Pubblicato il 13/02/2014, 11:05 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: SANREMO, TRE FESTIVAL IN ROSSO. LA RAI HA PERSO 20 MILIONI DI EURO

La Corte dei conti accusa Viale Mazzini: serve più rigore. Ma Leone, direttore di Rai1, ribatte: «La pubblicità copre il buco».meta name=”news_keywords” content=”festival sanremo, viale mazzini, rai, corte dei conti, bilancio

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 45, di Renato Franco

Sanremo, tre Festival in rosso: la Rai ha perso 20 milioni di euro

La Corte dei conti accusa Viale Mazzini: serve più rigore.

Il Festival di Sanremo costa troppo. È l’analisi della Corte dei conti, che è andata a controllare i bilanci e ha constatato che tra il 2010 e il 2012 il «rosso» accumulato dalla Rai è stato di oltre venti milioni di euro. Il riferimento è alle edizioni condotte da Antonella Clerici e Gianni Morandi (che fece anche il bis): un saldo negativo di 7,8 milioni per il 2010, 7,5 per il 2011 e 4,8 per il 2012. Lo squilibrio costi-ricavi è in miglioramento, ammette la magistratura contabile, che però sottolinea la necessità di un’adeguata «razionalizzazione dei costi». Un’attenzione alle spese già in atto, assicura Giancarlo Leone, direttore di Rai1 dal novembre del 2012. Nel 2013 (Fazio) e nel 2014 (ancora Fazio, il via martedì) sono stati fatti passi avanti.

L’anno scorso il Festival ha raggiunto il pareggio di bilancio. Quest’anno forse ancora meglio: «I costi del Festival sono stati già coperti da alcune settimane grazie a pubblicità e sponsor – spiega Leone -. A oggi il Festival è a costo zero, forse a fine rassegna potremo dire che ha prodotto anche degli utili. Come l’anno scorso il costo totale, comprensivo dei 7 milioni della convenzione con il Comune di Sanremo, è di 18 milioni». Nella Relazione sul risultato del controllo sulla gestione della tv pubblica nel biennio 2011-2012, il monito della Corte dei conti non è rivolto esclusivamente a Sanremo. La Rai viene invitata ad adottare «un rigoroso piano di razionalizzazione e contenimento dei costi», compresi quelli di produzione, che impongono una «sostanziale riduzione», «in particolare per quelli riconducibili al Festival di Sanremo, alle fiction e alla programmazione finanziata con fondi diversi da quelli derivanti dal canone».

La Rai risponde con una nota ufficiale alle osservazioni dell’organo di controllo delle spese pubbliche: «Il piano industriale 2013-2015, approvato dal Consiglio di amministrazione, sta andando proprio nella direzione auspicata dalla Corte dei conti, che nel suo documento fa riferimento alle gestioni amministrative del 2011 e del 2012. Nel 2013 sono stati conseguiti importanti risultati in termini di maggiori efficienze e di internalizzazione delle attività che troveranno evidenza nel bilancio 2013 in corso di formazione». I costi di Sanremo, soprattutto gli ingaggi a conduttori e ospiti, sono finiti spesso in mezzo a polemiche politiche: dal milione di euro a Bonolis (2009), anche se poi a farne le spese fu la povera Clerici («solo» 500 mila nel 2010). Nel 2011 il conduttore era Gianni Morandi le spese erano aumentate del 2,8% rispetto al 2010: a pesare maggiormente erano stati i costi per le «risorse artistico autorali» (+10,3%), specie per «coconduttori/cast fisso» (+743 mila euro) e «conduzione/direzione artistica» (+331 mila di euro), aumenti solo parzialmente compensati dalla riduzione delle spese per gli «ospiti» (-590 mila euro).

Nel 2012 si parlò, mai ufficialmente, di un cachet da 800 mila euro per Morandi, mentre 700 mila andarono a Celentano, tutti devoluti in beneficenza. Leone difende le gestioni del passato: «Il Festival rientra tra i programmi per cui è previsto il finanziamento dal canone. Quindi è improprio parlare di saldo negativo. Sanremo poi è un fiore all’occhiello, dà visibilità all’azienda, illumina e accende una rete: era considerato il costo fisiologico per un importante avvenimento televisivo che è nell’immaginario collettivo e serve da volano anche per promuovere altri programmi Rai». Però il vento è cambiato: «In tempo di crisi, l’attenzione ai costi è doverosa, per questo abbiamo apportato una manovra correttiva importante».