Pubblicato il 15/12/2013, 14:03 | Scritto da La Redazione

CASO GRILLO-OPPO: QUANDO IL CORPORATIVISMO DEI GIORNALISTI SUPERA IL LIMITE

Il comico genovese attacca la giornalista dell’Unità, da cui è attaccato costantemente. E i colleghi giornalisti si schierano con lei dando del “fascista” al leader del Movimento 5 Stelle. Il nostro blogger odia tutti, ma trova sacrosanto il diritto di critica tanto ai giornalisti, quanto contro i giornalisti.

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Non voglio parlare di politica né di Beppe Grillo. Mi ha però colpito la sdegnata levata di scudi che ha suscitato il suo blog dedicato a Maria Novella Oppo, giornalista dell’Unità. A Grillo gli è stato dato del fascista, del picchiatore, del mafioso e del codardo per aver criticato la Oppo, giornalista che da anni si occupa di spettacolo sul suo giornale esprimendo quello che, in questa rubrica, spesso viene criticato: opinioni personali in libera uscita, senza autorevolezza. Lo ha sempre fatto, ricordo pezzi disinformatissimi da lei scritti sulla televisione, delle assurdità buttate lì per caso quando veniva inviata a Sanremo per il Festival.

Tant’è. Cosa ha dunque scritto Grillo di tanto delinquenziale sulla Santa Oppo? Ecco l’esegesi del testo: «Si vanta di lavorare all’Unità dal ’73». È vero. «Da allora non ha mai avuto un altro lavoro». È vero anche questo. «È mantenuta dai contribuenti da 40 anni grazie ai finanziamenti pubblici all’editoria». Vero anche questo, se l’Unità non vivesse di finanziamenti pubblici avrebbe chiuso da vent’anni, può spiacermi o non spiacermi, ma è così e in tempi in cui la gente non arriva alla seconda settimana sarà pur legittimo che uno abbia dei dubbi se sia giusto che i propri soldi vadano nelle tasche della Oppo, invece che in quelle delle famiglie numerose, per fare un esempio.

Continuiamo: «La Oppo appena può diffama pubblicamente il M5S». È vero, non sarà una colpa, ma è vero. Il finale è un’affermazione che dà la chiusa all’articolo: «Il M5S abolirà il finanziamento pubblico all’editoria e la Oppo dovrà cercarsi un lavoro. Non è mai troppo tardi, o forse sì». Violento? Critico? E cosa sono gli articoli della Oppo? O quelli di Francesco Merlo, un altro giornalista che si è visto criticato pure lui sul blog di Grillo e ha prontamente gridato all’attacco mafioso, lamentandosi per gli insulti arrivatigli sul web, luogo sacro solo quando serve per dire e pubblicizzare qualcosa, un libro, una rubrica o una semplice opinione personale, ma non per ricevere risposte? 
Insomma, è il solito vizio dei giornalisti italiani: possono criticare in modo disinformato, maleducato e violento, ma non vogliono essere criticati per nessuna ragione al mondo. Altrimenti la democrazia è in pericolo. Ma la democrazia è fatta di libere opinioni: quella della Oppo che detesta Grillo, quella di Grillo che detesta la Oppo e quella mia che detesto la Oppo, Merlo e pure Grillo.

 

Peter Parker

 

(Nella foto Beppe Grillo)