Pubblicato il 19/01/2014, 12:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: D’AUTORE E A COSTO ZERO, CHE SANREMO SARÀ

Zero il costo per il canone Rai di Sanremo 2014, dal 18 al 22 febbraio condotto da Fazio e Littizzetto: 18 milioni le uscite, 18 le entrate della pubblicità, secondo il direttore di Raiuno Giancarlo Leone.

 


Rassegna Stampa: QN, pagina 31, di Marco Mangiarotti

D’autore e a costo zero – Che Sanremo sarà

Niente sprechi, poco talent e omaggi ai grandi italiani

A molti zeri sarà il consuntivo del festival. Così almeno si spera, in ascolti, vendite e altro. Zero invece il costo per il canone Rai di Sanremo 2014, in scena e in onda dal 18 al 22 febbraio condotto da Fazio e Littizzetto: 18 milioni le uscite, 18 le entrate della pubblicità, secondo il direttore di Raiuno Giancarlo Leone. Più prudenti le stime, 17,5 milioni, dell’Ad Pubblicità Rai Fabrizio Piscopo.
Leone annuncia l’edizione costo zero e non smentisce che Gino Paoli e Claudio Baglioni ci saranno. Gino con un anno di ritardo, quindi a titolo risarcitorio. Claudio perché l’amicizia e il sodalizio tv con Fazio meritava una reunion in Riviera. Poi Raffaella Carrà per i 60 anni della Rai; nulla di fatto, sembra, per Arbore. Rumors rilanciano Laura Pausini e Maurizio Crozza, altri Giorgia. Mi aspetto una sorpresa intelligente da Fabio.

BUDGET. I 18 milioni di euro comprendono gli 11 milioni per la produzione, 2 milioni lo standard a serata per un varietà come Sanremo, e la convenzione con il Comune, che scenderà da 7 milioni a 5,2 nel prossimo triennio consentendo un utile potenziale.
Più difficili da quantificare sono i costi industriali, con i potenti mezzi tecnici e le squadre esterne degli altri centri di produzione Rai. Sulle entrate pubblicitarie pesa il ritocco verso l’alto del listino, dopo il successo di Sanremo 2013. Uno spot tv di 30 secondi nel blocco in onda tra l’anteprima e il debutto (21.15) costa 210 mila curo al martedì, il venerdì e il sabato, un po’ meno negli altri giorni, 231.000 il primo spot del break.

Di certo, sarà un Sanremo fedele alla linea della contemporaneità, della qualità e della nuova canzone d’autore, non solo il venerdì con l’omaggio a Fabrizio De Andrè,Francesco De Gregori e Francesco Guccini. Il doppio brano obbliga tutti a portare un progetto, in un mercato depresso, si è tenuto conto di fenomeni di nicchia di massa, del download sul web.
Poi c’è la questione dei talent, che hanno condizionato ascolti, in positivo, e risultati finali degli ultimi Sanremo. Portano un pubblico giovane e votante, quello di “Amici” e Maria De Filippi oppure di “X Factor”, hanno fatto di Emma la cantante più venduta e di Marco Mengoni una verra popstar.
Ma la vittoria al festival ha anche bruciato altri, da Marco Carta a Valerio Scanu, che ha accusato la sua ex casa discografica Emi: «nessun aiuto», «chi vince un talent viene usato e buttato dalle Major». Dovrebbe però anche farsi un severo esame di coscienza: forse sono brutte le canzoni. E chi è solo da format tv, si ferma. Senza di loro, la vittoria sarà più vera.

IN GARA. Chi resiste, come Arisa e Giusy Ferreri, raccoglie l’eredità degli interpreti popolari del passato, Noemi e Raphael Gualazzi cercano altrove. Perturbazione è la scena indie, Cristiano De André un arcobaleno, Renzo Rubino il teatro, Frankie Hi-Nrg è il primo guru dell’hip hop intellettuale. Giuliano Palma e Riccardo Sinigallia rappresentano la scena alternativa milanese e romana. Antonella Ruggiero è una regina, Francesco Renga “The Voice”. Francesco Sarcina canta il pop rock dei sentimenti, Ron la memoria emotiva. Domani ascolteremo le canzoni e ne sapremo tutti di più.