Pubblicato il 26/01/2014, 14:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: MI AFFONDA RAI3: ASCOLTI IN PICCHIATA E MASTERPIECE FA FLOP

 

Con un documento ufficiale, una richiesta di soccorso: il direttore Andrea Vianello consegna ai signori dei palinsesti l’ordine di non trasferire Masterpiece in prima serata.

 
Rassegna Stampa: Il fatto quotidiano, pagina 9, di Carlo Tecce

Mi affonda Rai3: ascolti in picchiata e Masterpiece fa flop

L’hanno conciata male: in prima serata ha perso il 28% di share sul 2011. E il costoso talent resta a tarda ora

Così Rai3 s’arrende a se stessa. Con un documento ufficiale, una richiesta di soccorso: il direttore Andrea Vianello consegna ai signori dei palinsesti, anonimi funzionari che fanno incastrare il meglio e il peggio, l’ordine di non trasferire Masterpiece in prima serata.
Come prevede il contratto, impegnativo, cioè costoso. La trasmissione che voleva scoprire nuovi talenti e nuove letterature, non rinunciando all’usurato sistema del criceto in gabbia ripreso, vilipeso e celebrato, ammette che il 2 per cento di share (al prezzo di quasi 200.000 euro a puntata) non promette straordinari successi. Col rischio di sfidare i numeri negativi.

Vianello ha mollato il pompatissimo progetto – la pubblicità citava l’entusiasmo di mezza stampa mondiale – perché l’andatura di Rai3 somiglia a uno zoppo di gamba sinistra con la gamba destra claudicante.

Un paragone. Anno 2011, gennaio mese interessante, fascia serale: il pubblico sfiorava i 2,7 milioni e lo share sfondava il 10 per cento. Anno 2014, identico periodo, identico orario: scomparsi 700.000 italiani e smarriti 2,7 punti.
Per non sbagliare, siccome la discesa è inarrestabile, adesso il punto di caduta di Rai3 è registrato al 7 per cento. Vuol dire che, in tre anni, la terza rete ha disperso il 28 per cento. E durante l’intera giornata siamo a -1,7 su gennaio 2011 e, per ravvicinare le date, -0,5 rispetto al 2013. Questo spiegano le imparziali elaborazioni Auditel. E gennaio non c’entra nulla con la sfortuna perché dicembre, novembre e ottobre e via a ritroso sono un 
disastro. Va precisato che la prima serata è una condanna per le televisioni generaliste: esclusa l’abbandonata Rete4, nessuno avverte la crisi come Rai3.

In viale Mazzini fanno notare che il canale sopravvive aggrappato ai programmi del passato: se non fosse per i classici Che tempo che fa, Chi l’ha visto e Ballarò, la pagella Auditel sarebbe ancora più tremenda. E il trasloco da domenica in coda a Fabio Fazio a lunedì sera in anticipo contro l’agguerrita concorrenza non ha agevolato Report di Milena Gabanelli e Presa Diretta di Riccardo Iacona.
Le continue invenzioni di Vianello non evitano a Rai3 di procedere col passo più lento di viale Mazzini. Rai1 cresce addirittura; Rai2 contiene i danni, impoverita di stagione in stagione. Il direttore, ex conduttore di Mi manda Rai3 e fondatore di Agorà, ha scommesso tantissimo su Masterpiece, altrimenti non ha ragione di esistere un accordo per dodici serate da oltre 3 milioni di euro (perché i 200.000 a tarda ora dovevano quasi raddoppiare in prima serata).
Il direttore generale Luigi Gubitosi ha sostenuto l’impresa, e non soltanto economicamente, l’ha persino elogiata nella tradizionale lettera natalizia ai dipendenti. La depressioni di ascolti non è un feticcio: è il parametro che condiziona la pubblicità. E pensare che l’azienda “vendeva” Masterpiece al 6 per cento. Ha chiuso la parte iniziale a 3,6. E febbraio fa paura: perché Rai1 ha il Festival di Sanremo e Sky ha le Olimpiadi.
Nei prossimi giorni a viale Mazzini ci sarà un po’ di tensione per le nomine. Le indiscrezioni coinvolgono manciate di nomi, però l’unico che dovrà lasciare l’incarico se viale Mazzini trova la quadratura politica è Antonio Preziosi di Radio Rai.