Pubblicato il 14/12/2013, 16:02 | Scritto da La Redazione

MICHELE BRAVI: «SANREMO? NON DIREI “NO”, MA CI ANDREI SOLO COL PROGETTO MUSICALE GIUSTO»

MICHELE BRAVI: «SANREMO? NON DIREI “NO”, MA CI ANDREI SOLO COL PROGETTO MUSICALE GIUSTO»
Era il favorito fin dalle prime puntate di “XFactor”. Il vincitore del talent di Sky Uno affronta le sue prime giornate da protagonista indiscusso e a TVZOOM rivela retroscena, sogni e speranze per il futuro, il cui ritmo sarà scandito da un mestiere solo: cantare.meta name=”news_keywords” content=”michele bravi, x factor, morgan, giorgia, sanremo, tiziano ferro […]

Era il favorito fin dalle prime puntate di “XFactor”. Il vincitore del talent di Sky Uno affronta le sue prime giornate da protagonista indiscusso e a TVZOOM rivela retroscena, sogni e speranze per il futuro, il cui ritmo sarà scandito da un mestiere solo: cantare.meta name=”news_keywords” content=”michele bravi, x factor, morgan, giorgia, sanremo, tiziano ferro “

Il «tesorino», per dirla con Simona Ventura, ha arraffato un tesorone. Michele Bravi ha vinto XFactor dimostrando di essere, nomen omen, bravo (in senso artistico), portando un ciuffo di capelli sugli occhi come un bravo (in senso manzoniano) ma rivelandosi al pubblico per quello che è davvero: un fuscello di diciannovenne dall’aria delicata, deciso quanto basta per tracciare la sua strada post talent show. Cercherà una sua dimensione come cantante pop e si iscriverà all’università alla facoltà di Filosofia, dopo aver passato l’esame di maturità con 100/100.

Hai l’aria stanca. A che ora sei andato a dormire dopo la finale?
«Abbiamo festeggiato fino alle 7.30 di mattina».
Bagordi?
«Beh, abbiamo festeggiato come tutti avrebbero festeggiato dopo un evento come questo».
Ora sai che cosa ti aspetta, vero? Le fan ti assilleranno!
«Non lo so del tutto, ma spero di avere un margine di libertà personale e di privacy».
Durante la finale, c’è stato un momento in cui hai vacillato?
«Ho zoppicato un pochino su Anima fragile, ero distratto da ciò che avevo intorno. Il duetto con Giorgia invece è stato bellissimo, mi ha dato forza. Con lei ho respirato la potenza della canzone».
A Morgan devi parecchio…
«A lui devo tutto. Credo che anche l’attenzione di Tiziano Ferro sia giunta grazie al percorso che Morgan mi ha indicato. Mi ha fatto cimentare con canzoni sempre diverse, pur riuscendo a farmi rimanere me stesso».
Però c’è stato un momento in cui le sue scelte sono risultate ostiche ai tuoi occhi…
«C’è stato un momento, mettiamola così, in cui faticavo a recepire le sue provocazioni musicali. Quando mi ha proposto di cantare un pezzo di Jimmy Hendrix, davvero, ho avuto paura. Invece il risultato non è stato malaccio, ho capito che Morgan voleva osare. Me l’ha saputo spiegare dandomi la forza per salire sul palco e provarci».
Qualche rito scaramantico pre finale?
«Uno zainone con dentro un autentico reliquiario: ferri di cavallo, pupazzetti regalati da mia sorella, sacchetti colmi di sale…(ride, nda)».
Qualcuno della tua famiglia che consideri un riferimento?
«Nonno Luigi è una caricatura vivente, è fantastico».
Ti dispiace per qualche tuo collega eliminato nelle puntate precedenti?
«Forse Andrea meritava qualcosa di più. La sua ironia, sull’inedito, non è stata compresa ed è stata scambiata per superficialità».
Dilla tutta: hai capito qual è il tuo personale XFactor?
«Vuoi la verità? No, non l’ho capito. Di sicuro, l’inedito scritto da Tiziano Ferro mi ha dato consapevolezza. Così come ho sentito una spinta in più dopo la terza puntata. Ma per comprendere la mia dimensione musicale, devo aspettare. Ecco, l’uscita dell’album servirà a inquadrare meglio ciò che sono e il percorso da intraprendere».
E se ora ti proponessero Sanremo?
«Per carità, sarebbe una bellissima opportunità, non sono come gli snob che, di facciata, criticano Sanremo, salvo poi sperare di andarci. Però ci andrei solo con il progetto musicale giusto, con una mia identità precisa e una canzone forte».
Ti chiamano “il poeta”. Ti toccherà scrivere molti testi, ora. Lo sai?
«Lo so. Però, ripeto, devo prima trovare una giusta dimensione. Il disco sarà un banco di prova, un compromesso adeguato per capire meglio la mia direzione».
Qualche nome, tra i grandi di ogni tempo, a cui ti ispiri?
«Janis Joplin è sempre stata un mito. Poi, Amy Winehouse, per i suoi tratti distintivi. Anthony and the Johnson. Tra gli italiani, dico Fossati, Gino Paoli, De Andrè e la scuola genovese».
Dedichiamo la vittoria a qualcuno.
«A me stesso, dai, consentitemi di essere egoista. Nonostante la mia età, mio nonno mi ha insegnato a guardare il mondo con occhio disincantato: se vuoi ottenere qualcosa, devi lavorare duro. E prendere i meriti del tuo lavoro, al momento giusto».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Michele Bravi, festeggiato al Forum di Assago)