Pubblicato il 12/01/2014, 15:31 | Scritto da La Redazione

VESPA PUNISCE BAUDO MA CHI CI RIMETTE È IL SERVIZIO PUBBLICO

Il commento Pippo snobbato da Bruno per i programmi sui 60 anni della tv. La vicenda dello sputo del presentatore trasformata in un «buco» nella storia della Rai.


Rassegna Stampa: Il Tempo, pagina 15, di Massimiliano Lenzi

 

Il commento Pippo snobbato da Bruno per i programmi sui 60 anni della tv

Vespa punisce Baudo. Ma chi ci rimette è il servizio pubblico

La vicenda dello sputo del presentatore trasformata in un «buco» nella storia della Rai

Dei quattro moschettieri Mike Bongiorno, Enzo Tortora, Corrado e Pippo Baudo che hanno fatto la storia della televisione italiana, dalle origini in bianco e nero della Rai, tv pedagogica, passando per il colore sino alla nascita della tv commerciale, secondo Carlo Freccero quello che nel tempo, dopo la rivoluzione del telecomando, è riuscito «a dare consistenza alla missione di servizio pubblico mettendo al sabato sera il meglio del meglio è sempre stato Pippo Baudo, infatti lui fallisce nella tv commerciale». Anche per questo l’assenza di Baudo nella puntata di Porta a Porta sui 60 anni della Rai ha colpito e fa discutere. Non mancava una persona, in quel salotto, con i suoi pregi ed i suoi difetti ma mancava un immaginario, fatto di Fantastico e di Festival di Sanremo (suo il record di conduzioni, con ben 13 edizioni) , di Serata d’Onore e di Domenica In. Perché Baudo per decenni è stato il volto della Rai che intrattiene, è stato il presentatore dei grandi spettacoli legati alla lotteria, quando ancora gli spettatori di un programma tv superano i dieci milioni e rotti e quando il biglietto con l’ estrazione nella sera di Befana era un sogno italiano, da Milano a Palermo. È stato un talent scout di comici, Beppe Grillo, imitatori, Gigi Sabani, e donne di spettacolo, Lorena Cuccarini e Heather Parisi. Perché Baudo è il simbolo del nazionalpopolare per eccellenza, essendo lui, da sempre il sostenitore di un’apparente antinomia: che si possa fare spettacolo e intrattenimento, avere grandi ascolti ed essere servizio pubblico. E forse questo uno dei suoi più grandi meriti, in Rai, che hanno fatto scrivere nel volume Televisione (Garzanti) al critico Aldo Grasso, che «Pippo Baudo è il conduttore televisivo per eccellenza, il personaggio che più di chiunque altro in Italia incarnai’ idea di star televisiva, non più lontana e inafferrabile come quella cinematografica, ma vicina e a portata di mano». Ultimo erede della straordinaria storia del varietà quello  classico non ancora contaminato da reality e talent «in un momento scrive ancora Grasso in cui l’azienda di Stato risultava povera di idee e novità, è stata proprio la sua impareggiabile capacità di fare spettacolo a sostenere la programmazione», e questo è un altro merito innegabile di Baudo. Sostiene Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta, che «se Baudo si scusa» lui lo chiamerà. Di cosa dovrebbe scusarsi Baudo? Sempre Vespa spiega che «se non è stato invitato alla trasmissione non è per una dimenticanza, ma perché durante una riunione per le trasmissioni sui 150 anni dell’Unità d’Italia sputò addosso a Claudio Donat-Cattin, già vicedirettore di Rai 1 e il più autorevole tra i nostri collaboratori». Baudo, da parte sua, replica punto per punto e dice che «è Vespa che deve scusarsi con me perché è lui che non ha rispettato gli impegni di servizio pubblico e ha agito per vendetta personale. Non solo ha peccato, ma addirittura mi concede la grazia se io chiedo scusa. Ma chi è diventato Vespa, il proprietario della Rai?». Per il presentatore, quello con Donat-Cattin è «un fatto personale» e lo «meraviglia che il presidente e direttore generale non siano intervenuti e mi aspetto da questi ultimi una spiegazione dei fatti che rientra nei normali rapporti di educazione tra artisti e direzione Rai». Fare pace non è un obbligo ma nei 60 anni della Rai, il giornalista Vespa, che ha sempre lavorato con la Rai, non può non convenire che Baudo è un pezzo grande e grosso di quella storia e che non può esaurirsi in un pezzo chiuso o in un servizio filmato. Visto che il 29 gennaio Porta a Porta dovrebbe realizzare una seconda puntata sui sessant’anni della Rai, beh inviti Baudo. Non si devono amare, si tratta di storia della televisione. Se non lo vuole invitare direttamente Baudo, Vespa inviti la Raffaella Carrà che da ospite le farà la Carrambata di portarsi Baudo: «Bruno, da casa sua… Pippo Baudo è qui». Musica di Via col Vento in sottofondo e metastoria tv assieme. Soprattutto un omaggio alla Rai e ad un suo artista e presentatore protagonista, nel programma di un giornalista di punta, che fa opinione. Nel 1987 quando l’allora presidente della Rai, il socialista Enrico Manca, accusò Baudo di fare una tv nazionalpopolare, Baudo gli replicò che da lì in poi avrebbe fatto solo programmi «regionali e impopolari». Non li ha mai fatti ed anche questo, in fondo, è stato servizio pubblico. Perché Baudo è… Baudo.