Pubblicato il 09/01/2014, 11:02 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA: URBANO CAIRO «SU LA7 ANDRÒ AVANTI SENZA SOCI»

In un’intervista al quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, l’editore racconta che sta preparando nuovi prodotti editoriali e che non cerca partner in tv.

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Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 44, di Andrea Biondi.

INTERVISTA Urbano Cairo Editore

«Su La7 andrò avanti senza soci»

Cairo Editore «studia nuovi prodotti». In Rcs investimento «non speculativo».

«Le faccio vedere». Urbano Cairo, presidente e fondatore di Cairo Communication (partito da Cairo pubblicità nel 1996) e presidente di La7 (acquisita “ripulita” da Telecom Italia Media), nella sede di Corso Magenta apre di scatto la porta del bagno. «La luce era sempre accesa. Poi ho scritto questo cartello: spegnere la luce, firmato Urbano Cairo. Ora è sempre spenta». Attenzione ai costi, e poi attenzione ai costi e ancora attenzione, spasmodica, ai costi. Il discorso con Urbano Cairo in maniera ricorrente approda su questo punto. Per il futuro l’impressione è che abbia altre mosse per continuare a far parlare di sé.

A ogni modo, per ora su La7 si andrà avanti «senza altri soci, lo escludo» e cercando di migliorare ancora di più gli ascolti (già saliti dell’11% rispetto al 2012 nel totale giornata) «migliorando sul prime time martedì, ma soprattutto di sabato e domenica»; per Cairo Editore (7 settimanali, 2 quindicinali e 9 mensili) «guardiamo sempre con attenzione alle possibilità di nuovi prodotti. Magari anche nel 2014, ma ora preferisco non dire cosa». Per Rcs «dico solo che a luglio ho comprato azioni e da allora non ho più comprato azioni. Ritenevo e ritengo che Rcs abbia un potenziale di crescita e possa valere più del prezzo da me pagato. Questo però a patto di dar seguito a una serie di azioni legate al taglio dei costi e una visione giusta del business».

Rientra in questa logica l’accordo fra Rcs e La Stampa con Rcs che si occuperà della raccolta pubblicitaria nazionale e online per il gruppo di Torino?

Io sono azionista, a titolo personale, per poco meno del 3 per cento. Nel momento in cui si fanno iniziative per aumentare i ricavi di Rizzoli sono sempre d’accordo. Non conosco i dettagli dell’operazione, ma se aumenta i ricavi e la marginalità mi piace.

Insomma una posizione diversa rispetto alla sua aperta critica sulla vendita della sede di via Solferino.

Non sono stato favorevole e non lo sono. Quando i valori degli asset scendono bisogna comprare, non vendere. Sono entrato da poco, ma comunque sono favorevole quando ci sono decisioni che condivido, in particolare sull’attenzione ai costi, che mi dicono comunque esserci in Rcs e me ne compiaccio. Credo che però occorra essere ancora più celeri e operare più in profondità in certe decisioni. Non parlo ovviamente di tagli legati al personale, ma al recupero di efficienza. Su Cairo Editore dal 2009, senza tagliare personale, abbiamo ridotto i costi attorno al 30 per cento.

Come?

Principalmente incidendo sui costi della carta, della stampa, borderò in eccesso.

Ma con la sua quota Rcs cosa vuole fare? Immagina un suo coinvolgimento in Consiglio?

Non lo so guardi. Dipende da tante cose. A me però non è che interessi entrare nei Consigli. Lì si può fare ben poco. Ci si riunisce quattro volte all’anno, forse sei.

Quota in vendita?

Mi chiesero di acquistare le mie azioni a settembre, ma non ci ho neppure pensato rinunciando a un guadagno tra il 40 e il 50 per cento. È un investimento finanziario, chiaro, perché non ho cariche e siamo a meno del 3 per cento, ma non è speculativo. A luglio ho fatto quell’operazione perché ritenevo e ritengo che ci sia un potenziale in Rcs.

Certo, nei Consigli no, ma magari unendo le forze insieme con altri azionisti come Della Valle?

Bah, vedremo. Sono ragionamenti prematuri. Io ho fatto questo investimento perché credo nell’azienda. Ho un’esperienza nel settore, sono pronto a dare qualche consiglio se richiesto. Ci sarà un’assemblea in primavera. Vedremo com’è andato l’anno e a che punto si è con taglio dei costi e avanzamento dei progetti.

E La7? La considera ancora una “patata bollente”?

Al di là delle terminologie, quando prendi una società che perde quasi 100 milioni a livello di Ebit prendi senz’altro una cosa complicata. In questi 5 mesi, da maggio a settembre, siamo riusciti a raggiungere il break even a livello di Ebitda. Anche ottobre, novembre e dicembre sono andati bene. E non era così scontato.

Come è avvenuto?

Con la massima attenzione a non peggiorare la qualità dei programmi e a incrementare gli ascolti; ci siamo concentrati sull’incremento di efficienza e la riduzione dei costi. E questo tenendo tutti i dipendenti. L’ho promesso e continuerò a farlo.

E il pareggio all’ultima riga del conto economico? Lei pensa che potrà arrivare già nel 2014?

Difficile dirlo. Andiamo per passi successivi. Certo, oggi mi aspetto un incremento della raccolta pubblicitaria visti anche i buonissimi ascolti. Cosa che non è avvenuta lo scorso anno se non in maniera limitata.

Quindi lei vede una possibile ripresa del mercato pubblicitario in generale?

In generale non so. Però fra ottobre e dicembre abbiamo avuto una crescita fra il 5 e il 6 per cento. Poi è anche vero che i primi mesi dell’anno sono più impegnativi per i palinsesti. Gli ascolti sono andati bene.

Quale obiettivo vi ponete per il 2014?

Consolidare sarebbe già una buona cosa. Occorre tener presente che da gennaio ad aprile dello scorso anno la situazione politica ha tenuto banco. Anche ora il momento è effervescente.

Si moltiplicano i ragionamenti sul declino o meno dalla tv tradizionale. Ma chi gliel’ha fatta fare?

Mi dicevano la stessa cosa dieci anni fa con il lancio del settimanale Di Più. Ora sono il primo editore per vendite in edicola. Tenga presente che alla base c’è anche la passione personale.

Intendete seguire la strada di Mediaset (ora con Infinity) e di Sky (in primavera) con la tv on demand in cui è già peraltro presente Chili Tv?

No, non è previsto nulla di tutto ciò. Continueremo a far la tv commerciale cercando di migliorare l’audience di qualche serata.

Quale?

Il giovedì e il venerdì vanno forte. Il lunedì è una buonissima serata; il mercoledì sta crescendo. Il martedì stiamo facendo meglio dell’anno scorso, ma dobbiamo crescere, così come dobbiamo crescere il sabato e la domenica.

Beh, ma qui ci vogliono nomi di punta. Maria de Filippi?

(Cairo ride, ndr) Non sarebbe possibile. Ha rapporti consolidati con Mediaset. In generale vedremo di dare qualche indicazione ai palinsesti di luglio.