Pubblicato il 02/01/2014, 14:04 | Scritto da La Redazione

GIANNI BONCOMPAGNI: «IL VIDEO? SALVO MINA E RAFFAELLA. IL FUTURO È SOLO INTERNET»

In un’intervista al “Quotidiano Nazionale”, l’autore televisivio fa un bilancio dei suoi sessant’anni di tv.

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Rassegna stampa: QN, pagina 28.

Boncompagni: «Il video? Salvo Mina e Raffaella. Il futuro è solo internet»

«IL VOLTO di questi primi 60 anni? Per me resterà sempre Mina». Gianni Boncompagni, uno dei più rivoluzionari talenti della storia della televisione italiana, inventore di programmi cult come “Discoring”, “Pronto Raffaella?” o “Non è la Rai”, quel 3 gennaio del 1954, dice la sua. Un programma simbolo della storia della tv italiana? «Beh, io non guardavo Manzi, sapevo già leggere – scherza il regista -. Mi vengono subito in mente i varietà del sabato sera di Antonello Falqui con le Kessler e Mina. Lui è ancora il più bravo di tutti e i suoi spettacoli sono ancora modernissimi. E Mina è di un’insuperabile eleganza. Dote che non appartiene più a molti programmi di oggi. Ma ricordo anche la diretta dello sbarco sulla Luna: ero con Raffaella Carrà in Toscana. Quel giorno cambiò la storia per sempre. Dei miei programmi – dice infine – salvo soprattutto “Macao”, molto moderno per l’epoca. E poi “Pronto Raffaella?”, che aprì le trasmissioni del mezzogiorno e dopo una settimana raggiunse i 14 milioni di spettatori. Un boom oggi incredibile. Fu merito anche del gioco del barattolo con i fagioli: lo copiai da una di queste terribili tv private. Capii subito che avrebbe funzionato e Raffaella si fidò».

SENZA NOSTALGIE per il passato, Boncompagni sembra poi non aver dubbi sul futuro della televisione. «Oggi guardo molto Sky, Maurizio Crozza su La7, History Channel o i film. Sulla Rai solo “L’eredità”, forse perché mi sento molto bravo nel dare le risposte. Ma la tv in generale verrà vista sempre meno, anzi nei prossimi dieci anni scadrà. A guardarla ormai sono solo donne anziane semianalfabete, quelle che votano Berlusconi. I ragazzi non sanno neanche cosa sia. La tv di oggi è Internet, con tutto quello che comporta. Sopravvivrà per lo sport, che ci sarà sempre».