Pubblicato il 27/12/2013, 14:31 | Scritto da La Redazione

IN DIVISA IN TV QUINTAVALLE «SOSPESA»

IN DIVISA IN TV QUINTAVALLE «SOSPESA»
Rischia dieci giorni di sospensione per essere stata a «Porta a Porta» vestita da tranviera e aver pronunciato frasi che «hanno creato grave discredito alla immagine della società, ai suoi vertici, dirigenti e dipendenti». Scoppia la guerra tra l’Atac e Micaela Quintavalle.meta name=”Micaela Quintavalle, Atac, Porta a porta” AtacIn divisa in tv Quintavalle «sospesa» Rischia […]

Rischia dieci giorni di sospensione per essere stata a «Porta a Porta» vestita da tranviera e aver pronunciato frasi che «hanno creato grave discredito alla immagine della società, ai suoi vertici, dirigenti e dipendenti». Scoppia la guerra tra l’Atac e Micaela Quintavalle.meta name=”Micaela Quintavalle, Atac, Porta a porta”

Atac
In divisa in tv Quintavalle «sospesa»

Rischia dieci giorni di sospensione per essere stata a «Porta a Porta» vestita da tranviera e aver pronunciato frasi che «hanno creato grave discredito alla immagine della società, ai suoi vertici, dirigenti e dipendenti». Scoppia la guerra tra l’Atac e Micaela Quintavalle, autista nonché leader del movimento dei conducenti «Cambiamenti M410» che protestano contro la privatizzazione della municipalizzata romana e che il 20 gennaio prossimo scenderanno di nuovo in piazza. La 33enne, assunta dal 2007, è stata richiamata dall’Atac per aver violato il Codice etico aziendale: non ha chiesto il permesso di andare nel salotto di Bruno Vespa e una volta lì ha detto cose come: «Ai vertici aziendali si mangiano tutti i soldi..», «Atac scarta pneumatici che vengono acquistati da ditte private per metterli sugli autobus dei privati…» e «faremo il panico non a Roma, non all’Atac ma in tutta Italia…». Atac non l’ha presa bene e le ha promesso 10 giorni di sospensione dal lavoro (500 euro netti). Lei si difende: «Sono stata anche in altre trasmissioni, perché non mi hanno detto niente? Ero lì da cittadina libera, con la divisa perché non ho avuto il tempo di cambiarmi». Ma poi, aggiunge, «Io vivo con la divisa, dalle 4 di mattina alle 11 di sera e ne sono orgogliosa, che Atac piuttosto ci dia degli spogliatoi». E conclude: «Loro violano continuamente il Codice etico, io lo dimostrerò».