Pubblicato il 19/02/2014, 18:01 | Scritto da La Redazione

CARLA GOZZI: «QUESTA È L’ERA DELLA BELLEZZA NATURALE E IMPERFETTA»

CARLA GOZZI: «QUESTA È L’ERA DELLA BELLEZZA NATURALE E IMPERFETTA»
Intervistata da TVZOOM, l’esperta di moda, ai blocchi di partenza con il programma “Dire, Fare, Baciare” su Real Time dal 22 Febbraio ogni sabato alle 13.20, ha svelato i segreti del nuovo format e i trend estetici della nuova stagione .meta name=”news_keywords” content=”<dire fare baciare, carla gozzi, real time, pod>” Fondotinta a litri, terra in […]

Intervistata da TVZOOM, l’esperta di moda, ai blocchi di partenza con il programma “Dire, Fare, Baciare” su Real Time dal 22 Febbraio ogni sabato alle 13.20, ha svelato i segreti del nuovo format e i trend estetici della nuova stagione .meta name=”news_keywords” content=”<dire fare baciare, carla gozzi, real time, pod>”

Fondotinta a litri, terra in eccesso, trucchi estremi, bellezze plasticose? Che rimangano negli armadi, scheletri degli anni’80. Oggi acqua e sapone sono le parole magiche. A essere sinceri tanto magiche non sono, per studiare un look curato, elegante ma sobrio, occorrono occhi esperti e attenzione. Togliere è più difficile che mettere. Quel che è certo, è che William Blake aveva torto: non è sempre vero che la via dell’eccesso conduce al palazzo della saggezza.
E qui entra in gioco Carla Gozzi col suo Dire, Fare, Baciare Italia, ogni sabato alle 13.20, su REAL TIME (Canale 31 Digitale Terrestre Free, Sky canali 124 e 125, Tivùsat Canale 31).
Dire, Fare, Baciare. Direte voi: e lettera e testamento?
La lettera potrebbe essere quella scritta dagli aspiranti concorrenti per partecipare. Donne e uomini di tutte le età, appesantiti da make up improbabili, ciglia finte e look da baraccone, nel format si sottopongono alle valutazioni di POD, consulente di immagine a fianco di Carla nell’operazione di “makeunder”. Lo scopo è passare dalla strada vecchia a quella nuova. Struccante alla mano, con il viso pulito e un look sobrio, i concorrenti sceglieranno la propria dimensione ideale “al naturale”, rimettendosi al giudizio del pubblico.

Carla, il tempo per le baracconate e i trucchi eccessivi è finito. Il “makeunder” è il nuovo trend.
«Nello scegliere un proprio look, anche personalizzandolo, le strade dell’eccesso non fanno scoprire nuovi mondi, anzi, spesso nascondono la propria vera personalità e risultano poco eleganti, inadeguate».
La scelta di un’immagine appesantita da make up e orpelli è figlia di insicurezza psicologica?
«Spesso sì. Con un look troppo forte le persone vengono ingannate, ci si crea una maschera anche quando si avrebbero tante cose, non scontate, da dire e da dare. Un’immagine troppo pesante non è sinonimo di immagine vincente».
Che tipologia di partecipanti si è sottoposta al gioco proposto dal programma?
«Una tipologia eterogenea. Una varietà umana interessante per vissuto personale e scelte conseguenti. Molte ragazze provenienti dalla profonda provincia, dunque in cerca di riferimenti. Molte persone non più giovanissime, che nel cuore sono rimaste ragazzine. Ricordo un’aspirante cantante, alla ricerca di una personalizzazione del proprio look. Una stylist, catapultata da un piccolo paese nel bel mezzo di un grande salone di bellezza di Londra. Alcuni ragazzi, dall’immagine colorata e variopinta, che di sera diventano drag queen».
Dopo aver accettato i consigli di POD, consulente d’immagine, e essersi sottoposti al giudizio del pubblico, i concorrenti hanno personalizzato un nuovo tipo di immagine, tutta al naturale. Lei è andata a trovarli dopo qualche tempo. Come li ha trovati?
«Ho trovato modi di essere più semplici, con un look frutto di una rielaborazione personale dell’esperienza fatta in trasmissione. Nel programma, vengono date indicazioni di massima. Sta poi a ciascun concorrente, interpretarle nel modo più consono al proprio essere».
Lei è un’esperta di moda e di stile. Quali sono le tendenze per la nuova stagione?
«Già dalle sfilate di quest’anno, si è delineato un preciso “macro-trend”. Un inno alla naturalezza che, per quanto riguarda le donne, si traduce in scarpe basse, look sobri, un ritorno alla semplicità. Lo scopo è proporre una bellezza imperfetta, abbandonando l’idea di icona perfettissima. L’imperfezione dei tratti conferisce personalità e valorizza l’individuo».
Sparisce il concetto di icona irraggiungibile?
«Attenzione: bellezza imperfetta non significa sciatteria. Significa abbinare a una precisa cura di sé, fatta di coccole e attenzioni personali, delle scelte al naturale, non artefatte. Tenendo presente un dettaglio…».
Quale?
«Togliere è più complicato che aggiungere. Dunque non è facile risultare icone di stile al naturale. Perché si perdono i riferimenti standardizzati e si punta sulla creatività personale».
Penso alla moda dilagante dai primi anni ’90 fino a qualche anno fa, quella della chirurgia estetica. È destinata a affievolirsi?
«Ci sarà meno spazio per la chirurgia estetica e più spazio ai trattamenti benessere. Le tendenze, nella moda, sono cicliche. Ma questo “macro trend” è destinato a durare a lungo».
Che cosa non dovrebbe mai mancare, nell’armamentario estetico di una donna?
«Innanzitutto, l’attenzione verso se stesse. E poi, la capacità di rielaborare la propria immagine in funzione della contingenza. Il guardaroba rappresenta l’insieme delle esperienze fatte nel nostro vissuto. È importante saperlo abbinare a ciò che si è nel presente, per età, professione, attitudini».
E in un uomo, che cosa proprio non si può vedere?
«Il calzino bianco di spugna o troppo corto. Oppure la canotta della salute. I dettagli sono fondamentali».
Con la sua Accademia, lei forma anche fashion blogger destinate a diventare opinioniste e giornaliste di moda. Il fenomento dei social network e di internet applicato alla moda, rischia di sprofessionalizzare l’approccio al settore?
«Un tempo, l’accesso alle sfilate e agli eventi era appannaggio di pochi professionisti. Oggi tutto è accessibile, grazie ai blog. Ma si possono leggere anche molti strafalcioni. Prima o poi si troverà un equilibrio. Nella mia accademia formo aspiranti fashion blogger: c’è chi è desiderosa di intraprendere una carriera seria e chi lo fa per occupare il tempo. Alla lunga, ne scaturirà una scrematura spontanea».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Carla Gozzi)