Pubblicato il 12/12/2013, 12:04 | Scritto da La Redazione

LA TELEVISIONE NON SERVE PIÙ, LA SATIRA OGGI CORRE IN RETE

LA TELEVISIONE NON SERVE PIÙ, LA SATIRA OGGI CORRE IN RETE
I comici più “cattivi” hanno cambiato mestiere. Resiste solo Maurizio Crozza. Gli altri fanno gavetta sul web. E spesso emergono senza bisogno del piccolo schermo.meta name=”Maurizio Crozza, satira, tv, rete”  Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 15, di Andrea Scanzi. La televisione non serve più. La satira oggi corre in Rete I comici più “cattivi” hanno […]


I comici più “cattivi” hanno cambiato mestiere. Resiste solo Maurizio Crozza. Gli altri fanno gavetta sul web. E spesso emergono senza bisogno del piccolo schermo.meta name=”Maurizio Crozza, satira, tv, rete” 

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 15, di Andrea Scanzi.

La televisione non serve più. La satira oggi corre in Rete

I comici più “cattivi” hanno cambiato mestiere. Resiste solo Maurizio Crozza. Gli altri fanno gavetta sul web. E spesso emergono senza bisogno del piccolo schermo.

È una comicità parallela. Corre sul filo, o più che altro sul web. In Rete. Da una parte la comicità televisiva, spesso disinnescata perché quelli “arrabbiati” hanno in buona parte smesso o cambiato mestiere: l’unico satirico presente in tivù in pianta stabile è Maurizio Crozza, la cui rilettura del “nientalista” Matteo Renzi ha coinciso con uno dei suoi apici. Il resto è comicità, spesso buona, talora prossima al geniale come le vignette di Makkox a Gazebo, ma quasi mai puntuta. Dall’altra parte c’è la Rete, macrocosmo notoriamente (sin troppo) libero, che tutto o quasi permette. A nessuno è impedito l’accesso. Se ieri la gavetta si poteva fare solo nei teatri di provincia o nelle sagre paesane, sperando che qualcuno prima o poi ti notasse per permetterti l’accesso al piccolo schermo, oggi la tivù non è più indispensabile. Il successo può arrivare anche altrove. Il web incentiva tormentoni e sollecita lo scherzo, la battuta, il cazzeggio: con risultati spesso tremendi, ma lasciando a volte che talenti fin lì inespressi esplodano.

Su Facebook, su Twitter. E soprattutto su Youtube: il regno di molte webstar della comicità poi approdate alla tivù, vivendo però quell’approdo non più come consacrazione, ma piuttosto come una diramazione (non necessariamente migliore) di una carriera già avviata. Youtube si presta in maniera particolare al doppiaggio: alla manipolazione di un video già edito che viene rielaborato per ottenere l’effetto comico. Uno dei casi più noti è la Sora Cesira, che reinterpreta brani famosi (usando i videoclip originali) per sbertucciare i politici. E arrivata anche in televisione, per esempio agli Sgommati su Sky, ma l’esplosione c’era già stata su Youtube. A cavallo tra Ottanta e Novanta, uno dei pionieri televisivi del doppiaggio comico era stato il ragusano Riccardo Pangallo. Decenni dopo, Youtube è adesso piena di film con la voce di Germano Mosconi, il giornalista veneto (scomparso nel marzo 2012) divenuto suo malgrado celebre per i fuorionda iracondi durante i telegiornali che conduceva a Telenuovo. Alcuni operatori si divertivano a provocarlo: sbattevano le porte quando lui registrava, gli attaccavano i fogli insieme. Mosconi, emblema del mezzobusto compassato, esplodeva e bestemmiava.
MOLTI ANNI DOPO, quando neanche lavorava più in quella tivù, alcuni suoi nemici (o così è lecito presumere) hanno eternato quei fuorionda sul Tubo. Successo clamoroso, come per gli scherzi telefonici al bidello aquilano Mario Magnotta negli Ottanta, a cui volevano  “appioppare” per forza una lavatrice. Magnotta cavalcò quella fama inattesa, Mosconi la visse malissimo: lui, uomo oltremodo sobrio, era assurto a “mito” per le sue bestemmie. Youtube è satura di filmati in cui gli attori parlano con la voce di Mosconi, per esempio il Sergente Hartman di Full Metal lacket, che sacramenta persino più della versione originale di Kubrick. Le visualizzazioni di quei video sono alte, come per le clip dei musicisti ridoppiati: il video mostra B.B. King che si esibisce in un assolo, ma la musica perfettamente sincronizzata emette  un’accozzaglia di stecche allucinanti. Altra webstar è Frankie Matano, instancabile guitto del web, celebre anche per i video in cui scorreggia (ops) addosso a malcapitati avventori, che misteriosamente non reagiscono inseguendolo con un badile. Il più grande talento della Rete è Maccio Capatonda, impegnato ora nella realizzazione della seconda stagione di Mario su Mtv. Lanciato anche dalla Gialappa’s, Capatonda (all’anagrafe Marcello Macchia) ha inventato la formula del trailer surreale. Titoli improbabili, come L’uomo che usciva la gente e Il sesto scemo; attori nascosti da nomi misteriosi, da Rupert Sciamenna a Herbert Ballerina.

Capatonda mescola alto e basso, come un jukebox che risputa fuori tutti gli input accumulati negli anni Ottanta e Novanta. La sua capacità di gestire più registri è invidiabile. Nel corso della carriera, che si sviluppa anzitutto in Rete e poi in radio e tivù, Capatonda ha via via abbracciato una sorta di stralunata satira sociale che lo ha portato a ingigantire le storture dell’informazione, della politica e dell’italiano medio”, come recita uno dei sui trailer più fulminanti: più di 1 milione di visualizzazioni. Notevole anche la produzione del Terzo Segreto di Satira, un collettivo che si diverte a contrappuntare la politica con cortometraggi ironici. L’obiettivo è spesso il Pd. Il video che ha anticipato e raccontato le primarie 2013 ha presto superato le 200 mila visualizzazioni. Ironizza sulla debolezza di Cuperlo, sulla paura dell’apparato per il “ribelle testa calda” Civati e sul doversi affidare al diversamente di sinistra Renzi pur di vincere: un piccolo saggio politico, peraltro esilarante, in neanche 4 minuti.