Pubblicato il 20/01/2014, 18:34 | Scritto da La Redazione

LUCA ARGENTERO: «RACCONTO LA VITA DEI SOCCORRITORI ALPINI: QUESTO È “PERICOLO VERTICALE”, IL MIO ACTION-REALITY»

La passione per la montagna, i rischi corsi dagli alpinisti, le gesta eroiche degli uomini del Soccorso Alpino: con una narrazione hi-tech e adrenalinica, l’attore è protagonista e produttore di un action-reality in onda su Sky Uno HD da mercoledì 22 gennaio alle 22.50.meta name=”luca argentero, simone gandolfo, pericolo verticale, soccorso alpino, sky uno hd”

Diciamocela tutta, le fan, con Luca Argentero, correrebbero volentieri un “pericolo orizzontale”. Lui però è appassionato di montagna. E ci racconta la sua passione con Pericolo Verticale, action reality prodotto da Inside Productions, la casa di produzione dell’attore e di Miryam Catania, diretto da Simone Gandolfo, in onda dal 22 gennaio alle 22.50 su Sky Uno HD per otto puntate.
Su modello degli action factual americani, la montagna valdostana diventa teatro di racconti estremi, adrenalinici, densi di concatenazioni realistiche e spunti narrativi degni della miglior fiction. Solo che qui non siamo in una fiction. Accanto ad Argentero, i veri protagonisti sono gli eroi e le eroine del Soccorso Alpino, a contatto con la quotidianità del loro mestiere, documentato dalle telecamere e da una regia hi-tech: guide alpine, medici, verricellisti, piloti di elicotteri, impegnati nelle fasi cruciali degli interventi di soccorso d’emergenza.
Al riparo dai sensazionalismi. Perché, per raccontare l’alta montagna, si può solo documentarne l’essenza della sua natura feroce e paradisiaca, senza sconti.

Luca Argentero produce e conduce un’operazione che viene dal cuore, raccontando una passione personale interiorizzata e vissuta.
«Il progetto nasce proprio dalla mia passione per la montagna: fin da piccolo, la mia famiglia mi ha portato in Val D’Aosta e sono entrato a contatto con gli sport e le attività correlate a quell’ambiente. Ho scoperto di condividere questo amore con il mio collega Simone Gandolfo, così abbiamo pensato a un’idea per raccontare uno spaccato di vita suggestivo e di grande impatto».
Da attore: il documentario è il modo migliore per raccontare gli aspetti adrenalinici della montagna e le operazioni di soccorso alpino?
«La montagna è un territorio impervio. Troppo, per una fiction. Per seguire chi vive in montagna, chi ci opera, non puoi far altro che prendere spunto da un unico denominatore comune: la realtà. Pericolo verticale può essere etichettato come factual, come docufiction, come action reality. Poco importa. Abbiamo voluto documentare le azioni di persone vere che salvano vite vere, raccontando esperienze e mostrando la forza di un territorio. È quello che conta».
Non deve essere stato facile, girare a 3000 metri.
«A 3000 metri con la macchina da presa, con accorgimenti al limite della follia e condizioni igienico sanitarie a volte precarie! Non è stato facile. Simone e io, assieme alla troupe, ci siamo adattati progressivamente alla vita dei soccorritori, dei montanari. Come ha raccontato Simone, nei primi giorni di lavoro, un pilota di elicottero ci ha subito messi in guardia esclamando: “A me voi non piacete affatto!”. Ci siamo conquistati la fiducia dei protagonisti sul campo, vivendo al loro fianco per un mese e mezzo e raccontandoli con autenticità».
Con che criterio avete selezionato il materiale per le puntate?
«L’unica vera scrematura effettuata, è stata sulla tipologia di situazioni affrontate, per offrire al pubblico una narrazione ricca e variegata. Fermo restando la totale assenza di morbosità, verranno mostrate situazioni di estremo pericolo in cui non sempre il lieto fine è assicurato in maniera indolore».
In questo progetto, lei è coinvolto in prima persona anche come produttore. Segno che ci ha creduto fino in fondo.
«Visto il momento storico contingente, le sfide produttive sono sempre più difficili. Anche solo racimolare diecimila euro per un cortometraggio non è semplice. In questo caso, ringraziamo la regione Val D’Aosta e i nostri partner commerciali (Timberland, Land Rover, Montura, Canon e Sandisk, nda), che hanno creduto nel progetto e lo hanno supportato».
Ci sono altre sue passioni che le piacerebbe raccontare in un progetto da produrre?
«Tante, sì. Vedremo che cosa accadrà».
Qualcuno si chiede se, sul versante televisivo, tornerà ad Amici.
«Se mi volessero, perché no? Vedremo».
Pericolo Verticale è uno dei 4 programmi sperimentali che rimarcano l’attenzione di Sky per l’innovazione. Presto su Sky Uno anche Il mentalista, con Francesco Tesei, Giardini da incubo, con Andrea Lo Cicero e Emergenza Veterinaria.

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Luca Argentero)