Pubblicato il 18/12/2013, 19:03 | Scritto da La Redazione

IL FESTIVAL DI SANREMO CON UN CAST DI ESODATI

 

A dicembre si fa sempre il solito gioco: criticare i nomi dei big annunciati per Sanremo. Ma questa volta ci sembra proprio che gli artisti scelti siano disoccupati da tempo, senza un progetto discografico o live in corso. Speriamo che le canzoni ci smentiscano.

meta name=”news_keywords” content=”festival di sanremo, fabio fazio, mario pagani, stefano senardi, cast, big

Si sa: il cast del Festival di Sanremo a dicembre si critica sempre, è il gioco preferito di noi scribacchini di Spettacoli. Ma mai ci saremmo aspettati di dover criticare un cast di così basso livello e di così basse potenzialità. Sicuramente le canzoni ci smentiranno, saranno pazzesche e ci dimostreranno la genialità e il talento di Fabio Fazio, Mario Pagani e Stefano Senardi nella scelta degli artisti. Ma sulla carta il cast sembra peggiore anche di quello del famoso festival di Tony Renis, boicottato dalle case discografiche. Ecco, è decisamente indefinibile il ruolo della case discografiche: hanno imposto le loro proposte o le hanno subite dalla direzione del Festival?

Sembra quasi che la scelta sia ricaduta su artisti non all’apice della carriera e ormai scarichi di creatività. Artisti di cui non si ricorda un successo di un cd o di un tour recente. Insomma, artisti che si giocano tutte le loro carte prima della loro ultima spiaggia. Iniziamo dai Perturbazione (scelta che ricalca quella dei Marta sui Tubi dell’anno scorso), band uscita anche dalla scena underground dopo molti anni che è lì lì per esplodere e non c’è mai riuscita. Arisa, Noemi e Frankie, ormai più a loro agio in ruoli televisivi che in quelli di cantanti. Particolarmente strana la scelta di Frankie: giusto inserire un rapper in un periodo di grazia per il genere, ma proprio non ce ne era uno migliore e più giovane?

Poi Rubino, da Sanremo Giovani dello scorso anno ai big di quest’anno: cosa ha fatto in questo periodo per meritarselo? Che successi ha ottenuto? Tutto il rispetto per Cristiano De Andrè, portatore sano di cognome illustre e di talento, ma all’ennesima prova di crescita mai riuscita negli ultimi 10 anni. Ancor più frustrante il Sanremo di Sinigallia: come produttore tutto il rispetto, come cantante ha anni di tentativi vani alle spalle. Anche Giuliano Palma, Francesco Renga e Giusy Ferreri non arrivano a Sanremo dopo un successo discografico, quanto per salvare una carriera dopo alcune uscite da dimenticare. Francesco Sarcina, anche se il suo nuovo brano in radio è tra i più ascoltati, è a Sanremo per una disperata ripartenza dopo la fine artistica de Le Vibrazioni. Ron e Ruggiero sono gli old, il primo forse il colpo più riuscito del Festival, la seconda all’ennesimo Sanremo che si rivelerà inutile.

Gualazzi è un già visto l’anno scorso, senza infamia e senza lode: speriamo venga risollevato dal dj che lo accompagna. E soprattutto speriamo che le canzoni una volta ascoltate ci smentiscano alla grande. Per il bene della tv, per il bene del Festival e per il bene nostro, che il Festival dovremmo vedercelo.

 

twitter@PietroBerna

 

(Nella foto Fabio Fazio)