Pubblicato il 13/01/2014, 19:01 | Scritto da La Redazione

VIOLETTA INCONTRA LA STAMPA: LA CONFERENZA È BLINDATA COME NEMMENO PER I GRANDI DI HOLLYWOODIANI

VIOLETTA INCONTRA LA STAMPA: LA CONFERENZA È BLINDATA COME NEMMENO PER I GRANDI DI HOLLYWOODIANI
A Roma per il tour, il cast della serie Disney “Violetta” viene convocato per un incontro-stampa vietato ai bambini e contingentato da tempi strettissimi. Per la protagonista non c’è tempo nemmeno di firmare un autografo. meta name=”news_keywords” content=”violetta, disney, “ NH hotel nei pressi di Via Veneto, pieno centro in Roma. Pullman in seconda fila, camionetta […]

A Roma per il tour, il cast della serie Disney “Violetta” viene convocato per un incontro-stampa vietato ai bambini e contingentato da tempi strettissimi. Per la protagonista non c’è tempo nemmeno di firmare un autografo.

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NH hotel nei pressi di Via Veneto, pieno centro in Roma. Pullman in seconda fila, camionetta dei carabinieri al seguito, bodyguard sulla porta e un grande freccia: «Conferenza stampa di Violetta». Una rampa di scale e compare una lunga fila. È quella per ritirare l’accredito stampa, cartella stampa e braccialetto azzurro per accedere all’incontro ristretto con il cast subito dopo la conferenza, in un’altra saletta. «Senza il braccialetto non entra». Minaccia? All’incontro con il cast di Ocean’s Eleven, così composto, George Clooney, Brad Pitt, Andy Garcia e Matt Damon, era stato meno complicato.

Sul desk accrediti trionfano quattro piantine di violette, in perfetto lilla Disney, la macchina industriale che ha messo in piedi questo telefilm-telenovela che tutte le madri temono e tutte le bambine sognano. Per questo l’incontro era rigorosamente riservato ai giornalisti, tutti invitati a lasciare a casa la numerosa e fastidiosa prole, che avrebbe assediato Martina Stoessel, la protagonista del telefilm la cui seconda serie prende il via su Disney Channel il prossimo 20 gennaio. «Martina ha i tempi contingentati, ci sarà solo in conferenza stampa, non fa altri incontri, non firma autografi e non concede foto». Per la cronaca, ha giusto 16 anni. Due dei quali passati a vestire i panni di Violetta, una ragazza con il sogno di cantare, senza madre, un padre un po’ apprensivo e una vita amorosa decisamente intensa, divisa sempre tra due contendenti.

Gonna lunga dorata, giubbottino nero e oro alla Michael Jackson, maglietta corta, braccialetto legato al polso, capelli bicolori, di quelli che partono scuri alla radice e arrivano biondi alle punte, Martina risponde alle domande per tornare sempre allo stesso concetto: è una brava ragazza, proprio come Violetta, che ha lottato per realizzare i suoi sogni. Per la cronaca, ha sempre 16 anni. Almeno così dice. «Io e Violetta condividiamo il sogno di cantare – spiega – Entrambe siamo persone che amano la famiglia, a cui piace stare con gli amici, sono allegra e propensa agli innamoramenti come lei. Ho iniziato a 14 anni con questo personaggio, ora ne ho sedici e questi due anni sono stati i più lunghi della mia vita. La mia vita è cambiata, mi manca la casa, il mio Paese, non ho avuto tempo ancora di elaborare questo cambiamento, i ritmi frenetici stancano, ma quando poi incontro i fan mi passa tutto. Sono dovuta crescere di colpo, a sedici anni di solito non si ha la responsabilità di un lavoro come il mio, ma quando torno a casa cerco di essere una persona normale, i miei genitori sono sempre con me».

Le bambine di mezzo mondo la prendono come una specie di Sacro Graal da venerare: le date italiane del tour con tutto il cast sono tutte sold out, con biglietti arrivati a costare quasi trecento euro e relative folle di genitori costretti a votarsi a un qualsiasi santo in paradiso per trovare il fatidico tagliando.

Poi ne trovi uno, lo paghi, ti giri e in tribuna Vip a Roma vedi Totti, Ilary e due figli felicemente accomodati in attesa dell’ugola di Violetta. «Bambini – cinguetta Ilary – venite che c’è anche lo zucchero filato». Solo per loro, gratis, sia chiaro. Gli altri piccoli esseri umani devono chiedere ai genitori ormai senza più un soldo in tasca, di tirar fuori i 10 euro per un secchiello di pop corn.

Ma torniamo a Violetta, fa effetto essere una donna feticcio? «Non la prendo come una grande responsabilità, sono solo felice che le bambine, grazie a Violetta, vogliano imparare lo spagnolo e perseguire i loro sogni. Io ho lottato per raggiungere il mio e sono felice se gli altri riescono a farlo. Quando sono sul palco gioco, per far identificare le bambine». Durante la trasferta romana Martina ha incontrato Papa Francesco, argentino come lei, le ha chiesto di pregare per lui. Noi vorremmo che Bergoglio pregasse per noi genitori piuttosto, stretti nella morsa di una telenovela, inventata dalla Disney Italia e ben architettata dai colleghi sudamericani, la terra delle storie in salsa soap. «Da grande vorrei fare un disco tutto mio – conclude Martina – Vorrei avere un rapporto diretto con i miei fan tramite il mio disco, con il messaggio che il mondo sia migliore. Ma sono ancora giovane per un disco tutto mio, non ho fretta». Nemmeno noi, tranquilla.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Martina Stoessel)