Pubblicato il 18/12/2013, 17:02 | Scritto da La Redazione

DOMANI TORNA SU RETE 4 “DOWNTON ABBEY”: IL FASCINO RAFFINATO DELL’ARISTOCRAZIA INGLESE

DOMANI TORNA SU RETE 4 “DOWNTON ABBEY”: IL FASCINO RAFFINATO DELL’ARISTOCRAZIA INGLESE
Presentata al Consolato Britannico di Milano, la serie divenuta culto nel mondo è giunta alla terza stagione, da domani in prima serata su Rete 4. E in libreria la sceneggiatura completa della prima stagione.meta name=”news_keywords” content=”<downton abbey, rete 4, shirley macleine, tatti sanguineti, giuseppe feyles>” Arrivo al consolato britannico, luogo scelto da Mediaset per la […]

Presentata al Consolato Britannico di Milano, la serie divenuta culto nel mondo è giunta alla terza stagione, da domani in prima serata su Rete 4. E in libreria la sceneggiatura completa della prima stagione.meta name=”news_keywords” content=”<downton abbey, rete 4, shirley macleine, tatti sanguineti, giuseppe feyles>”

Arrivo al consolato britannico, luogo scelto da Mediaset per la presentazione della terza stagione di Downton Abbey, da giovedì 19 dicembre in prima serata su Rete 4, e mi accorgo che avrei potuto portare con me la pipa e il mantellino di Sherlock Holmes, esclamando «Elementare!» dinanzi a qualsivoglia forma di ovvietà. Poi realizzo che ho fatto bene a evitarlo. Primo, perché Holmes, «Elementare!» non l’ha mai detto, stando ai libri di Conan Doyle. Secondo, perché Downton Abbey esprime la quintessenza della britannicità meglio di qualunque altra rappresentazione non contemporanea.

Un ritratto corale di famiglia che racconta un’epoca, un po’ come farebbero i Buddenbrook di Mann in letteratura. Una serie entrata nel Guinness dei Primati per i riconoscimenti ottenuti (tra questi dieci Emmy, due Golden Globe e due BAFTA). La complessa ragnatela narrativa post vittoriana è disegnata con maestria da Julian Fellowes: niente accelerazioni sussultorie, niente colpi di scena all’americana, ma una progressiva assimilazione di intrecci per somministrare allo spettatore dosi crescenti di spirito inglese “old school”. Che piace persino agli americani, e molto. Così tanto che Michelle Obama ha chiesto addirittura di avere in anteprima i dvd delle nuove stagioni, i Simpson hanno omaggiato la serie con una puntata speciale, molte star hollywoodiane hanno pregato la produzione di inserirle nel cast.

Se il Console britannico Vic Annels ha dichiarato di essere “quasi vedovo” perché sua moglie è totally addicted alla fiction, per il direttore di Rete4 Giuseppe Feyles, che ha annunciato l’acquisto delle stagioni future da parte del canale, «ll fascino del mondo inglese, dell’aristocrazia, della ricostruzione storica sono alla base del successo, assieme alla ricerca di un mondo perduto ma desiderabile: un mondo dove tutto è curato rispetto all’incuria di oggi. Un prodotto che parla all’intelligenza e non alla pancia».

Nella terza stagione, cinque puntate in tutto, la Grande Guerra è finita e ad Highclere Castle arriva dall’America Martha, interpretata da Shirley MacLeine, madre di Cora (Elizabeth MacGovern), destinata a portare scompiglio tra nobili e servitù. Ed è proprio la doppia prospettiva, il punto di forza della fiction. Il punto di vista sardonico e cinico, tipico dell’aristocrazia d’oltremanica che fu, bilanciato dalla quotidianità della plebe, fatta di sacrifici, ma anche bassezze, che non rinuncia a spiare l’upper class dal buco della serratura. Un confronto che si svolge anche sul terreno linguistico, con una serrata contrapposizione di slang e di scelta delle parole, come sottolineato dallo scrittore Peter Sloan.

«Si tratta di una serie solida come le pietre del castello dove si svolge, lì ci si sente come protetti, fuori non si sa cosa accade. È rassicurante proprio come le fasi della storia, da Marconi al Titanic, che ripercorre», ha sottolineato il critico Tatti Sanguineti. “Rassicurante” fino a un certo punto. A dirla tutta, c’è chi sostiene che il castello di Highlclere sia infestato dai fantasmi. Poco male. Nessun castello nel Regno Unito sarebbe tale senza il suo spiritello. Ma di sicuro non sono ectoplasmi gli attori del cast, il cui talento contribuisce a fare di Downton Abbey un successo mondiale.

E per gli appassionati in libreria in questi giorni anche la sceneggiatura completa della prima stagione, scritta ovviamente da Julian Fellowes, edito da Neri Pozza (18 euro).

 

 

TITOLO: DOWNTON ABBEY
IDEATORE: JULIAN FELLOWES
CAST: HUGH BONNEVILLE, ELIZABETH MACGOVERN, MICHELLE DOCKERY, MAGGIE SMITH
PRODUZIONE: CARNIVAL FILMS, MASTERPIECE
MESSA IN ONDA: IN ITALIA, DA DOMANI, OGNI GIOVEDì IN PRIMA SERATA SU RETE 4

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto il cast di Downton Abbey)