male. Insomma, sono diventato un conduttore dopo avere fallito come cantante». Chi parla è Federico Russo, un nome forse ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ma destinato a diventare molto popolare. Russo, infatti, è il nuovo conduttore di The Voice of Italy (che significa “la voce d’Italia”), il talent show musicale giunto alla seconda edizione e in onda su Rai2 da mercoledì 12 marzo, in prima serata.

Russo ha preso il posto di Fabio Troiano, padrone di casa della passata edizione e accanto a lui, in studio, c’è un’altra giovane conduttrice, Valentina Correani, che ha il compito di leggere i commenti sulla trasmissione mandati dai telespettatori attraverso Internet. Se i presentatori sono nuovi, però, il meccanismo del programma è rimasto invariato: come l’anno scorso, infatti, si sfidano sessantaquattro aspiranti cantanti, divisi in quattro squadre da sedici componenti ciascuna. Ogni squadra è capitanata da una stella della musica italiana che fa da “maestro” ai concorrenti: si tratta di Raffaella Carrà, Noemi (reduce dal Festival di Sanremo) e Piero Pelù, confermati dalla passata edizione, e del rapper J-Ax, che invece è un nuovo ingresso e prende il posto di Riccardo Cocciante. Il vincitore si aggiudica un contratto con una importante casa discografica.

«Sono molto emozionato per questo debutto e ho già chiamato Fabio Troiano, che è un mio amico, per chiedergli qualche consiglio», continua Russo. «Fabio mi ha suggerito di cercare di divertirmi e, soprattutto, di stare tranquillo. Però non sarà semplice perché so che con questo programma mi “gioco” una grande opportunità per fare decollare la mia carriera da conduttore». Una carriera che Russo ha intrapreso per caso. «Sì, fino ai ventidue anni volevo fare il cantante: avevo un gruppo musicale con cui mi esibivo nei locali di Firenze, la mia città, e sognavo di diventare una stella», rivela Russo. «Poi, nel 2002, dopo molti provini, sono stato scelto come concorrente di Operazione trionfo, un talent show per aspiranti cantanti in onda su Italia 1 e condotto da Miguel Bosé. Pensavo che quel programma avrebbe rappresentato una svolta. Invece, sono stato eliminato quasi subito ed è stato un dolore atroce. Subito dopo, però, è accaduto qualcosa di totalmente inaspettato che mi ha fatto “risollevare”».

Che cosa le è successo?

«Sono stato contattato dai responsabili di una radio nazionale, RDS, che mi avevano notato proprio a Operazione trionfo, e mi hanno proposto di condurre un programma sulla loro emittente: non mi sembrava vero. Così, mi sono trasferito a Roma e ho cominciato a fare il conduttore radiofonico. E più andavo avanti, più ci prendevo gusto».

E la musica, l’ha abbandonata?

«Non subito: per un po’ di tempo ho continuato a provare a sfondare come cantante, ma ben presto mi sono reso conto, o meglio, mi hanno fatto capire, che non avevo abbastanza talento. Così, anche se a malincuore, ho deciso di voltare definitivamente pagina e di puntare tutto sulla conduzione. Ho continuato a fare radio e, dopo un po’, ho anche iniziato a lavorare in televisione, conducendo un programma sul canale musicale Mtv».

Come è arrivato a Mtv?

«Avevo saputo che stavano facendo alcuni provini per cercare nuovi conduttori, mi sono presentato e mi hanno preso. Ho lavorato per Mtv fino al 2006, conducendo diverse trasmissioni. Poi, sono stato licenziato all’improvviso e ancora oggi, sinceramente, non saprei dire perché. Quello è stato il periodo più difficile della mia vita: sono entrato in crisi perché mi sentivo perso, smarrito, e non sapevo che cosa fare del mio futuro».

Come è uscito da questo periodo di crisi?

«Ho avuto un altro colpo di fortuna: qualche tempo dopo il mio licenziamento, infatti, mi hanno offerto un ingaggio come conduttore in un’altra emittente nazionale, Radio Deejay. L’ho preso come un “segno” perché quella era, da sempre, la mia radio preferita e avevo sognato di farne parte. Quel lavoro mi ha dato di nuovo entusiasmo e fiducia in me stesso e, da allora, non mi sono più fermato. Ho continuato a lavorare in radio, anzi continuo tuttora, e ho condotto diversi programmi in TV, tra cui alcune trasmissioni sportive in onda sull’emittente satellitare Sky. Ma è solo ora, con The Voice of Italy, che ho la prima, vera occasione per sfondare. E non potrei essere più felice».

C’è qualcuno di speciale con cui condivide questa felicità? Magari la sua fidanzata?

«Non sono fidanzato, sono solo da un anno e, per il momento, sto bene così. Non mi sento pronto per sposarmi o per avere una famiglia anche perché, in questo momento, voglio concentrarmi sulla carriera».

E allora torniamo a parlare di “The Voice of Italy”: che consigli darà ai concorrenti, visto che, anni fa, ha fatto una esperienza simile alla loro?

«Dirò a tutti gli eliminati di non abbattersi, perché anche da una sconfitta, da un fallimento, può nascere qualcosa di bello. E la mia storia ne è la dimostrazione».