Pubblicato il 13/12/2013, 16:30 | Scritto da La Redazione

FRIZZI PARLA DI “TELETHON”: «UNA SERATA PER CINQUE CONDUTTORI, TUTTI INSIEME PER LA PRIMA VOLTA»

La maratona di solidarietà venerdì passa su Raiuno con una lunga serata di intrattenimento e ricerca condotta da Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna, Antonella Clerici, Carlo Conti e Mara Venier. Nessuna rivalità tra loro?

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Fabrizio Frizzi, Flavio Insinna, Antonella Clerici, Carlo Conti e Mara Venier: cinque conduttori per una sola serata, il Charity Show IoEsisto di Telethon, in onda venerdì in prima serata su Rai1. Non era mai successo che cinque volti di una rete condividessero lo stesso palco per una sera, niente rivalità, né sgambetti, in nome di Telethon, uno per tutti e tutti per uno. Giù le armi dello share e spazio alla solidarietà per il bene della ricerca. A fare da “padrone di casa” è sempre Frizzi, da anni conduttore di Telethon. «È la prima volta dopo tanti anni – dice Frizzi – che cinque conduttori, l’anima di una rete come Rai1, si uniscono per dare forza a un messaggio così importante come quello di Telethon».

Conducete insieme o sarà una sorta di staffetta?

«Il programma lo conduciamo insieme, io sono un po’ il padrone di casa, farò da perno di tutta la maratona, però la serata la viviamo tutti insieme».

Poco intrattenimento e tante storie di vita?

«Sarà una serata in cui oltre a dare forza e peso alle storie che ci fanno capire l’importanza della ricerca, faremo spettacolo, come si fa nei grandi charity show all’ americana. Verranno a trovarci amici a grandi artisti come Ben Stiller, un attore che ha fatto della solidarietà una parte fondamentale della sua vita».

Ci sarà spazio anche per i risultati della ricerca?

«Avremo ospiti i ricercatori che hanno pubblicato sulle più prestigiose riviste scientifiche i risultati di ricerche che sconfiggono due malattie genetiche rare ritenute fino all’anno scorso incurabili e che da ora in poi invece saranno curabili. Le racconteremo per dire a chi ha donato che questo risultato è merito anche loro. La ricerca fa passi in avanti grazie al piccolo aiuto e questa è una risposta alla generosità e alla disponibilità di tutti coloro che vedono in Telethon una cosa seria».

Quanti Telethon hai fatto?

«Questa è la mia nona volta consecutiva, la terza da solo, senza al fianco Milly Carlucci. Prima avevo fatte tre edizioni negli anni ’90. Insomma questa lè a mia dodicesima volta a Telethon».

Con questa serata dimostrate che anche tra conduttori, solitamente considerati “rivali” ci può essere solidarietà…

«È bello pensare che anche “i rivali” si uniscono per una causa importante, ma la verità è che tra noi ci sono rapporti di grande amicizia. È vero, ognuno ha i suoi interessi, ma non c’è mai acredine. Forse sarebbe bello creare una sana rivalità per divertimento, come facevano Corrado e Mike, era il sale dei loro incontri. Ma noi dovremmo proprio inventarcela».

Magari questa conduzione a cinque potrebbe essere un esperimento per altri programmi, a prescindere da Telethon?

«Baudo nel ’95-’96 da direttore artistico di Raiuno propagandava molto il gioco di squadra, non è una cattiva idea unire le forze per progetti mirati».

Cosa significa Telethon per te?

«È una cosa bella e seria, capace di cambiare il destino delle vite. Mi piace l’idea che gli uomini insieme possano fare i miracoli della vita, due malattie debellate sono un risultato clamoroso. La maniera più facile per capire l’importanza di Telethon è quella di immaginare che la malattia genetica colpisca il proprio figlio e nessuno è in grado di aiutarlo. Telethon si occupa di cercare di dare risposte a tutti quei genitori che si trovano in queste situazioni. Mi sono sempre messo nei panni di queste famiglie, non sono solo un presentatore che intervista, ma un amico e familiare che condivide la loro disperazione e speranza».

Non è facile restare distaccati di fronte a certe storie…

«Poi per fortuna la vita complessa ci aiuta ad andare avanti. Ci sono bambini che nella loro malattia sono straordinariamente dolci e sorridenti, venerdì verrà una mamma che quando parla della figlia con una malattia terrificante, dice di ritenersi fortunata, perché se non l’avesse avuta non sarebbe stata quella che è, lei la ama così com’è. Questi genitori li definisco dei veri eroi. E poi c’è da vincere un atteggiamento sbagliato di molti, di chi di fronte la sofferenza si gira dall’altra parte per non soffrire, pensando che tanto non ci si può fare niente. Non è vero, perché con due euro so possono cambiare le cose».

Alleggeriamo, come definiresti la tua partecipazione a Tale e Quale Show in poche parole?

«Ho fatto Sanremo 12 volte. Lì quando vai a cantare ti giochi tutto in due minuti e mezzo e se sbagli non c’è appello. Ho vinto una volta sola ma mi è bastata, con Piero Pelù, mi sono divertito molto».

E’ stato il personaggio che ti è piaciuto di più interpretare?

«Pelù mi stava a pennello, però è stato molto divertente fare tutti, da Gazzè, a Kekko dei Modà a Tony Dallara che è piaciuto tantissimo. È stato emozionante fare De Andrè, è stato uno sforzo di sobrietà e concentrazione che mancava alla mia esperienza. Una straordinaria ciliegina su una buonissima torta».

La aspettavi così buona questa torta?

«Sì sapevo cosa aspettarmi, anche se non bisogna mai dare nulla per scontato, ma ero speranzoso pur con mille dubbi di chi fa il nostro mestiere. Si sono dissolti tutti in una bella cornice dorata di bei rapporti, ho fatto amicizia con tutti e ho trovato tutte persone straordinarie, una delle migliori esperienze della mia carriera».

In questo modo hai fatto cambiare agli scettici che all’inizio ti dicevano di non farlo?

«Come ai tempi di Ballando con le stelle, erano tutti contro, però non avevo chance o facevo quello o stavo fuori, era il periodo in cui stavo fuori da Rai1 e quello era un modo per rientrare nel mio mondo. In questo caso non ho avuto nessun condizionamento, sapevo che era un’opportunità per mettere in gioco il Fabrizio dei 18 anni che faceva imitazioni, cantava e scriveva canzoni. Ho rimesso in gioco quella parte di me che facendo il conduttore ho dovuto sacrificare».

E che venerdì sera devi ritirare fuori, visto che per Telethon ci vuole il conduttore puro…

«In realtà non sono un conduttore puro, ho fatto anche cose istituzionali, ma sempre a modo mio, anche quando sto al Quirinale e porto tutto il rispetto per le istituzioni sono sempre il Fabrizio che se capita una battuta se la concede».

E dopo Telethon?

«Ci sono varie possibilità, si parla di una prima serata per la primavera forse, ma anche di un ritorno dei Soliti Ignoti a fine stagione televisiva, negli ultimi mesi prima dell’estate. Nulla di certo, tutto ancora da definire».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Fabrizio Frizzi)