GABRIEL GARKO: «IL MIO NITO È UN PERSONAGGIO TALMENTE CATTIVO CHE HO RICEVUTO MINACCE DI MORTE»

L’attore racconta a TVZOOM delle lettere di minacce ricevute subito dopo la prima puntata de “Il peccato e le vergogna”, la serie di Canale 5 in cui interpreta il perfido Nito, accanto a Manuela Arcuri. Ecco com’è andata.meta name=”news_keywords” content=”gabriel garko, canale 5, manuela arcuri, nito, il peccato e la vergogna“

Nito è l’uomo nero della serie tv Il peccato e la vergogna di Canale 5. È quel mostro che perseguita la povera Manuela Arcuri (Carmen), il perfido che uccide tutti per vendetta, il cattivissimo a cui Gabriel Garko ha offerto il suo volto etereo solitamente usato per ruoli da buono, bello, amato e desiderato. Nella seconda serie, al via domani, Nito sarà ancora più cattivo. Così giurano gli autori, il regista, il produttore, Alberto Tarallo, che si allena in cattiveria nel parlare delle capacità artistiche della Arcuri, da sempre messe in discussione dalla critica: «La Arcuri è bravissima a recitare, molto meglio di altre attrici osannate dalla critica, ma capaci di un paio di espressioni al massimo, non faccio nomi o cognomi, ma mi viene in mente Isabella Ferrari». Ecco, capito?

Ma torniamo al cattivissimo Nito, talmente orrido da aver scatenato la rabbia di qualche spettatore, decisamente squilibrato. Racconta Tarallo: «Il personaggio di Nito ha creato un tale stato di identificazione che Gabriel è stato aggredito da una signora con il cric sotto casa. Gli ha distrutto la macchina, mentre gli gridava di lasciare in pace la povera Manuela. Ma ha ricevuto anche lettere di minacce di morte da parte di chi gli ha dato del nazista. Altre lettere invece addirittura lo esaltavano».

Scusi, Garko, ci spieghi meglio, quando sono arrivate queste lettere?

«Dopo la prima puntata mi sono arrivate a casa delle lettere, all’inizio le prendevo in maniera divertente, erano scritte proprio come quelle dei film, con le lettere ritagliate dai giornali. Quando poi ne sono cominciate ad arrivare due a settimana mi sono rivolto alle forze dell’ordine. Non c’erano impronte, il che significava che era qualcuno capace, quasi un professionista e allora ho cominciato a preoccuparmi».

E come è andata a finire?

«Ho subito un’aggressione a casa, ma la polizia non ha trovato alcun nesso con quelle lettere, non si sa se i due fatti siano collegati tra loro».

E le lettere sono continuate?

«No, piano piano sono scemate. Ma se devo contare quante denunce ho in piedi..».

Ci dica

«Sono 350 tra quelle su Internet, Facebook e via dicendo».

Altre aggressioni?

«A Milano, mentre facevo teatro, mi hanno sabotato la macchina».

Scusi ma non le è mai venuta voglia di smettere di interpretare Nito?

«No, vuol dire che è un personaggio che funziona».

Certo per esser la prima volta che interpreta un cattivo ha cominciato bene…

«All’inizio mi avevano chiamato per interprato il buono di questa serie, ma ho voluto fare il cattivo e ho chiesto agli sceneggiatori che Nito lo fosse ancora di più”.

Perché la attirava così tanto?

«È divertente interpretare un cattivo, perché sono cose che nella vita non farei mai e poi dai sfogo alla tua fantasia. Forse siamo andati talmente oltre che la gente l’ha interpretato male. Mi hanno sconvolto i bambini che per chiedermi un autografo mi chiamavano Nito, ma come anche loro lo vedono?».

Si è ispirato a qualcuno per interpretare il suo personaggio?

«Ho visto film che potevano avere qualcosa di malato nei loro personaggi, come Seven. Ma non mi piace copiare gli altri».

Tiziana Leone

(Nella foto Gabriel Garko)