Pubblicato il 13/12/2013, 11:05 | Scritto da La Redazione

SKY SUPERA RAI1 IN PRIMA SERATA: LA RIVOLUZIONE È COMPIUTA

SKY SUPERA RAI1 IN PRIMA SERATA: LA RIVOLUZIONE È COMPIUTA
  La finale di “XFactorn7”, su Sky Uno e Cielo, ha battuto per share la seconda puntata di “Mission”. Quello che negli Usa è accaduto più di trent’anni fa, da noi in Italia, è capitato ieri sera. meta name=”news_keywords” content=”xfactor, sky, sky uno, cielo, rai, mission“ Alla fine doveva capitare e così è stato: Sky […]

 

La finale di “XFactorn7”, su Sky Uno e Cielo, ha battuto per share la seconda puntata di “Mission”. Quello che negli Usa è accaduto più di trent’anni fa, da noi in Italia, è capitato ieri sera.

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Alla fine doveva capitare e così è stato: Sky in prima serata ha battuto Rai1. Quello che negli Usa è successo più di trent’anni fa, da noi in Italia è capitato il 12 dicembre 2013, ovvero che la tv «via cavo» ha sorpassato per ascolti la tv generalista di Stato. È successo ieri, nel giorno in cui Sky ha sublimato la sua capacità di fare televisione, anche in uno show di intrattenimento come XFactor e non solo nelle serie tv o nel calcio, fino a ieri uniche killer application della pay tv satellitare. È successo ieri, nel momento più basso delle produzioni Rai, con Mission che è rimasto ben sotto il 10% di share medio.

XFactor (e ricordiamoci sempre che Rai2 aveva liquidato il format tre anni fa, definendolo «bollito») porta di diritto la tv di Murdoch nell’empireo dell’intrattenimento televisivo italiano, con una finale al Forum di Milano, ovvero un palazzetto da 30mila spettatori, adattato a studio televisivo. Una cosa non banale, ve lo assicuro. Nel frattempo l’ammiraglia della tv di Stato mandava in onda la seconda puntata di un format senza senso, fortemente voluto in nome del servizio pubblico, ma poi squallidamente piegato a piccoli cliché televisivi. L’effetto è davanti agli occhi di tutti: inutile finzione.

In un’epoca storica dove chiunque ha accesso a documenti video di ben altro impatto e realtà, dove il giornalismo partecipativo è la parola d’ordine, dove un semplice smartphone può raccontare in presa diretta la storia contemporanea, portare qualche vip decotto fuori contesto ha dato la terribile sensazione del «posticcio».

Già sento a Viale Mazzini le giustificazioni: «Il dato di XFactor è la somma tra Sky Uno e Cielo». Appunto. Oggi la televisione si fruisce così, con il second screen, in differita, su Youtube. È finito il mondo del tubo catodico come focolare domestico, o meglio, c’è ancora un margine di cinque-dieci anni di cambio generazionale e se la tv di Stato non sfrutta questo lasso di tempo per mettersi alla pari con i competitor più evoluti, si piangeranno lacrime amare.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Michele, vincitore di XFactor 7)