Pubblicato il 23/12/2013, 12:31 | Scritto da La Redazione

LA TV È STRETTAMENTE PERSONALE

LA TV È STRETTAMENTE PERSONALE
On demand: lo sbarco di Netflix accende la concorrenza, le risposte dei network. Chili, Infinity, River: palinsesti su misura con la televisione via web.meta name=”On demand, Netflix, Chili, Infinity”   Rassegna Stampa: Corriere Economia, pagina 16, di Greta Slaunich   On demand Lo sbarco di Netflix accende la concorrenza, le risposte dei network Tv Strettamente […]


On demand: lo sbarco di Netflix accende la concorrenza, le risposte dei network. Chili, Infinity, River: palinsesti su misura con la televisione via web.meta name=”On demand, Netflix, Chili, Infinity”

 

Rassegna Stampa: Corriere Economia, pagina 16, di Greta Slaunich

 

On demand Lo sbarco di Netflix accende la concorrenza, le risposte dei network

Tv Strettamente personale

Chili, Infinity, River: palinsesti su misura con la televisione via web

Quello che vuoi, quando vuoi. Le tv on demand sul web, capofila l’americana Netflix, mietono successi. Tanto che l’ arrivo in Italia, previsto per l’inizio del 2014, fa paura alle emittenti nostrane che infatti sono già al lavoro su servizi analoghi. Il 2014, così, si apre all’insegna di un nuovo modo di vivere la televisione. Il pioniere, nel 2012, è stato Corriera: nel catalogo di Cinema Store, il servizio lanciato da Corriere Tv in collaborazione con Chili Tv (spin off di Fastweb) con circa 3 mila film. Per ora l’unico servizio a far pagare solo il pay per view: i film, infatti, sono a disposizione a partire da 0,95 euro. Ma ora, dopo che pure Telecom ha lanciato il suo Cubovision (abbonamenti da 9,90 al mese), anche Mediaset e Sky Italia hanno deciso di scendere in campo. E la concorrenza si annuncia agguerrita.

Sfida in casa
Con Infinity, inaugurato a inizio dicembre, Mediaset ha battuto sui tempi sia l’americana Netflix che Sky Italia (il suo River dovrebbe essere pronto per febbraio o marzo). Nel catalogo di Infinity sono presenti circa 5 mila titoli, dal 1950 ad oggi. Non ci sono solo film (in Hd), ma anche serie tv, fiction, cartoni animati. Tutto visibile con pochi clic e pochi euro: l’abbonamento mensile è di 9,99 euro, con ogni account si potranno visualizzare i contenuti su 5 dispositivi (dalla tv alla console, dal pc allo smartphone o al tablet). Ma c’è pure il servizio pay per view che mette a disposizione, senza abbonamento, i film ancora in sala: il costo va dai 3 ai 5 euro ciascuno. I contenuti, poi, si possono scaricare su tablet (da aprile anche su smartphone e laptop) per vederli anche in assenza di connessione a Internet. Sky dovrebbe inaugurare il 2014 con il lancio di River. Dell’uovo servizio si sa ancora poco, ma pare che si baserà sul modello di NowTv, piattaforma online lanciata nell’estate 2012 da BSkyB, controllata britannica di News Corp. La ricetta vincente di River potrebbe essere la semplicità del servizio: per accedere ai contenuti basteranno registrazione e pagamento. Una pratica facile e veloce: non sono previste né parabole né decoder. Sui probabili costi, per ora, non si sa nulla. Potrebbero non divergere molto da quelli di NowTv, che offre il pass mensile a circa 9 sterline (ma c’è anche uno speciale pass quotidiano da 10 sterline che consente la visione di 6 canali sportivi per sole 24 ore).
Attacco americano
Ma la grande incognita del prossimo anno, quella che fa tremare i big italiani, è la data di arrivo di Netflix. Forse già nella prima metà del 2014. Per capire perché fa così paura bastano pochi numeri: 50mila titoli in catalogo, 38 milioni di utenti, 7,99 dollari al mese per l’abbonamento. La società non si limita a fornire i contenuti altrui ma ne produce anche di propri. La serie «House of Cards», realizzata in proprio, è stata premiata agli Emmy Awards, gli «Oscar» del piccolo schermo. Altri big provano a seguire l’esempio. Amazon, per esempio, ha lanciato nel 2011 Instant Video, il servizio on demand sul web (in catalogo film e trasmissioni): per ora è disponibile solo negli Usa, ma potrebbe presto arrivare anche oltreoceano. Chissà che Yahoo! non mediti di ristrutturare Hutu, il servizio Internet di video on demand che ha comprato sei mesi fa, proprio per entrare nella mischia. Google, per il momento, resta a guardare. Ma forse già affila le armi: in fondo la piattaforma video più cuccata 
del mondo è la sua YouTube e i primi canali a pagamento sono stati inaugurati pochi mesi fa.